Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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29 settembre 2008

Impressioni Romene


Sibiu. Capitale Europea della Cultura 2007.
Entrando nella periferia (molto bruttina, anche per essere periferia) nutrivo forti aspettative per questa ridente-stando ai depliant-località transilvana. Stupito dalla rara bellezza della cinta muraria di questa antica città sassone (Hermannstadt in tedesco), e dalla piazza principale (Piata Mare), ho deciso di girare il centro e i quartieri residenziali. Essendo agosto 2008, mi chiedevo come fossero stati spesi i soldi ricevuti dall’UE. Man mano che camminavo, la delusione si è sostituita all’amarezza. Terrificanti le condizioni delle strade (quando va bene, c’è asfalto, o porfido sconnesso misto a voragini in cui giocano scalzi i bambini), macchine parcheggiate ovunque. Case diroccate che rischiano di esplodere per l’umidità, chiese in cui il parroco serve messa tra macerie e soffitti puntellati. Musei: l’ennesima delusione. Esclusa la miriade di esposizioni etnografiche presenti in ogni cantuccio della Romania, l’unico degno di visita rimane il Karl Von Bruckenthal Museum, che raccoglie alcune opere di pittori italiani (Tiziano tra tutti), fiamminghi, francesi e tedeschi. Ma anche qua: quadri esposti senza didascalie (un Bruegel il vecchio era appeso davanti ai cordoni di “divieto d’accesso”, di modo che non ci si potesse avvicinare a più di 5-6 metri di distanza. La didascalia pareva un biglietto da visita sotto al quadro!), sorveglianti impegnati nella “settimana enigmistica” romena che grugniscono ad ogni richiesta di informazioni.
Nei locali, il turista non viene considerato: o si chiama il cameriere a gran voce, battendo i pugni sul tavolo (non esagero), o si è certi di rimanere a bocca asciutta.
Per contro, nella zona dell’Ostello ho notato molti giovani, e “per le vie del borgo” la forte economia di turismo interno su cui si basa lo pseudo-benessere della città.
Ho visitato molti altri posti (Sighisoara, Bran, Brasov, Risnov e chi più ne ha più ne metta!) e il risultato non è cambiato.
Sibiu a mio avviso può essere considerata una città “campione naturale” di una Romania da poco entrata nell’ Unione Europea. Grandi potenzialità, derivanti da un discreto patrimonio culturale e da un territorio mozzafiato, che per adesso restano inespresse: non è un paese organizzato per un turismo di stranieri, e ha bisogno di investire maggiormente in quest’attività. L’economia si riprenderà, anche se lentamente. Dopo la tentata industrializzazione di un paese agricolo da parte di Ceausescu, si sta tornando alle origini contadine (forse è per questo che l’UE ha dato il suo benestare alla Romania: serve un paese che fornisca materie prime all’Europa..). Ma vedere fidanzati gelosi picchiare le proprie donne incuranti di essere in luoghi pubblici (“la Romania è ancora un paese di uomini” ha scritto Lucian Boia), miriadi di incidenti stradali causati da ubriachezza, rom malmenati dai romeni, spazzatura in quantità che farebbero impallidire anche la giunta comunale di Napoli, mi ha fatto molto pensare. E’ necessaria una forte opera di educazione civica, per rendere nuovamente grande questo paese, devastato prima dalla dominazione sassone, poi dal fascismo di Codreanu e dal regime di Ceausescu Anche noi eravamo così 50 anni fa? Lieto di essere nato nel 1984.


Eugenio Ruocco

27 settembre 2008

"Buongiorno Regione"..non per la Liguria

Dal 20 ottobre Rai Tre avrà un nuovo palinsesto, tra cui spiccherà "Buongiorno Regione" una striscia quotidiana curata dalla TGR. Il programma utile al pubblico, non vedrà una edizione ligure. Esistendo già il GR delle 7.10 non sarebbe un grande onere trasferire il giornalista negli studi televisivi adiacenti...
Cosa ne pensate del TGR Liguria?.
Rispetto alla concorrenza delle tv locali non vi sembra il personale sotto utilizzato?.


Daniele Martina

26 settembre 2008

Le leggi razziali del 1938

Michele Sarfatti
In pochi dissero no alle leggi razziali. Quando gli italiani si scoprirono ariani
Alcuni vennero sospesi dal partito per atteggiamenti «pietisti», la maggior parte si pentì dopo. Gli italiani che il fascismo nel 1938 definì «di razza ariana» contestarono le idee razziste e la persecuzione dei concittadini «di razza ebraica»? Questa domanda viene posta di frequente, specie da studenti, desiderosi di comprendere di quali comportamenti si trovino a essere di fatto eredi. Quando viene posta a me, rispondo che vi furono contestazioni, ma pochissime, e sottolineo che mancano ricerche scientifiche sul tema.
Una delle testimonianze più note è quella di Ernesta Bittanti, la vedova di Cesare Battisti, che nel diario di quei mesi annotò: «La stampa che è tutta statale, e vuole avere uno spirito antiebraico, dà uno spettacolo pietoso ributtante di incongruenze, contraddizioni, spropositi storici, nefandezze da sciacalli». Poi sul Corriere della Sera del 18 febbraio 1939 pubblicò un caldo necrologio dell'amico ebreo Augusto Morpurgo, tuttavia non meglio precisate «autorità» fecero cancellare le parole attestanti l'italianità dei Morpurgo.
Di recente Ruth Nattermann ha riportato che l'alto dirigente del ministero degli Esteri Luca Pietromarchi annotò sul suo diario: «Le idee fasciste sul razzismo ... un ammasso di sciocchezze » (14 luglio 1938). E poi: «Infierisce la campagna contro gli Ebrei ridotti a essere il vilipendio della nazione. Misure violatrici non solo dello statuto e delle leggi ma degli elementari diritti dell'uomo» (3 settembre).
Benedetto Croce manifestò la sua netta ripulsa in una lettera del 21 settembre all'Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti, impegnato a censire razza e religione di soci e famigliari: «Ricevo oggi qui il questionario che avrei dovuto rimandare prima del 20. In ogni caso, io non l'avrei riempito, preferendo di farmi escludere come supposto ebreo. Ha senso domandare a un uomo che ha circa sessant'anni di attività letteraria e ha partecipato all'attività politica del suo Paese, dove e quando esso sia nato e altre simili cose? L'unico effetto della richiesta dichiarazione sarebbe di farmi arrossire, costringendo me che ho per cognome CROCE, all'atto odioso e ridicolo insieme di protestare che non sono ebreo proprio quando questa gente è perseguitata».
Del tutto pubblica fu la contestazione del periodico L'igiene e la vita, diretto da Giulio Casalini («un vecchio medico socialista, deamicisiano ed umanitario », lo definisce Roberto Gremmo). Nel fascicolo di agosto 1938 il giornale riaffermò l'origine ebraica di Cristo e dei suoi primi discepoli; in quelli successivi si impegnò nella critica scientifica del Manifesto fascista della razza. E proprio «atteggiamento antirazzista» fu la motivazione con la quale le autorità ne disposero ripetuti sequestri sino alla soppressione nel 1939. Fuori d'Italia la condanna poté essere espressa liberamente. Ne Il razzismo in Italia, edito nel 1939 in Francia, l'esule comunista Giuseppe Gaddi scrisse: «Il giovane operaio o il giovane impiegato di Milano non può risolversi a considerare come un essere inferiore la piccola dattilografa milanese che dopo una visita alla sinagoga va a ballare con lui, come lo studente non può risolversi a considerare come una nullità il grande professore che lo ha educato e salutare invece come un grande scienziato il fascista che occupa la sua cattedra per il solo merito del "puro sangue ariano"».In questo elenco non possono trovare spazio i membri del Gran Consiglio del Fascismo che, nella seduta del 6 ottobre che approvò la Dichiarazione sulla razza, chiesero di ampliare le categorie di «benemeriti» (combattenti, ecc.) da esentare parzialmente dalla normativa antiebraica. Essi infatti non contestarono la persecuzione nel suo complesso (salvo affermarlo nelle memorie scritte dopo la sconfitta del fascismo). Vanno invece aggiunti gli espulsi dal partito fascista per atteggiamenti definiti «pietisti»: Ilaria Pavan ha rintracciato la menzione di quattro casi, non sempre lineari; altri potrebbero esservene stati.Sono note alcune altre contestazioni. Ma Annalisa Capristo ricorda che, per gli accademici, la lettera di Croce fronteggia solitaria una moltitudine di dichiarazioni di arianità noncuranti del suo «proprio quando». Ecco, la cifra media del comportamento degli italiani «bianchi ariani cattolici» sembra sia stata di noncuranza, adesione passiva o adesione attiva. Quelli perbene furono una ridotta minoranza. E forse non è un caso se proprio su questo tema la storiografia è rimasta così indietro. Forte è la sensazione che il silenzio sugli italiani perbene sia il prezzo che il nostro Paese ha pagato per non mettere troppo in rilievo troppi italiani mala gente.

24 settembre 2008

26 Settembre: Giornata Europea delle Lingue

Le lingue sono un patrimonio da tutelare e coltivare, nel variopinto giardino delle culture d'Europa. Domani in tutta la U.E. si celebrerà la giornata delle lingue, con manifestazioni, convegni e giochi per sensibilizzare giovani e adulti all'importanza delle lingue, dei dialetti e delle lingue regionali minoritarie.
Vi segnalo il sito internet: http://europa.eu/languages/it/home
Daniele Martina

22 settembre 2008

La metamorfosi del mestiere di giornalista

Furio Colombo
Il bavaglio, la malattia che uccide i giornali
In edicola con l’Unità il primo d’una serie di saggi di Furio Colombo. Esordio con un’indagine sulla metamorfosi del mestiere di giornalista. Dal New York Times a Le Monde il cancro è lo stesso. Il nuovo titolo non è una trovata per dare un segno vivace a una nuova edizione. Intende rendere evidente un aggravarsi del sistema delle informazioni in Italia dopo la clamorosa vittoria di Berlusconi nell’aprile del 2008. Con il suo ritorno al governo, che implica anche un progetto di vasta revisione costituzionale, piú o meno condiviso con l’opposizione, Berlusconi riporta al centro dello Stato il peso del suo impero mediatico, sommato al controllo sulla televisione di Stato, che gli è garantito dalla legge Gasparri, rimasta in vigore durante il breve governo del centrosinistra, sommato alla vastità della sua ricchezza, dunque capacità di influenza o potere sui consigli di amministrazione dei più importanti gruppi editoriali italiani. Il problema - in questa fase difficile per le democrazie occidentali, ansiose, insicure e inclini a rinunciare a diritti inalienabili come la libertà di stampa in cambio di una illusione di sicurezza - non è solo italiano, come testimonia Barbara Spinelli su La Stampa del 18 maggio 2008.«Sono tante le democrazie alle prese con una informazione che fallisce la prova, che al cittadino non rende visibile l’invisibile, che dal potere politico si fa dettare l’agenda, le paure, gli interventi prioritari. Che è vicina alle lobby e ai potenti piú che ai lettori».
Basterebbe ricordare lo scandalo del Pentagono che fin dall’inizio della guerra in Iraq ha fatto in modo che ex ufficiali venissero assunti come «esperti militari» dalle maggiori reti televisive americane, in modo da assecondare autorevolmente, in ogni telegiornale o talk show le notizie preferite dal Pentagono. Basterebbe citare lo scandalo del New York Times che per anni ha passato le «veline» della Casa Bianca al New York Times attraverso la principale notista politica di quel giornale (poi scoperta per caso e licenziata, come si narra in questo libro). Basterebbe riferirsi ai tormenti del quotidiano Le Monde, uno dei piú autorevoli del mondo, che non riesce ad uscire da una crisi che in parte è economica e in parte di capacità e volontà di confermare senza compromessi la propria missione.Ma vede giusto la Spinelli quando aggiunge alla sua dura diagnosi il quadro, peggiore, della situazione italiana: «Quel che ci rende originali (noi italiani, ndr) è il fallire del sistema immunitario che altrove funziona. Non sappiamo liberarci dalle patologie, dalle loro cellule».L’informazione italiana non produce anticorpi atti a ristabilire un contatto con la società. Il risultato è palese, oggi, e lo storico Adriano Prosperi lo descrive con nitidezza: «Un venticello dolce di mutuo rispetto tra maggioranza e opposizione, un gusto di correttezza, un’aria di intesa e di pace. Fuori, intanto, una guerra tra poveri e pogrom moltiplicati contro Rom e diversi. Il guaio è che anche la stampa è palazzo: incensa serenità politiche ritrovate e scopre, d’improvviso, una società inferocita da tempo, ormai indomabile dalla destra che l’ha sobillata».
Il fatto è che la stampa e la tv, come buoni e fedeli retrievers trovano ciò che devono trovare e lo portano dove lo devono portare, in onda o in pagina, proprio come in una partita di caccia fruttuosa e bene organizzata. Una pesante anomalia in piú a carico dell’Italia e del suo sistema di notizie, che è casta-specchio della casta del potere.
In Italia, di frequente, e anche nel mezzo di drammatiche vicende nazionali e internazionali, i telegiornali aprono con interventi, parole, apparizioni del Papa che non sono notizia, sono buon materiale per i programmi religiosi e per qualche occasione di approfondimento. Invece la capacità della Chiesa cattolica di dirottare il corso delle notizie a vantaggio della propria prominenza si esprime in un vero, incontrastato dominio delle redazioni che il «silenzio stampa» italiano, preso nella doppia morsa del potere commerciale di Berlusconi e del potere religioso della Chiesa, segnato dalla resistenza esangue di un sistema immunitario allo stremo, di una contrapposizione politica fragile e smarrita, è un fatto tristemente evidente. Ma poiché sarà sempre contestato sia dalla malafede di chi - come abbiamo detto - domina la scena (la strategia vincente è sempre quella di farsi passare per parte minoritaria, perseguitata, un underdog che esercita con le unghie e coi denti un diritto alla sopravvivenza), sia da chi, in buona fede, e senza vedere la camera stagna in cui è racchiuso vuole difendere ciò che crede il suo buon, onesto lavoro, potrà essere utile offrire qui, all’inizio di questa breve esplorazione dell’infelice giornalismo italiano contemporaneo, la narrazione e documentazione di un fatto italiano e televisivo di ordinaria amministrazione che però è apparso tanto allarmante quanto esemplare a chi ha ancora memoria di giornalismo libero. È il caso Travaglio, il caso di un giornalista che, invitato ad una intervista giornalistica intesa come occasione mondana, si è preso la responsabilità di trasformarla in occasione politica. La Rai si è scusata con il pubblico, si è dissociata dall’intervistato-ospite, ha dichiarato che l’ospite risponderà personalmente dei danni, come se avesse devastato lo studio invece di raccontare ciò che sa e ha dimostrato di sapere di un personaggio delle istituzioni. Perciò abbiamo ritenuto di aggiungere un nuovo capitolo dedicato a questa strana avventura televisiva che offre una preziosa chiave di lettura per il materiale e le opinioni che seguono sullo stato del giornalismo italiano. Intanto Berlusconi torna a governare e si avvia, con tutto il peso delle sue vettovaglie, verso la presidenza della Repubblica.
* estratto dal sito de L'Unità

Open media: esperienze dal basso di informazione e partecipazione 2.0

Vi segnalo un'interessante chiacchierata che si terrà sabato pomeriggio a Genova, nell'ambito di "Fa' la cosa giusta" – Fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili".


Sabato 27 settembre 2008
Museo Antartide Spazio Conferenze, Genova - Porto Antico
Ore 15.30- 17.30


Dall'agenzia di comunicazione che promuove lo sviluppo sostenibile alla rete online per la documentazione collettiva sulla politica e i politici; dai siti locali di controinformazione alle campagne di sensibilizzazione trasformate da internet. Esperienze di comunicazione e giornalismo dal basso, gestite direttamente dai cittadini/utenti, con l'aiuto della Rete. Per un consumo critico dell'informazione.

Questo seminario vuole far dialogare diverse esperienze:
· Metamorfosi, l'agenzia di comunicazione impegnata a promuovere lo sviluppo sostenibile tra i cittadini, le imprese e le istituzioni;
· Fair, la cooperativa dedicata alla consulenza e formazione sulle economie solidali, alla comunicazione sociale, alla realizzazione di campagne di sensibilizzazione;
· Democrazia Elettronica, associazione che promuove progetti di trasparenza politica e di partecipazione democratica basati sulla Rete (tra cui OpenPolis);
· OLI, l'Osservatorio Ligure sull'Informazione nato per contrastare l'omologazione del sistema informativo e la riduzione progressiva delle voci di dissenso;
· Liberamente/Partinico, il blog di analisi, commenti e controinformazione sulla politica, gli affari e la società civile di Partinico (Palermo).
Partecipano: Cristiano Lucchi - Agenzia Metamorfosi, Vittorio Alvino - OpenPolis, Walter Molino Libera Mente/Partinico, Manlio Calegari - OLI: Osservatorio Ligure sull'Informazione, Monica Di Sisto - FAIR

Modera: Carola Frediani - giornalista, Totem

* segnalato da Simone D'Ambrosio

19 settembre 2008

Notte Bianca 2008: Piero Parodi

Mi piace pensare che per un genovese più o meno legato alle proprie origini Piero Parodi non abbia bisogno di presentazioni: non solo è la canzone genovese in persona ma è anche uno dei più noti ambasciatori della nostra cultura natale.
Poterlo conoscere di persona durante il lunghissimo pomeriggio di attesa della Notte Bianca è stata davvero un'esperienza unica. Rispetto agli altri servizi, quello dedicato a Piero Parodi è decisamente più originale: tra intervista e numerosi backstage, in una chiacchierata a più riprese, è stata toccata un'infinità di temi alternando discussioni serie a battute e piccoli sketch improvvisati in puro stile genovese.

* Guarda il mio servizio su YouTube

Vi segnalo, infine, che tutta la parte tecnica, montaggio compreso, dei servizi che ho realizzato durante la Notte Bianca e che vi ho segnalato in questi post è stata curata dagli amici della xeniaproductions.

18 settembre 2008

Genova Notte Bianca 2008: Roberta Alloisio e l'orchestra Bailam

La seconda intervista girata durante le ultime prove della Notte Bianca vede protagonista Roberta Alloisio, che poche ore dopo avrebbe dovuto cantare insieme all'Orchestra Bailam. Proprio a causa delle rumorosissime prove del gruppo, è stato necessario tagliare dal video due momenti molto interessanti in cui l'aritsta di casa nostra, rispondendo ad alcune mie curiosità, spazia da Fabrizio De André a don Andrea Gallo. Per chi non la conoscesse, Roberta Alloisio è una delle più brillanti cantanti e attrici genovesi: di lei mi piace ricordare soprattutto la partecipazione al concerto "Faber Amico Fragile" il 12 marzo 2000, nel 2006 lo spettacolo "Esistenza soffio che ha fame" con Don Gallo e Carla Peirolero e, infine, nel 2007 l'album - considerato dal Manifesto tra i 10 più belli dell'anno - e progetto culturale "Lengua serpentina" con l'orchestra Bailam.

Una volta cliccato sul link, vi consiglio di guardare il video in HD!

* Guarda la mia intervista a Roberta Alloisio
* Link al sito di Roberta Alloisio

16 settembre 2008

Genova Notte Bianca 2008: Marcello Colasurdo, i N.U.N.U. e la tammurriata napoletana

Marcello Colasurdo è uno dei più popolari cantanti della tradizione partenopea: la sua specialità è la tammuriata, una tradizionale danza napoletana che prende il nome dal particolare tamburello con cui viene suonata, la tammorra appunto. Insieme al gruppo N.U.N.U avrebbe dovuto prendere parte alla particolare "sfida" tra la canzone genovese e quella napoletana, organizzata sul palco di piazza De Ferrari in occasione della Notte Bianca di sabato scorso. La pioggia ha però impedito a qualsiasi artista di esibirsi, ma il sangue partenopeo, gli anni di vita operaia e la voglia matta di stare insieme alla gente hanno portato Marcello e la sua band a improvvisare più di un'ora di "tammurriata" tra le colonne di Palazzo Ducale. Il pubblico genovese, e non solo, non aspettava altro...e così con danze, canti e qualche strumento improvvisato ha potuto diventare co-protagonista di un concerto davvero sui generis.

*Guarda il servizio e la mia intervista a Marcello Colasurdo
*Link al sito di Marcello Colasurdo

15 settembre 2008

Come un uomo sulla terra

L'amica giornalista montenegrina Vesna Scepanovic mi ha segnalato questo interessante documentario dedicato alla tratta migratoria dall'Africa verso l'Europa.
http://comeunuomosullaterra.blogspot.com/
Daniele Martina

14 settembre 2008

La Notte Bianca di Genova

I servizi del 12, 13/14 settembre sulla Notte Bianca 2008 realizzati dagli studenti del corso di laurea specialistica interfacoltà in Editoria, Comunicazione multimediale e Giornalismo per conto di Genoa Municipality Channel sono in rete.

*Link a Genoa Municipality Channel
*Link alla Playlist: Notte Bianca - 2008
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12 settembre 2008

Tv Capodistria diventa un polo per la promozione dell'italiano

da Il Piccolo 12/09/08 http://ilpiccolo.repubblica.it/

"Tv Capodistria diventa un polo per la promozione dell’italiano"
Accordo con l’Unione e la Facoltà di umanistica dell’ateneo


CAPODISTRIA Promuovere la lingua e la cultura italiana sul territorio e valorizzare questa ricchezza in un'area che è storicamente multilingue, multiculturale e multinazionale. Questo l'obiettivo principale dell'Accordo di collaborazione firmato ieri a Capodistria dall'Unione italiana, il Centro Radiotelevisivo regionale di Capodistria e la Facoltà di studi umanistici dell'Università del Litorale. Non è la prima volta che i tre soggetti collaborano – lo hanno fatto, con successo, già in occasione del recente convegno internazionale di studi dedicato alla figura e l'opera di Pier Antonio Quarantotti Gambini – ma da ieri questa collaborazione è ufficiale, per cui ci sono i presupposti anche formali per promuovere nuove iniziative. Il documento è stato firmato dal presidente della Giunta esecutiva dell'Unione italiana Maurizio Tremul, l'aiuto direttore generale della Radiotelevisione di Slovenia per i programmi italiani Antonio Rocco e la preside della facoltà, professoressa Vesna Mikolic.Alla cerimonia erano presenti, tra gli altri, anche le direttrici dei Dipartimenti di italianistica, Nives Zudic Antonic, e di linguistica applicata, Lucija Cok. «È importante – ha sottolineato nel suo intervento la preside Vesna Mikolic – continuare a promuovere la tradizione multiculturale del territorio, una realtà che va ben oltre le celebrazioni dell'anno interculturale europeo». La collaborazione, è convinto Tremul, «è tanto più importante visto il processo di declassamento dell'italiano nelle scuole slovene, che da lingua dell'ambiente sociale viene sempre più spesso trattato come lingua straniera». Dall'italiano che diventa lingua straniera a considerare come stranieri anche gli italiani, il passo è breve. Diventa fondamentale, in questo contesto, il ruolo dell'Università, non solo per diffondere lingua e cultura, ma anche per diffondere conoscenza sulla storia e la realtà multietnica di queste terre, dove i tempi della convivenza sono stati ben più lunghi di quelli della contrapposizione e dello scontro.Risorse umane e finanziarie – cercando di sfruttare al meglio anche i possibili effetti sinergici dati dalla concentrazione di istituzioni universitarie nell'area (oltre a Capodistria anche Trieste, Udine, Venezia, Pola e Fiume) – saranno impiegate per la formazione di insegnanti (comprese le maestre d'asilo), traduttori, operatori culturali, giornalisti, ma anche per promuovere la conoscenza dell'italiano laddove in passato è stato spesso trascurato: nella sanità, negli ambienti della magistratura, nella pubblica amministrazione. L'Unione italiana, in collaborazione con la minoranza slovena in Italia, e basandosi anche sulla collaborazione della Facoltà di studi umanistici di Capodistria – in particolare del Dipartimento di italianistica – ha preparato in questo senso un progetto da presentare al concorso per i fondi Interreg Italia–Slovenia 2007-2013, che prevede, tra le altre cose, anche corsi di linguaggio settoriale per personale ospedaliero, giudici, poliziotti, impiegati pubblici.L'interesse è già notevole. I programmi italiani di Tv e Radio Capodistria con questo Accordo si rendono invece disponibili per ospitare gli studenti per degli stage. Nuovi spazi di collaborazione si aprono anche in seguito all'obbligo degli impiegati pubblici – di recente lo sono diventati tutti i dipendenti della Radiotelevisione slovena, compresi i giornalisti, (ndr.) – di conoscere l'italiano nelle zone bilingui. Il documento sottoscritto ieri crea le condizioni per promuovere sempre nuove forme di collaborazione, in base a quelle che in futuro potranno essere le esigenze del territorio, delle istituzioni minoritarie e del mondo del lavoro.".

11 settembre 2008

Italicità e Media nei Paesi dell'Europa Sud-Orientale" TIRANA 16 - 18 ottobre 2008

Genova, 11/09/08
Vi segnalo questa interessante iniziativa promossa dalla "Comunità Radiotelevisiva Italofona" in collaborazione con la RTV Albanese.
Daniele Martina

tratto da: http://www.comunitaitalofona.org/

"La Comunità Radiotelevisiva Italofona, in collaborazione con la Radiotelevisione Albanese, terrà a Tirana un Convegno internazionale sul tema "Italicità e Media nei Paesi dell'Europa Sud-Orientale" Lo scenario odierno del multilinguismo esprime la necessità di farsi conoscere e di conoscere. Ed è con questo spirito che la Comunità radiotelevisiva italofona vuole muoversi andando alla scoperta di un pubblico aperto agli scambi e alla sensibilità di coloro che amano la dimensione del "sentire italico" - dalla cucina, alla lingua, dalla moda e dal prodotto italiano alla cultura e ai media. Reciprocamente, si vuole mettere in risalto quanto l'italicità è e sarà tributaria degli arricchimenti nelle relazioni tra altri modi di sentire e vivere la realtà di regioni aperte e malgrado ciò sempre legate alle proprie tradizioni. Rivolgiamo un caldo invito a partecipare poichè riteniamo il contributo di tutti un arricchimento prezioso. A breve sul sito troverete informazioni dettagliate sulle modalità di partecipazione. "

07 settembre 2008

"Progetto Solidarietà"

Vi segnalo la rivista "Progetto Solidarietà", a cura dell''associazione onlus Centro Cooperazione Sviluppo Italia Secondo le indicazioni del titolo si propone di informare sull'attività del CCS e di far conoscere gli scenari del mondo meno frequentato dai grandi media.
La rivista trimestrale pubblicata a Genova è diretta da Anna Pisani.



*Link ad alcuni numeri della rivista "Progetto Solidarietà"

Premio giornalistico

Premio giornalistico 2008 “Sì alle diversità. No alle discriminazioni.”

Il premio giornalistico “Sì alle diversità. No alle discriminazioni.” intende assegnare un giusto riconoscimento ai giornalisti Web o della carta stampata che tramite il loro lavoro contribuiscono a diffondere nell’opinione pubblica una migliore comprensione dei vantaggi della diversità e della lotta contro la discriminazione. Giunto al suo quinto anno, il concorso è rivolto ai giornalisti dell’UE che si occupano delle problematiche relative alle discriminazioni basate su razza, origine etnica, religione, convinzioni personali, età, handicap e orientamento sessuale.
Tutti gli articoli inviati devono essere apparsi su una testata Web o della carta stampata, incluse le pubblicazioni aziendali, universitarie o di associazioni.
Giurie indipendenti costituite da professionisti del settore della comunicazione ed esperti in materia di antidiscriminazione selezioneranno 27 vincitori nazionali. Gli articoli selezionati verranno poi valutati da una giuria europea, che decreterà un vincitore assoluto e il secondo e terzo classificato. In palio, premi del valore massimo di 4.500 euro fra attività e apparecchiature, quali la partecipazione a una conferenza o a un seminario sul tema della discriminazione nell’UE, un viaggio a Bruxelles per incontrare funzionari UE, MPE e altre parti rappresentative oppure apparecchiature elettroniche utili al lavoro del giornalista.
L’edizione di quest’anno prevede inoltre l’assegnazione di un Premio speciale riservato ai giornalisti che con il loro lavoro mettono in luce la condizione dei Rom in quanto comunità frequentemente oggetto di atti di violenza razzista, discorsi di incitamento all’odio e discriminazioni nell’accesso all’occupazione, all’istruzione e ai servizi sanitari, pubblici e sociali. Anche in questo caso, le giurie sceglieranno un vincitore a livello nazionale, mentre il vincitore assoluto verrà decretato fra questi dalla giuria europea.
Le candidature devono essere inviate on line tramite il sito Web del Premio giornalistico 2008 che verrà inaugurato all’inizio di agosto. Il termine ultimo per le iscrizioni è il 31 ottobre 2008.
link al modulo di partecipazione al premio
(bando pubblicato nel sito web della Commissione Europea per la lotta alla discriminazione)

*segnalato da Christian Piccardo - OSI



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05 settembre 2008

Notte bianca "alternativa"

GENOVA: NOTTE BIANCA? GRILLO LANCIA IL 13 SETTEMBRE LA NOTTE GRIGIO TOP

(ASCA) - Roma, 5 set - A Genova la notte delle periferie sfida quella del salotto buono della citta'. Mentre nel centro della citta' il 13 settembre prossimo si celebrera' una sfavillante Notte Bianca, al Cep (Centro edilizia popolare) di Pra' Beppe Grillo rilancia la sua Notte Grigio Topo: eventi, iniziative, ma soprattutto un suo intervento in piazza, centrato sulla disattenzione delle amministrazioni locali e della politica verso il ponente genovese, nel quale tocchera' temi comuni a tutte le grandi citta' italiane.Il Cep non e' il classico quartiere degradato metropolitano inerte e senza speranza. Il Consorzio Pianacci, ad esempio, e' teatro di una convivenza ottima tra musulmani e italiani. Tutti, ad esempio, collaborano anche con il parroco, che anima un importante centro sociale e sportivo.Al Cep e' nata, ancora, la ''Ceppions league'', alla quale tutti gli anni partecipano gratuitamente 80o bambini e ragazzi di tutte le etnia presenti.Poi c'e' l'evento ''Cus cus e Pesto'', 500 cene offerte al quartiere da famiglie musulmane e italiane a cavallo tra le due culture culinarie. In zona esiste anche una ''estate di quartiere'', che funziona come un centro estivo co-organizzato con le famiglie italiane e straniere dei quartieri limitrofi, per dare ai ragazzi un'opportunita' di gioco a divertimento alternativo ai muretti alla chiusura delle scuole.Sabato 13 settembre dalle ore 21 presso il Consorzio Pianacci, in via della Benedicta 14, nel quartiere Cep, Beppe Grillo vuole accendere con il suo spettacolo un riflettore sull'atteggiamento che le istituzioni dedicano alle periferie, ''considerate come immensi ammortizzatori sociali urbanistici piu' che come cintura verde e di comunita' locali intorno alla citta'''. Queste scelte, continuano gli organizzatori dell'evento in una nota ''non considerano i molti centri storici genovesi (Genova e' lunga 30 kim sul litorale e ingloba molti quartieri che hanno mantenuto un'identita' propria), da Voltri a Nervi, che realizzano una vita di comunita' fonte di benessere e socialita' per i cittadini, contrapposte alla urbanizzazione disordinata che minaccia di devastare e ha devastato interi quartieri''.


tratto da ASCA (agenzia stampa quotidiana nazionale)

L'Europa in formato notizia

Il 25 giugno 2008 a Milano sono stati presentati i risultati di un monitoraggio sull'attenzione dei media italiani per l'Europa nel primo semestre del 2008 a cura di Stefano Mosti dell'Osservatorio di Pavia. Il documento è disponibile nel sito della rivista "Prima comunicazione"

L'Europa e i media italiani , Milano 25 giugno 2008

*segnalato da Chiara Franceschi.
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04 settembre 2008

Cinema e fiction

Ernesto Galli Della Loggia
L'Italia falsa delle fiction
"Il Corriere della sera", 31 agosto 2008


La fiction televisiva è l’esatto opposto del cinema italiano... una sua caricatura

Come si vede in questi giorni a Venezia il cinema italiano continua a mostrarsi ricco di idee e di talenti, vitale e competitivo. L’Italia però non sembra accorgersene, non sa che farsene: solo così si spiega come mai da noi impazzi da anni quella particolare rappresentazione cinematografica che si chiama fiction, la quale ha nella televisione pubblica e privata la sua produttrice e consumatrice esclusiva, e quindi può contare su milioni di spettatori ogni sera. La fiction televisiva è l’esatto opposto del cinema italiano, una specie di sua adulterazione permanente. Meglio: una sua caricatura. Il cinema ha raccontato l’Italia agli italiani e al mondo, e facendolo non solo ha contribuito a formare come nessun altro la coscienza vera del Paese, ma ha saputo spesso esprimere significati morali ed estetici di valore universale. Ancora oggi registi come Pupi Avati, Giuseppe Tornatore, Gabriele Muccino, Marco Tullio Giordana, raccontano con il timbro della verità e della poesia storie che parlano di noi, che riguardano il nostro passato e il nostro presente.
Esattamente l’opposto di quanto si vede sugli schermi televisivi: non per nulla tranne eccezioni rarissime nessuno dei registi di nome del nostro cinema viene chiamato a dirigere la fiction che va in televisione. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Sempre fatte salve le solite eccezioni (dalla lontanissima «Piovra » ai più recenti «La meglio gioventù» o «Montalbano ») la fiction sia della Rai che di Mediaset è una cosa da brividi: dialoghi surreali, scenografie e location posticce, interpreti regolarmente mal scelti e una recitazione sempre sgangherata, fuori tono, in genere troppo enfatica (anche bravi attori come Virna Lisi, Diego Abatantuono o Giancarlo Giannini sono costretti a recitare battute improbabili in ruoli che non stanno assolutamente in piedi). Ma sono le trame e le sceneggiature che soprattutto gridano vendetta. Qui è il trionfo dell’inautentico, dell’implausibile, del finto. Finti, fintissimi, i carabinieri, i distretti di polizia, la gente di mare, i posti al sole, i medici, e tutto il resto che popola le serate degli italiani. Finte pure le foibe, i don Bosco, i De Gasperi.
Ma non la grande finzione delle favole, bensì il povero finto delle stoffe dei magliari. Si capisce a prima vista, ad esempio, che tutti sono alla ricerca del nazional- popolare, del «semplice ma avvincente e profondo», epperò ogni volta il risultato è il patetico, il falso, la tirata retorica, la lacrima e il grido che sanno unicamente di artificio. Alla fine, così, restano solo e sempre, anche quando fischiano le pallottole e ululano le sirene, scialbi, scialbissimi fumettoni piccolo-borghesi dove nulla riesce ad apparire ciò che vorrebbe essere. Il difetto è nel manico, dice chi se ne intende. E cioè che nel caso della televisione italiana il ruolo del regista è sempre sostanzialmente marginale mentre invece il potere vero è nelle mani dei vertici delle direzioni aziendali, ormai divenuti i veri grandi boss della produzione. Da tempo sono ormai questi a decidere delle trame, degli sceneggiatori, degli attori, di tutto. Quasi sempre però— e questo è il punto decisivo— tenendo conto soprattutto del proprio personale tornaconto, spessissimo di propri personali legami con interessi esterni, anziché di parametri qualitativi degni di questo nome. È anche in questo modo, umiliando il proprio cinema, restringendo il campo d’azione dei suoi uomini e donne migliori e dunque perdendo la capacità di raccontarsi, che un Paese non riesce più ad essere se stesso, a ritrovare la propria identità. E se quel Paese è l’Italia, la cosa forse ci riguarda da vicino.
31 agosto 2008

In libreria

Felice BorsatoIl cronista
Roma, RAI-ERI, 2008

Descrizione
"Il Cronista, Felice Borsato, fa della sua esperienza del mestiere un vademecum per chi si vuole dedicare alla difficile e impegnativa professione. Dalle regole di base all'evoluzione dell'attività di cronista negli ultimi quarant'anni, questo volume è un vero e proprio manuale, ma non solo. Infatti, i preziosi consigli sono avvalorati da una accurato studio sul cambiamento del mondo della carta stampata e della sua percezione da parte dei lettori. Tutto questo viene poi corredato da aneddoti e ricordi dell'autore, che ricostruisce, ovviamente da perfetto cronista, una serie di vicende che hanno segnato la nostra storia e la nostra società degli ultimi trent'anni: dal sequestro di Aldo Moro alla tragedia di Vermicino, dall'attentato a Giovanni Paolo II allo scudetto vinto dalla Roma nel 1983".
* scheda estratta dal portale WUZ
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03 settembre 2008

Giornalismo per inviati in aree di crisi

Il prossimo 6 ottobre prenderà il via il Corso di Perfezionamento in GIORNALISMO PER INVIATI IN AREE DI CRISI intitolato alla giornalista Maria Grazia Cutuli, uccisa in Afghanistan nel 2001.
Il corso é riservato a giornalisti laureati iscritti all’albo e a giovani laureati che abbiano completato il praticantato presso una delle scuole di giornalismo riconosciute dall’Ordine. Il corso, attivato presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, prevede: 90 ore di lezioni frontali in Università, lezioni teoriche a cura delle Forze Armate e della Protezione Civile, esercitazioni pratiche in zone d’operazione (una settimana in Libano con le Forze Armate e un fine-settimana a Stromboli con la Protezione Civile), seminari e conferenze.
Le domande d’ammissione possono essere presentate entro e non oltre il prossimo 22 settembre 2008 collegandosi al sito dell’Università “Tor Vergata” http://delphi.uniroma2.it.

Per informazioni vedi il sito della Fondazione Maria Grazia Cutuli (Fondazione Cutuli Onlus).

Link al Programma del corso presentato dal Corriere della sera, 14 agosto 2008


* segnalato da A.R.

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Giornalismo e letteratura

Scrittori e giornalismo. Sondaggio sul Novecento letterario italiano, a cura di Marco Dondero, Macerata, Eum, 2007, 128 p.


*Il saggio è stato estratto dall'Archivio digitale del CEUM Edizioni digitali dell'Università di Macerata
Per leggere il testo in formato pdf link sul titolo

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02 settembre 2008

Cultumedia. Cultura, media e Società.

Il numero di settembre della rivista online Cultumedia. Cultura, media e Società presenta lo speciale "Sportiva-mente", dedicato ai vari aspetti dello sport.

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