Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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09 gennaio 2009

Facebook & Ebay took my baby away

Ci stupiamo, in Italia.
Siamo capaci di provare terrore per le cose più insulse, paesino vetero-borghese, Italietta.
Un becero sensazionalismo soffoca la vita pubblica, fa da topic nella discussioni private.
Ci stupiamo, in Italia. E per le facezie più futili.
Facebook, dunque, viene citatato a giorni alterni: La questione mamme-allattanti - peraltro scabrosa, ammetto - come quella filo-mafiosa hanno portato per l’ennesima volta il social network sulle prime pagine. E' ovvio che in un paese civile/di diritto/di martiri, sentire osannati alcuni figuri legati alla malavita organizzata farebbe, quantomeno, alzare le sopracciglia. Inorridire.
Che della cosa, però, si faccia lente d’ingrandimento sul popolo o che se ne faccia impressione conduce meccanicamente ad alcuni quesiti:
E’ doveroso farne della sensazione?
O è forse un’amplificazione sterile di pulsioni pre-esitenti?
Sappiamo stupire, in Italia. E sappiamo stupirci.
La questione è stupirsi per le cose sbagliate.
E’ come se nella Repubblica di Salò i giornali cominciassero ad enumerare i servigi cornifici subiti da donna Rachele.
Non mi sbalordisce - volendo restare in tema - che tale soubrette, in chissà quale programma, faccia sfoggio del tale gioiello del quale è lei stessa testimonial.
Non mi sbalordisce che Striscia La Notizia, il più triviale dei programmi tv, se ne faccia scrupolo, urlando la notizia, e al megafono.
Non mi sbalordisce che si tratti di grida contro un programma Rai.
Non mi sbalordisce pensare che il programma in questione sia padre, in un certo senso, di un certo sensazionalismo di traverso, atto ad atterrire all’insulso, a veicolare una retorica ben pensante, capace di farci additare il mostro per sentirci santi.
Non mi stupisce che tale programma, per il servizio sulla collanina-pubblicitaria di cui parlavo, abbia citato il sig. Catricalà, insignissimo presidente dell’anti-trust, come deus ex machina del corretto utilizzo dei mezzi televisivi, come figuro ombroso atto a smascherare ogni tentativo di pubblicità occulta, irreprensibile.
Non mi stupisce che, nello stesso programma, non si sia citato ancora questo personaggio come causa dell’immobilismo verso i trust dell’editore di riferimento(per citare un epico Vespa).
Non mi stupisco.
Deve essersi irretito il mio senso dello stupore: dopo anni di Tv, passiva e voluta, ho dimenticato evidentemente il puzzo della pudicizia.
Dopo anni di Striscia La Notizia e Porta a Porta mi è stato recapitato il passaporto dell’Italietta del sensazionalismo, pare. Temo sia connaturato alla tv: chi la fa, per esempio, dev’esser stato contagiato a pieni polmoni.
All’editore di mediaset, per dire, non può stupire che Provenzano faccia proseliti in rete.
Mangano, d’altronde, era un eroe, e non stupisce.

Vincenzo Marino
[versione aggiornata e moderata per GiornalismoRiflessivo]

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