Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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16 maggio 2011

Impossibile resistere alla voce di corridoio


Ne siamo circondati. Si diffondono e ci contagiano in maniera pandemica, tanto che è impossibile non aver mai avuto a che fare con una di queste piccole pulci. Sono i gossip, i rumors, le voci. Molte parole per definire le notizie false e infondate. “Ho sentito”, “si dice che”, “voci di corridoio dicono”, iniziano tutte con le stesse introduzioni, le stesse formule, come le fiabe.
Cass R. Sunstein, nel suo saggio Voci, gossip e false dicerie, mette in guardia il lettore e spiega il fenomeno, ammiccando spesso alla psicologia cognitiva e proponendo il tema in modo piacevole, tanto che il libro può essere letto in un paio d'ore. Facendo spesso riferimento a eventi ben conosciuti e all'attualità l'autore esamina i processi che sono dietro alla proliferazione del gossip, aiutandoci a capire come è facile cascare nella voce senza nemmeno rendersene conto.
Le paure e le speranze sono inneschi eccezionali, i quali alimentano i dubbi, le paure, le speranze della gente nei confronti del governo, dei gruppi terroristici, di particolari personalità o anche, molto banalmente, del vicino di casa.
Sunstein sostiene che le voci infondate non sempre nascono con l'intento di recar danno, ma spesso vengono diffuse semplicemente per supportare una causa o per promuovere quello che è ipoteticamente il bene pubblico. Ovviamente la maggior parte di queste notiziole nasce con l'intento di calunniare e di danneggiare, soprattutto per quanto concerne la sfera politica ed economica di un paese. E le persone ci cascano, sempre.
Quante volte si crede incondizionatamente a un rumors solo perché veniva dipinto male un personaggio che già non si apprezzava precedentemente? E spesso, per far cadere questa voce, ci si è sentiti sia presi in giro sia seccati proprio perché era una falsità e non un'informazione veritiera.
Il problema che sorge quando ci si trova davanti a fenomeni del genere consiste nell'entrata in gioco di una molteplicità di fattori come le conoscenze che si possiedono, le emozioni, le nostre convinzioni. Questi aggirano le nostre informazioni e le nostre capacità di raziocinio e innescano in noi meccanismi nei quali è davvero facile cadere.
L'autore espone alcune di queste “trappole”, tra cui le cascate sociali, le quali consistono nell'assecondare e attuare affermazioni e comportamenti di un leader, o la polarizzazione dei gruppi, che si manifesta quando più persone con le stesse idee si incontrano e approdano a idee più estreme.
La paura di non essere al passo coi tempi, di essere considerati ignoranti o non accettati fa sì che spesso si cada in questi spiacevoli fattoidi.
Sunstein analizza soprattutto i nostri tempi, cioè l'era di internet, in cui è ancora più facile cascare in questo tipo di voci, celate dietro a un post di un blog o da un video su YouTube, tanto più che ci si sente attirati da i numeri delle visualizzazioni o dal consiglio di un amico.
Alla luce di quanto viene chiarito nel saggio si arriva a comprendere il vero danno che può derivare da un'eccessiva proliferazione di rumors: un pericolosissimo effetto censura (chilling effect), il quale minaccia la libertà d'espressione e la democrazia stessa. Una buona informazione, equilibrata e sostanzialmente obiettiva, potrebbe contrastare questo dilagare delle voci di corridoio. Le correzioni e le rettifiche, per quanto tempestive, invece potrebbero rafforzare la forza della diceria, attirare ancora di più, anche perché nella mente scatterebbe improvvisamente la diffidenza per chi corregge, a causa delle convinzioni pregresse.
Un interessante saggio su un fenomeno così diffuso e incontrollabile, e che, allo stesso tempo, fa riflettere sulla funzione dei fautori dell'informazione. Propone una tesi assolutamente condivisibile ma non pone davvero una base per arginare la crescente mole di rumors, forse perché non esiste una soluzione davvero efficace. Infatti il citato chilling effect, a mio avviso, oltre a essere una soppressione barbara, non sembrerebbe essere così efficace, considerando l'impossibilità, almeno per quanto concerne il web, di risalire al propagatore della diceria.
Dario Veglia


Cass R. Sunstein
Voci, gossip e false dicerie.
Come si diffondono, perché ci crediamo, come possiamo difenderci
Milano, Feltrinelli, 2010, 105 pp.

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