Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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19 giugno 2011

Un, due, tre ... Stella!


Più volte nelle pagine di questo libro ci sorprende una prospettiva diversa da quella consueta, una prospettiva che cerca di cogliere nell’impasto di ogni vicenda sentimenti ed emozioni normalmente non concessi nelle ventimilabattutenonunadipiù richieste dal caporedattore!
Confessione reporter è una sorta di vendetta contro queste misure alle quali ogni giornalista è sottoposto; è un modo intenso ed esaltante per non essere solo strumento passivo, spettatore impassibile delle disgrazie altrui. Dotato di un linguaggio ammiccante, esso è anche un intenso colloquio con il lettore, che viene trasportato in una realtà di volta in volta dolente, feroce, straziante…
Alla presentazione del libro, avvenuta a Roma il 5 maggio scorso, Mirta Merlino dice di Stella Pende: “ Attraversa il dolore fino in fondo, anche a costo di uscirne più fragile ”. E il meccanismo del dolore in questi reportage non muore mai, ce n’è sempre uno più grande, come tante fiammelle che infine provocano l’incendio.
Frutto di schegge della memoria, di interviste rimaste prigioniere in archivio come anime tormentate in Purgatorio, esso è un romanzo che non è un romanzo bensì la catarsi della memoria e il racconto di una vita.
Simona Tarzia
Stella Pende
Confessione reporter. Quello che non ho mai scritto
Milano, Ponte alle Grazie, 2011, 294 pp.

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