Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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21 marzo 2009

Giornata dell'antirazzismo

Il 21 marzo è la “Giornata internazionale per l'eliminazione della discriminazione razziale", istituita nel 1966 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

"Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.

"Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza,
di nascita o di altra condizione".

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*link utili
Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo - 1948 (dal sito di Amnesty International -sezione italiana )
sito della campagna Non avere paura Campagna nazionale contro il razzismo, l’indifferenza e la paura dell’altro
Carta di Roma. Protocollo deontologico concernente richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti
sito http://www.razzismobruttastoria.net/, osservatorio sui temi del razzismo e dell'integrazione, lanciato dalla Feltrinelli.

Decalogo per la convivenza inter-etnica di Alexander Langer, 1994.

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*segnalato da R.C.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho sempre avuto qualche riserva nei riguardi delle "Giornate dedicate a..." : la giornata dei diritti dei minori, la giornata contro la violenza sulle donne e così via. Sabato 21 marzo è stato dedicato all'antirazzismo.
Purtroppo la nostra società è ancora grondante di discriminazione razziale e non sembra dare segni di miglioramento o, almeno, di quel miglioramento radicale, necessario per un ribaltamento totale della percezione comune del cosiddetto "straniero".
"Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti", sarebbe davvero bello se fosse così. Sarebbe splendido se cominciassimo a percepirci l'un l'altro come essere umani e non come stranieri, clandestini, immigrati, musulmani, neri, cinesi, arabi e via discorrendo. Sarebbe bello spogliarsi di paure e pregiudizi, di abbandonare i vecchi abiti per indossarne di nuovi; sarebbe bello, sì, sarebbe fantastico. Ma una giornata all'anno conto il razzismo non basta, ci mette solo a posto con la coscienza. Prima di tutto il cambiamento deve avvenire dentro di noi, nelle singole persone ed espandersi, dilatarsi a macchia d'olio. Per questo credo sia necessario essere irremovibilmente intolleranti nei confronti di comportamenti anche lievemente razzisti e promuovere uno stile di vita che sia aperto alla conoscenza di tutto ciò che è altro/diverso da noi.
Questo significa anche dare più valore alla singolarità delle persone e alla loro unicità e, invece di soffocare l'individualità, renderla visibile. Lo scambio di vissuti, esperienze, modi di vivere può solo portare ad un arricchimento anzi, credo che l'unico modo per conoscere davvero il mondo sia aprirsi alle altre persone.
Perchè allora, in una società così globalizzata, così espansa e dove i confini si stanno sgretolando si ha ancora così paura dello straniero?
La risposta é molto semplice: abbiamo paura di chi é diverso perché abbiamo paura di confrontarci e, poiché un confronto con l'altro da sé implica sempre un confronto con sé stessi, preferiamo rimanere barricati dentro le solite vecchie quattro mura piuttosto di metterci in discussione. In sintesi, abbiamo il terrore di guardarci allo specchio. Per questo si organizzano giornate umanitarie, per evitare il confronto vero e il conseguente cambiamento, per non sforzarsi troppo e per fare bella figura.
Ogni giorno deve essere un giorno antirazzista, ogni giorno bisogna inorridire di fronte a qualunque episodio di violenza, ogni giorno bisogna fare un passo in avanti verso l'umanizzazione delle persone.

Chiara Ravano

Unknown ha detto...
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