Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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28 giugno 2008

Strategie della disinformazione

Mimmo Candito
Quante bugie e disinformazione per militarizzare la quotidianità. Quando si dà una notizia ma si dice il "non vero"
“La Stampa”, 15 giugno 2008

Quanto sta accadendo sul piano delle decisioni governative merita alcune segnalazioni, in relazione ai problemi della comunicazione. La prima segnalazione fa riferimenti ai numeri che il ministro della Giustizia aveva fornito per accreditare la necessità di un provvedimento urgente sulle intercettazioni. Erano numeri FALSI. Si diceva che ci sono un milione di intercettazioni, che siamo TUTTI intercettati; le intercettazioni sono in realtà su circa 80mila utenze (per ogni indagato ci sono spesso più utenze, dunque circa 30 mila intercettati) e l'80 per cento di queste riguarda casi di sospetta mafia e criminalità organizzata. Il numero reso pubblico dal ministro era basato sulla presunzione di circa 30 connessioni per utenza e di circa 100.000 utenze, arrivando così a 3 milioni di intercettati. Bell'esempio di disinfornazione. La seconda segnalazione fa riferimento alla percezione della insicurezza nel nostro paese provocata dalla natura criminale degli immigrati. Si dice che questa percezione è basata sulla realtà e dunque si approntano misure drammatiche e si mobilita l'esercito; poi si scopre che delle 16910 rapine compiute lo scorso anno in Italia ben 12527 sono state compiute da italiani e che i furti in casa sono in Italia ben inferiori (143.000) alla Gran Bretagna (209.000) e alla Francia (177.000). E infine, si mobilitano 2500 soldati per fare la ronda notturna con poliziotti e carabinieri, quando poliziotti carabinieri e finanziari sono circa 300.000, e davvero non si capisce cosa voglia dire quello scarno numero di soldat prestati alle operazioni di polizia, se non attivare e radicare il convicincimento che siamo davvero in una condizione di insicurezza totale, più o meno come la Colombia (nelle frasi del sindaco Chiamparino). Insomma si gioca sulle notizie, dandole in modo falso o parziale per giustificare una militarizzazione della vita del nostro paese. Che mi pare un passo gravissimo, compiuto appunto con la strumentalizzazione dei massmedia e dei processi della comunicazione.
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*Mimmo Candito è autore del blog Il Villaggio quasi globale nel sito del quotidiano "La Stampa" di Torino.
Il post qui riprodotto, dedicato ai meccanismi di manipolazione della notizia, riconduce alle riflessioni di Danilo Dolci:
"Al desiderio di comunicare occorre un codice comune, pur non verbale, ma non basta: occorre anche una certa esperienza e un minimo concepire affine, disponibile ad ampliarsi nel confronto. Sincero, dice l’antica esperienza, è chi tende a crescere insieme; sincerità è provare a divenire uno. […] Consentire o no, distinguere il più vero dal meno vero o dal falso, non è solo operazione linguistica. Il falso e l’inquinante ritardano e, talora, bloccano la vita; per guarire, quando si riesce, occorre la fatica di anni, secoli."
(Danilo Dolci, La comunicazione di massa non esiste, 1987)

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