Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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12 settembre 2008

Tv Capodistria diventa un polo per la promozione dell'italiano

da Il Piccolo 12/09/08 http://ilpiccolo.repubblica.it/

"Tv Capodistria diventa un polo per la promozione dell’italiano"
Accordo con l’Unione e la Facoltà di umanistica dell’ateneo


CAPODISTRIA Promuovere la lingua e la cultura italiana sul territorio e valorizzare questa ricchezza in un'area che è storicamente multilingue, multiculturale e multinazionale. Questo l'obiettivo principale dell'Accordo di collaborazione firmato ieri a Capodistria dall'Unione italiana, il Centro Radiotelevisivo regionale di Capodistria e la Facoltà di studi umanistici dell'Università del Litorale. Non è la prima volta che i tre soggetti collaborano – lo hanno fatto, con successo, già in occasione del recente convegno internazionale di studi dedicato alla figura e l'opera di Pier Antonio Quarantotti Gambini – ma da ieri questa collaborazione è ufficiale, per cui ci sono i presupposti anche formali per promuovere nuove iniziative. Il documento è stato firmato dal presidente della Giunta esecutiva dell'Unione italiana Maurizio Tremul, l'aiuto direttore generale della Radiotelevisione di Slovenia per i programmi italiani Antonio Rocco e la preside della facoltà, professoressa Vesna Mikolic.Alla cerimonia erano presenti, tra gli altri, anche le direttrici dei Dipartimenti di italianistica, Nives Zudic Antonic, e di linguistica applicata, Lucija Cok. «È importante – ha sottolineato nel suo intervento la preside Vesna Mikolic – continuare a promuovere la tradizione multiculturale del territorio, una realtà che va ben oltre le celebrazioni dell'anno interculturale europeo». La collaborazione, è convinto Tremul, «è tanto più importante visto il processo di declassamento dell'italiano nelle scuole slovene, che da lingua dell'ambiente sociale viene sempre più spesso trattato come lingua straniera». Dall'italiano che diventa lingua straniera a considerare come stranieri anche gli italiani, il passo è breve. Diventa fondamentale, in questo contesto, il ruolo dell'Università, non solo per diffondere lingua e cultura, ma anche per diffondere conoscenza sulla storia e la realtà multietnica di queste terre, dove i tempi della convivenza sono stati ben più lunghi di quelli della contrapposizione e dello scontro.Risorse umane e finanziarie – cercando di sfruttare al meglio anche i possibili effetti sinergici dati dalla concentrazione di istituzioni universitarie nell'area (oltre a Capodistria anche Trieste, Udine, Venezia, Pola e Fiume) – saranno impiegate per la formazione di insegnanti (comprese le maestre d'asilo), traduttori, operatori culturali, giornalisti, ma anche per promuovere la conoscenza dell'italiano laddove in passato è stato spesso trascurato: nella sanità, negli ambienti della magistratura, nella pubblica amministrazione. L'Unione italiana, in collaborazione con la minoranza slovena in Italia, e basandosi anche sulla collaborazione della Facoltà di studi umanistici di Capodistria – in particolare del Dipartimento di italianistica – ha preparato in questo senso un progetto da presentare al concorso per i fondi Interreg Italia–Slovenia 2007-2013, che prevede, tra le altre cose, anche corsi di linguaggio settoriale per personale ospedaliero, giudici, poliziotti, impiegati pubblici.L'interesse è già notevole. I programmi italiani di Tv e Radio Capodistria con questo Accordo si rendono invece disponibili per ospitare gli studenti per degli stage. Nuovi spazi di collaborazione si aprono anche in seguito all'obbligo degli impiegati pubblici – di recente lo sono diventati tutti i dipendenti della Radiotelevisione slovena, compresi i giornalisti, (ndr.) – di conoscere l'italiano nelle zone bilingui. Il documento sottoscritto ieri crea le condizioni per promuovere sempre nuove forme di collaborazione, in base a quelle che in futuro potranno essere le esigenze del territorio, delle istituzioni minoritarie e del mondo del lavoro.".

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