Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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07 ottobre 2011

Steve Jobs, genio folle

Oggi il mondo è attonito perchè è consapevole di aver perso un vero fantastico genio: Steve Jobs il creatore della Apple (Classe 1955).
Questa invenzione straordinaria e le altre che verranno in seguito, hanno letteralmente rivoluzionato in meglio la vita di noi tutti facendone degli oggetti insostituibili perchè grazie a loro, gli uomini si sono sentiti meno soli perchè la facile comunicazione ha sconfitto la solitudine e la musica è diventata un'amica inseparabile.
Ma chi era ai miei occhi Steve Jobs?
Un personaggio carismatico che ha saputo conquistare il cuore di noi giovani rivolgendosi con semplicità, calma e fermezza. Ci ha fatto credere ancora nel futuro e ci è riuscito usando semplicemente delle parole che ci hanno trasmesso coraggio e fiducia e facendoci capire che solo usando il nostro intuito e il nostro cuore riusciremo a conquistare le nostre aspirazioni.
Il punto è: non dobbiamo farci sconfiggere dalle opinioni così negative che la società oggi tende a farci credere scoraggiandoci ma dobbiamo cercare e trovare ciò che veramente amiamo perchè il giusto lavoro riempirà gran parte della nostra vita e sarà l'unico modo per essere veramente soddisfatti.
A questo proposito mi viene in mente un altro personaggio che ha lasciato un testamento spirituale che ormai è già scritto nella storia: Papa Wojtyla. Anche lui grande amico di noi ragazzi. Mai un Papa si era avvicinato così tanto al mondo dei giovani di ogni colore, nazionalità e classe sociale.
" Fate della vostra vita un autentico e personale capolavoro, non abbiate paura!". Questa è una delle frasi che non dimenticherò più.
Anche il discorso che Steve Jobs ha fatto in occasione della consegna dei diplomi celebratesi il 12 giugno 2005 all'università di Stenford, è ricco di frasi indimenticabili. Quella che però mi ha lasciato più sbalordita è la seguente: "Nessuno vuole morire. Neanche chi vuole andare in Paradiso vuole morire per arrivarci. E nonostante tutto, la morte è la destinazione che condividiamo. Nessuno vi è mai sfuggito. E così dovrebbe essere perchè la Morte è probabilmente l'unica, migliore invenzione della Vita. E' l'agente di cambiamento della Vita. Elimina il vecchio per far spazio al nuovo".
In una società in cui noi abbiamo perso il senso di un destino collettivo e quindi sentiamo la nostra morte come un evento esclusivamente individuale, definitivo e perciò inaccettabile, Jobs riesce a spiegarci nuovamente che senza la morte la vita che cosa è? La morte non è solo la conclusione inevitabile ma è la precondizione della vita. L'uomo si deve sentire di fare parte di un destino più ampio, della famiglia, della comunità, della specie, della natura stessa, in cui la sua vita e la sua morte si sciolgono nell'eterno gioco nel passaggio di testimone fra generazioni, fra i vecchi e i giovani. Questi sono i motivi che consentono all'uomo di accettare la morte con una certa serenità.
Jobs sapeva che prima o poi questa battaglia così dura che stava combattendo dal 2004 contro il nemico oscuro e incurabile sarebbe prima o poi finita. Ci ha messo tutto il suo coraggio, il suo ottimismo ma il male ha vinto. Mr Jobs consapevole che le sue forze prima o poi l' avrebbero lasciato, ha voluto regalarci questo importante messaggio.
"Questa sera sono stata un po' folle, per seguire l'insegnamento di Jobs, ho scritto in suo onore il mio primo articolo."
Elena Astengo



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