Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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21 febbraio 2010

E l'uomo incontrò il cane

Presentare un evergreen come E l’uomo incontrò il cane è una sfida. Ma, per me, è un libro nuovo, mi entusiasma come un nonno, scienziato, che racconta meraviglie ai più giovani; e voglio condividerlo con tutti coloro che come me amano gli animali, i cani in particolare, in modo umanamente intuitivo e inconsapevole. E questo, ci avvisa subito Lorenz non è sempre un bene.
Il rapporto affettivo e sociale fra l’uomo e il cane, indagato con metodo scientifico nella professione, nel Lorenz narratore diventa storia avvincente di forte impatto emotivo, capace di mettere in discussione comuni preconcetti sulla natura stessa e sulle capacità dell’uomo di relazionarsi con essa.
Ipotesi romanzate (per ovvia mancanza di prove e testimonianze) dicono la nascita del legame fra i nostri antenati cavernicoli e gli antenati dei cani, gli sciacalli dorati, per maggior opportunità di trovare entrambi cibo ma anche per l’effetto “casa” di avere accanto esseri viventi. Diversi, certo, ma altrettanto fragili, impegnati a sopravvivere in territori ostili.
Il senso del branco, ancor oggi più spiccatamente presente nelle poche razze che discendono dai lupi (chow chow, huski e altri cani nordici) insieme al legame innato fra cucciolo e genitore, più forte nelle razze (più numerose) derivate dallo sciacallo sono le radici dell’attaccamento del cane all’uomo.
Bingo, Pygi, Senta, Stasi e tutti gli altri cani di Lorenz scodinzolano e corrono in queste pagine, vivono storie allegre e tristi, per ricordarci dell’educazione, quella vera, e delle regole del vivere in gruppo che per primi i padroni devono imparare.
Lorenz punta il dito sui motivi che più spesso la gente adduce per avere un cane; quasi mai traggono legame dal primordiale e positivo attaccamento alla natura ma nascono da pulsioni autocentrate o estetiche; le conseguenze nel tempo si manifestano come assenza di rispetto, di responsabilità morale e materiale, di incapacità di sviluppare in modo armonico un rapporto con il cane, che lo renda un essere felice.
Molti aneddoti parlano della scelta, e delle somiglianze anche buffe che si creano negli anni fra cane e padrone, laddove ci sia affiatamento, come capita sempre nelle unioni e nelle convivenze riuscite.
Il rapporto delicato fra cani e bambini, i quali devono imparare a rispettarli più che a temerli.
Un po’ di critiche alle esposizioni canine e agli allevatori che selezionano su canoni estetici, trascurando le capacità intellettive e di apprendimento della discendenza; bellezza e intelligenza purtroppo sono due qualità già rare da trovare singolarmente che - dice Lorenz - è improbabile averle insieme ai massimi livelli così nei cani come negli umani.
Da grande etologo fa emergere obbedienza, odio, paura, fedeltà, nevrosi, e altri trastti presenti dalla notte dei tempi nella relazione uomo-cane, tanto complessa e ricca da manifestarsi anche come amicizia.
Ma solo se l’uomo è in grado di comprendere appieno la caninità e rispettarla. Perché un cane non è solo un essere che dipende da noi, e si fida di noi; la sua fedeltà è illimitata e questo non può lasciare nessuno indifferente, Lorenz stesso si imbarazza e si commuove dell'atteggiamento altruistico completamente gratuito che ci ripropone ogni giorno gli interrogativi sui modi e i valori con cui costruiamo il rapporto con gli altri e con la natura.
Si legge 3-4 ore. Consigliato a chi ha un cane, a chi dichiara di non volerne mai e con i bambini, quando ci chiederanno un cucciolo in regalo.
Silvia Dini
Konrad Lorenz
E l'uomo incontrò il cane

Milano, Adelphi, 2008 (36° ed.), pp. 123.
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