Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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21 aprile 2011

Il papa riluttante

Michel Piccoli

Habemus Papam, ultima prova di Nanni Moretti, é un film scritto con la mano della leggerezza (bellissima la scelta della canzone Todo cambia di Mercedes Sosa che irrompe nelle stanze del Vaticano, bellissima davvero). Il film è davvero sul Vaticano? Il "papa riluttante" è l'antitesi del Caimano. Il caimano è l'uomo di successo che grida ed impone ossessivamente la sequenza dei suoi trionfi ai quattro angoli della terra, in ogni occasione, che reclama senza l'ombra del dubbio il suo diritto di determinare ogni cosa, ogni ambito sovrastando anche la legge, pronto a distruggere come un rullo compressore; il "papa riluttante" è l'uomo del dubbio, consapevole della propria debolezza, ma ... alla fine si rivela l'uomo che sa dire NO. Quel No finale sconvolge ogni piano (forse non il piano di Dio), lascia allibito l'intero Palazzo, stordisce tutti i presenti proprio perché piomba sulla piazza come l'annuncio inatteso. E' il no di chi sa di non saper fare (o non voler fare) quello che altri hanno deciso che dovrà fare (fare bene o fare male a loro non importa). E' il no alla probabile strumentalizzazione. E' il no dell'umiltà, è il no della libertà più responsabile. Perché non si deve mai consegnare la propria libertà ad altri, nemmeno in cambio degli onori più alti.
"Papa riluttante" è colui che non sarà mai caimano, che forse dice No per non rischiare un giorno di ritrovarsi nel ruolo del caimano (magari perché il contesto riuscirebbe a manipolare la sua libertà). Questo il caimano non lo sa, non può saperlo perché non conosce il dubbio, perchè si muove solo per asservire, piuttosto che per servire cause nobili per il bene di tutti, nessuno escluso.
Questa è la mia lettura di questo film forse perché fin dalla prima volta in cui a scuola incontrai "colui che per viltà fece il gran rifiuto" considerai Celestino V l'eroe più umano proprio perché aveva avuto il coraggio del No, "non io".
Ma ritengo anche che il film proponga sottotraccia una lettura più politica, che probabilmente nasce da quel clamoroso intervento di Nanni Moretti del 2002 a Piazza Navona di fronte all'allibito parterre dei leader del Pds ("con questa élite dirigente perderemo sempre"). Con la metafora del "papa riluttante" che sa dire "no, non ne sono capace" chiede a chi pretende di dirigere la sinistra senza avere i requisiti della leadership, senza avere la progettualità, di farsi da parte. Ma é anche il no indicato all'intera intera élite politica della "seconda Repubblica" che in modo trasversale, soprattutto, non sa fare ma pretende di continuare a restare ai posti di comando con tutta l'arroganza di chi non sa neppure che cosa sia l'etica pubblica. Il problema è che all'orizzonte ancora non si vedono personalità capaci di dare concretezza al futuro di noi tutti con sapienza democratica.
mmilan

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