Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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30 novembre 2011

In libreria

Stefania della Badia
Il Mattino 1892-1917

Casoria Loffredo editore, 2011, 204 pp.
Descrizione
Il volume ricostruisce il ruolo determinante svolto dal «Mattino», quotidiano fondato a Napoli il 16 marzo 1892 da Edoardo Scarfoglio e Matilde Serao, nell’opera di acculturazione e rinnovamento della società partenopea tra XIX e XX secolo, nonché il contributo notevole che esso apportò allo sviluppo e alla diffusione della produzione narrativa e poetica locale e nazionale. Scarfoglio riuscì, durante la sua direzione (1892-1917), a fare del «Mattino» un giornale battagliero, bene informato, vivo e non conformista, capace di fornire sempre, in ogni campo, anche e soprattutto in quello letterario, un’informazione attenta e sufficiente a mettere il pubblico più vario nelle migliori condizioni per farsi un’opinione non gratuita su figure e avvenimenti del tempo. [leggi tutto sul sito dell'editore]
Ciro Riccio
Il Mattino 1918-1942 (La terza pagina)
Casoria, Loffredo editore, 2011, 304 pp.
Descrizione
Il volume analizza la terza pagina del quotidiano napoletano «Il Mattino» nel periodo 1918-1942, che incorpora pressoché per intero il Ventennio fascista. Tale momento storico coincide con quello di massimo splendore della terza del «Mattino», costellata di firme illustri della cultura sia locale che nazionale. [leggi tutto].

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29 novembre 2011

La rabbia del brigante "Inferno"





Zona Editore incontro con l’autore
introduce Maria Laura Privitera
Al termine della presentazione, breve performance acustica chitarra e voce

Sabato 3 dicembre, alle ore 17 a la passeggiata librocaffè,

Maremma Sangue: la vera storia di Dante Busonero detto "Inferno"
di Luca Faggella
Il libro. Luca Faggella si racconta attraverso le sue canzoni, le sue poesie e la rabbia del brigante “Dante Busonero detto Inferno”, protagonista di Maremma Sangue, suo primo libro, edito dalla casa editrice ZONA. Un racconto ispirato alla “murder ballad” che chiude il suo ultimo album pubblicato: Ghisola (Goodfellas, 2010). È la storia di un bracciante maremmano ambientato alla fine dell'Ottocento, che si vendica del proprio destino di miseria e desolazione con il brigantaggio. Completano il volume le “Tredici Poesie” e tutti i testi delle sue canzoni.
L’autore. Luca Faggella è un compositore e autore livornese, chansonnier, è considerato l’unico crooner italiano. Inizia la sua carriera nel 1996 portando in scena “Faggella canta Ciampi”. Dal 1998 inizia a proporsi come autore con un concerto (“Mezmerism”) ispirato alle tradizioni musicali ebraiche, sia yiddish che sefardite, rielaborate come energiche sferzate di “etno-dark”. Nel 2002 pubblica l’album fondato su questo lavoro, intitolato Tredici canti per il quale riceve il Premio Tenco/SIAE come “miglior autore emergente”. Nel 2004 cambia rotta con Fetish, proponendosi nella veste inconsueta di chansonnier dark, ispirandosi chiaramente alla scena musicale ’77-’79 (Joy Division, Pére Ubu, Virgin Prunes). L’album dal vivo Questa notte suona forte, tutto bene (2007) lo pone ancora all’attenzione della critica mettendo “nero su bianco” le sue potenzialità come “animale di scena”. Tre anni dopo Ghisola si impone come il suo miglior lavoro: disco essenziale, elegante, con la voce in primo piano e la produzione molto accurata di Giorgio Baldi.
Nel 2009 e 2010 riceve la Targa Leo Ferré dedicata prima a Jacques Brel, l’anno seguente a Piero Ciampi, come loro buon interprete e “erede” della tradizione rinnovata degli chansonniers. Come attore, Faggella è stato diretto da Michelangelo Ricci, interpretando Jarry (Ubu Re), Beckett (Finale di Partita) e Borges (La biblioteca di Babele), da Massimo Luconi (Bianciardi/Ciampi), e Maria Teresa Pintus in Poesia ‘70.



la passeggiata librocaffè
piazza di Santa Croce, 21r
16128 Genova

25 novembre 2011

Tv e libertà di informazione

Si è svolta mercoledì 23 novembre 2011, nella Sala dei Chierici della Biblioteca Berio, la presentazione del libro Ci scusiamo per l’interruzione. Tv e libertà di informazione, di Giovanna Ferrero.

La presentazione si è svolta alla presenza dell’autrice, giovane talento ligure (classe 1986, laureata in Scienze Politiche presso l’ateneo genovese), con la partecipazione del più noto Nando dalla Chiesa, firma prestigiosa all'interno del panorama giornalistico: editorialista del “Fatto Quotidiano” di Antonio Padellaro, scrittore, professore di Sociologia delle criminalità organizzata e Sociologia dell'Organizzazione all'Università di Milano. Dalla Chiesa è, non da ultimo, fondatore della casa editrice Melampo, che ha permesso la pubblicazione del testo in questione.
Il saggio ripercorre le vicende dell’emittente televisiva Europa 7 e l’iter giudiziario che il suo fondatore, Francesco Di Stefano, è stato costretto a percorrere. Esso nasce dal tenace lavoro di ricerca della Ferrero, che si è interessata al caso già da studentessa liceale: nel 2004, anno di svolta delle vicende legali di Europa 7 e della sua battaglia contro l’abusivismo di Rete 4, la Ferrero è venuta a sapere da un articolo di “Repubblica” del caso dell’imprenditore abruzzese, espropriato dalla politica del suo diritto di vedersi assegnare delle frequenze per dare avvio ad un progetto televisivo a-partitico e innovativo. La storia, che è storia di tutti noi, è quella di una privazione ai danni di un normale cittadino il quale, pur essendo nel pieno del diritto legale e nonostante le numerose sentenze emesse dai vari enti di garanzia chiamati in causa, non riesce ad esercitare il suo diritto per colpa degli interessi politici e del tacito patto di non aggressione praticato dai partiti di destra e di sinistra. Da destra, l’ascesa di Berlusconi e l’inizio del berlusconismo hanno dato avvio al lungo periodo di dittatura mediatica e di insolubile conflitto di interessi, che hanno reso impossibile l’abolizione dell’abusiva –secondo quanto dichiarato dalla Corte Costituzionale stessa- Rete 4 e l’assegnazione delle frequenze a Europa 7. Anche da sinistra, d’altro canto, si è riscontrato un disinteresse assoluto, spiega l’autrice, per il caso Europa 7 e per la regolamentazione della legge sulle televisioni: il generale menefreghismo politico, trasversale e mascherante senz'altro interessi biechi e privati, ha depotenziato la giustizia del suo potere decisionale assoluto e l’ha relegata al rango di succursale dei rapporti di partito.
L’autrice, nel suo libro, ripercorre lo scandalo della delegittimazione del diritto di fronte ai grandi poteri privati dall'ormai lontano 1998, anno in cui Di Stefano vinse la gara pubblica d’assegnazione delle frequenze televisive ai danni dell’imprenditore Silvio Berlusconi e della sua Rete 4, già presente all'epoca sulle frequenze analogiche e già dichiarata illegittima. L’excursus procede seguendo un criterio cronologico, rinfrescando la memoria sulle varie leggi Polaroid, Maccanico, Gasparri, anch'essa violata da Berlusconi, sulla Fede-tax, fino al recentissimo avvento del digitale, manovra governativa per salvare l’emittente Rete 4 ma, purtroppo, espressione di una tecnologia già obsoleta e inefficiente che, tramite l’illusione di fornire un ampliamento dell’offerta di canali, non fa in realtà altro che rafforzare il duopolio affermatosi già a partire dagli anni ’80.
Il libro, dunque, racconta l’amara storia di un cittadino schiacciato dagli interessi superiori dei “potenti” e di un apparato giudiziario, il nostro, ridotto a mero flatus vocis dalle prevaricazioni dei “signoroni”. La storia raccontata è anche quella di un popolo, quello italiano, doppiamente gabbato perché costretto dapprima a subire una programmazione televisiva imposta e non voluta, e poi obbligato a pagare una mora per aver usufruito di tale emittente mai scelta e sempre imposta. Il libro racconta la parte più sconosciuta della storia italiana, che merita l’interesse del grande pubblico.
Proprio per il fatto che si tratta di un territorio ancora inesplorato della storia contemporanea e del “ventennio berlusconiano”, è stato difficile portare a compimento il lavoro, il quale si è potuto sviluppare principalmente attraverso il ritrovamento di articoli di giornale e la pubblicazione di sentenze emesse, in diversi gradi, prima dalla Cassazione, poi dalla Corte Costituzionale e, infine, dalla Corte di Giustizia Europea. A questa documentazione, si affiancano le testimonianze dello stesso Di Stefano, raccolte personalmente dalla giornalista genovese. Il caso in questione è diventato per prima cosa oggetto di tesi di laurea in Scienze Politiche, sotto la supervisione della professoressa di Diritto delle Comunicazioni dell’ateneo genovese, Rossana Bianco, e nel 2011 è stato edito ed è diventato un libro vero e proprio, con prefazione di Marco Travaglio. Il noto giornalista televisivo, dopo aver letto ed apprezzato il lavoro di ricerca della giovane dottoressa, ha contatto personalmente il collega del “Fatto” e ne ha espressamente chiesto la pubblicazione, in quanto secondo lui sarebbe stato in accordo con la linea editoriale scelta da Melampo e avrebbe riscosso sicuro interesse da parte di pubblico e critica, in quanto nessuno, fino ad oggi, si era ancora occupato così da vicino del materiale trattato dalla Ferrero. La documentazione (testi delle sentenze, documenti, ecc.), molto più copiosa nel lavoro di tesi, è stata riorganizzata e sfrondata nel libro, così che il testo risulta meno ostico e più accessibile a fasce più ampie di pubblico, che non per forza deve possedere conoscenze tecniche di diritto o di politica.
Senz'altro audace risulta la scelta di Dalla Chiesa di pubblicare un libro come Ci scusiamo per l’interruzione: il soggetto scelto dalla Ferrero, proprio in virtù del suo essere fatto di cronaca politica e giudiziaria, si rivolge per lo più ad un pubblico piuttosto specifico di addetti ai lavori e sfugge dal panorama delle letture amene e disimpegnate, spesso preferite dalla maggioranza dei lettori sia abituali che occasionali. La scommessa di Melampo, casa editrice dalla genesi ancora recente e che vanta, ad oggi, non più di una cinquantina di pubblicazioni, è inconsueta: Melampo ha avuto il coraggio di puntare su un pezzo di giornalismo d’inchiesta apparentemente di scarso interesse per il lettore comune, poiché sconosciuto o considerato circoscritto ad un determinato settore della vita politica e sociale. Inoltre, sorprende vedere che, anche in un presente schiacciato dal bieco tornaconto personale e in cui tendono ad imporsi meccanismi di potere prevaricanti, c’è ancora spazio per i giovani. L’autrice, in gamba e dall'indubbio talento giornalistico, alla giovane età di 25 anni ha avuto l’onore di vedere ricompensata la fatica e la tenacia con le quali ha condotto il suo lavoro: sebbene il suo nome sia ancora sconosciuto al pubblico e non sia garanzia di successo editoriale ed introito finanziario, ha visto avviarsi il progetto di una vita. La scommessa di Dalla Chiesa e Melampo, insieme a Marco Travaglio, di dare voce ai giovani e di premiare il talento, fa sperare in un futuro, magari non troppo lontano, in cui forse anche l’Italia sarà capace di uscire dalla logica dei servilismi di partito, dai rapporti di dipendenza dai poteri dominanti e dalla tirannia finanziaria, per lasciare finalmente spazio alla tanto agognata meritocrazia.
Elettra Antognetti

Giovanna Ferrero
Ci scusiamo per l’interruzione. Tv e libertà di informazione
(Prefazione di Marco Travaglio)
Milano, Melampo, 2011, 240 pp.
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23 novembre 2011

In libreria

Anna Maria Monteverdi
Nuovi media, nuovo teatro. Teorie e pratiche tra teatro e digitalità
Milano, Franco Angeli, 2011, 288 pp.
Descrizione
Nuove frontiere per il teatro si aprono grazie alle caratteristiche di immersione, integrazione, ipermedialità, interattività, narratività non lineare propri del sistema digitale: dall'evoluzione nel web delle performance alla creazione di ambienti teatrali interattivi, all'elaborazione di una nuova drammaturgia multimediale. Nella prospettiva di una networked culture il palcoscenico è solo uno dei possibili teatri dell'azione performativa: la scena può estendersi (spazialmente e temporalmente) in più ambienti interconnessi, dalle piattaforme multitasking dove diverse applicazioni possono operare contemporaneamente, alle community web e alle diverse reti telematiche, in una strategia di territorializzazione multipla che non ha precedenti. Il libro percorre le più fruttuose sperimentazioni italiane e internazionali (Dumb Type, Studio azzurro, Giardini Pensili, Fortebraccio teatro, Motus, Big Art Group, Robert Lepage, Xlabfactory) e le linee teoriche più avanzate relative ai media studies.
*link all'Indice del libro.
*segnalato da C.S.
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22 novembre 2011

In libreria

Giovanni Antonucci
Lo spettatore non addormentato.
Quarant’anni di spettacoli in Italia e nel mondo
Milano, Studium, 2011, 224 pp.
Descrizione
Il libro propone un lungo e avvincente itinerario nella drammaturgia di tutti i tempi, dai classici ai contemporanei, italiani e stranieri, rievocando in maniera lucida e appassionata grandi interpreti quali, fra gli altri, Vittorio Gassman, Giorgio Albertazzi, Carmelo Bene, Tino Buazzelli, Paolo Stoppa, Mario Scaccia, Ernesto Calindri, Romolo Valli, Gianrico Tedeschi, Glauco Mauri, e attrici del talento di Sarah Ferrati, Rina Morelli, Rossella Falk, Mariangela Melato, Anna Maria Guarnieri. L?autore descrive le migliori produzioni della scena straniera, da New York a Londra e Parigi, e offre un ritratto vivace e mai conformista di maestri della regia come Orazio Costa, Giorgio Strehler, Giorgio De Lullo, Luca Ronconi, Peter Brook, Tadeusz Kantor, Jersy Grotowski, Robert Wilson, autori di spettacoli che sono rimasti nella memoria di intere generazioni e oggi noti anche al pubblico più giovane. Discorso critico e informazione, realtà scenica e memoria si coniugano in un sapiente alternarsi di scoperte e rivelazioni nate dal palcoscenico.
*segnalato da C.S.
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20 novembre 2011

In libreria

Singolarissimo giornale. I 150 anni dell'«Osservatore romano»

cura di Antonio Zanardi Landi e Giovanni Maria Vian
Torino, Allemandi, 2011, 288 pp.
Descrizione
Singolarissimo giornale: così Giovanni Battista Montini, il futuro Paolo VI, definì nel 1961 «L’Osservatore Romano» in un celebre articolo scritto in occasione del centenario e dedicato alle difficoltà del quotidiano della Santa Sede: «Ma, a bene esaminare le cose, sono queste stesse difficoltà - scriveva il cardinale arcivescovo di Milano, che dal 1937 al 1954 aveva esercitato l’alta direzione sul foglio vaticano - che gli conferiscono tanta dignità nella funzione propria della stampa periodica, tanta autorità e tanta forza. Ne feci io stesso l’esperimento nel triste e drammatico periodo dell’ultima guerra, quando la stampa italiana era imbavagliata da una spietata censura e imbevuta di materiale artefatto. “L’Osservatore” ebbe allora una funzione meravigliosa, non già perché si fosse arrogato compiti nuovi e profittatori, ma perché continuò impavido il suo ufficio d’informatore onesto e libero. Avvenne come quando in una sala si spengono tutte le luci, e ne rimane accesa una sola: tutti gli sguardi si dirigono verso quella rimasta accesa; e per fortuna questa era la luce vaticana, la luce tranquilla e fiammante, alimentata da quella apostolica di Pietro. “L’Osservatore” apparve allora quello che, in sostanza, è sempre: un faro orientatore». Questo libro - curato dall’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede e dal giornale vaticano - vuole presentare, attraverso dodici contributi, alcuni aspetti della storia del quotidiano che sta per compiere un secolo e mezzo di vita.
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19 novembre 2011

In libreria

Gabriele Balbi

Le origini del telefono in Italia.
Politica, economia, tecnologia, società
Milano, Bruno Mondadori, 2011, 240 pp.
Descrizione
Il volume, grazie a un apparato documentario finora inedito, analizza le prime fasi di sviluppo del telefono in Italia tra l’ultimo ventennio dell’Ottocento e la prima guerra mondiale. Come venne accolto, interpretato e “metabolizzato” il nuovo mezzo di comunicazione nella società dell’epoca? Quali gruppi sociali compresero le sue potenzialità e quali, invece, lo trascurarono o addirittura ne ostacolarono la diffusione? Chi furono i primi abbonati al telefono, come lo utilizzarono e cosa significò per loro? Si possono individuare delle caratteristiche peculiari nello sviluppo del telefono nel nostro paese tali da delineare una sorta di “via italiana alle telecomunicazioni”? Le origini del telefono in Italia mira a rispondere a queste e ad altre domande, analizzando una fase della storia della comunicazione italiana fino a oggi poco considerata ma fondamentale per comprendere appieno l’evoluzione delle telecomunicazioni, un settore sempre più al centro della vita politica, economica e culturale della società contemporanea.
*link all'Indice del libro.
*segnalato da C.S.
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16 novembre 2011

Cose da salvare in caso di incendio

"Vaclav sa che Lena ha bisogno di essere aiutata nei compiti, ma non sa niente di quel che si agita in lei al pensiero di non avere un posto dove andare. Non conosce le ragioni per cui Lena non entrerebbe mai nella casa della zia, nemmeno per un secondo, nemmeno per posare lo zainetto, bere un goccio d'acqua, andare in bagno. Vaclav conosce solo la lettera, non lo spirito, della legge della vita di Lena, e certe volte nemmeno tutte le lettere. Vaclav non sa di essere per Lena un posto dove andare invece di non andare da nessuna parte. Se lo sapesse, forse sarebbe contento di essere il suo posto dove andare, ma non lo sa."
Uscito il 25 agosto in libreria, Cose da salvare in caso d’incendio è il romanzo d’esordio dell’autrice newyorkese Haley Tanner, classe 1982. La grande eco prodotta dal romanzo e la “puzza di bestseller” fiutata dagli editori di tutto il mondo ha fatto in modo che, ancora prima della sua effettiva pubblicazione, i diritti del libro fossero venduti in ben venti paesi. Per quanto riguarda il caso dell’Italia, è da segnalare l’immediato successo di pubblico e critica riscontrato dal romanzo, che già lo rendono il romanzo rivelazione del 2011. E per questa volta bisogna ammettere che la scelta della traduttrice Silvia Piraccini si è rivelata fortunata e ha, forse, in una certa misura, contribuito al successo del libro: dall’inglese Vaclav & Lena, la Piraccini ha optato per la scelta audace Cose da salvare in caso di incendio, titolo che innegabilmente contribuisce a creare un alone di mistero intorno al libro (non si sa bene se aspettarsi un manuale di sopravvivenza dedicato agli amanti degli sport estremi, piuttosto che una guida per esploratori inesperti, o se si tratta di un volume di riflessioni filosofico-metafisiche) e ad alimentare aspettative e curiosità in un pubblico eterogeneo.
A dire il vero, tutto ci si potrebbe attendere leggendo questo titolo, tranne la storia che la Tanner effettivamente racconta, ovvero una storia quasi per bambini, che, per lo meno per tutto il primo capitolo, potrebbe essere letta senza problemi da un bambino di sette anni, tanto per la materia affrontata che per lo stile scelto.
La storia raccontata dall’autrice, infatti, è quello di Vaclav e Lena, due bambini di nove anni, entrambi immigrati a New York dalla Russia. Vaclav, che vive nel quartiere di Brooklyn con la (affettuosa, ma talvolta ingombrante?) madre Rasia e il (distratto) padre Oleg nel tipico appartamento impregnato dall’odore di boršc e di stenti, sogna di diventare un mago famoso come il suo beniamino Harry Houdini, e di fare della piccola Lena la sua incantevole assistente. Quello che Vaclav e Lena, inseparabili amici, ignorano e ignoreranno ancora per molto tempo sono le difficoltà che gli adulti attorno al loro piccolo microcosmo devono affrontare e le contraddizioni del diventare grandi. Lena e Vaclav sono amici per la pelle, l’unico punto di riferimento l’uno per l’altra: la piccola Lena, che non ha i genitori, abita con una giovane zia scapestrata ai limiti della legalità, non parla l’inglese, ha difficoltà ad esprimersi e a comunicare con i suoi coetanei. Solo con Vaclav tutto diventa facile, si può ridere e giocare, e Vaclav si fa voce di Lena, sua guida e suo sostegno. Soltanto un brutto sogno poteva interrompere questo sogno d’infanzia: quando la madre di Vaclav scopre un turpe segreto riguardante la vita della piccola Lena, la bambina viene portata via dai servizi sociali e tenuta lontana dal mondo che fino ad allora le era stato famigliare. Per sette anni. Finalmente, in occasione del diciassettesimo compleanno di Lena, i due giovani si potranno incontrare nuovamente e sanare tutte le contraddizioni, riparare tutte le fratture, rimettere al posto giusto i tasselli di un puzzle fin troppo frammentato.
Haley Tanner racconta questa storia, questa fiaba dei giorni nostri, con uno stile semplice, immediato, scorrevole, tanto che le 326 pagine del romanzo sembrano correre via sotto gli occhi dell’avido lettore. Non ci sono intoppi, non ci sono forzature, la scrittura è giovane, come l’autrice. Apprezzabile la scelta stilistica dell’elenco, strategia già privilegiata anche da Nick Hornby in Alta Fedeltà, che regala immediatezza allo stile e semplifica la comprensione, senza far mai dimenticare al lettore che la narrazione è sempre filtrata dagli occhi dei due bambini.
I temi prevalenti sono molteplici: dall’amore, alle difficoltà del rapporto genitori-figli, all’infanzia e alla magia, simbolo di quella spensieratezza che si staglia di forza contro il turpe, difficile mondo degli adulti, a contrastarlo. Degrado e povertà fanno da sfondo a tutta la vicenda narrata: la realtà multiforme newyorkese, multietnica e multiculturale, si deve confrontare bruscamente con quell’idea del sogno americano e di benessere dei magici ‘60s, mostrando i suoi evidenti limiti.
L’operazione narrativa della Tanner non è di certo nuova: innumerevoli scrittori, nel corso degli anni, hanno affrontato il tema dell’immigrazione negli USA e delle difficoltà dei vari gruppi etnici ad inserirsi nella società americana. Tra tutti, un esempio è Sandra Cisneros, la chicana di Chicago (si perdoni il gioco di parole), che ci regala i sapori, i profumi e tutte le leggende sudamericane imprigionate nei caramelos, o Leslie Marmon Silko, l’indiana di Albuquerque, che da voce alle istanze dei nativi americani.
Nel caso di Haley Tanner, nuova è, tuttavia, la prospettiva, quella di insider, e non più di outsider. La scrittrice è una newyorkese doc, perfettamente calata nella realtà statunitense, che riesce, tuttavia, ad assumere una prospettiva insolitamente tutta russa e a dare voce a quel gruppo etnico, a quella minoranza dimenticata. L’autrice vive attualmente a Brooklyn, dove ha insegnato inglese in una scuola per bambini stranieri, e proprio da questa esperienza deriva la sua impressionante capacità di raccontare i pensieri e gli atteggiamenti dei due protagonisti del racconto.
Cose da salvare in caso di incendio è un romanzo delicato, da leggere in un fiato, che meritava almeno qualche parola di commento e che vorrei segnalare a tutti voi.
Elettra Antognetti
*Booktrailer: http://youtu.be/LAvwrmFybTw




Haley Tanner
Cose da salvare in caso di incendio.
L'incantevole storia di un amore straordinario
Milano, Longanesi, 2011,   340 pp. (Collana: La Gaja Scienza)


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14 novembre 2011

In libreria

Sandro Petrone
Il linguaggio delle news. Strumenti e regole del giornalismo televisivo
Milano, Rizzoli Etas, 2011, 364 pp.
Descrizione
L'informazione televisiva nel nostro Paese sembra non riuscire ad affrancarsi, anche nel linguaggio, da una forte influenza della cultura della carta stampata (la prima pagina, l'editoriale...), lontano dai modelli che all'estero soprattutto nel mondo anglosassone valorizzano correttamente le modalità espressive tipiche del mezzo: immagini e suoni. Un limite che ha influito negativamente sul giornalismo italiano alla svolta della rivoluzione digitale, con l'affermarsi anche nelle agenzie di stampa e nei giornali della nuova figura di reporter multimediale e multiruolo munito di telecamera. In questo contesto, a partire da un quadro teorico solido, aggiornato e attento al panorama internazionale, e forte dell'esperienza diretta dell'autore conduttore e inviato del Tg2 -, il libro analizza i principi fondamentali e le tecniche del linguaggio audiovisivo applicato all'informazione, quel "linguaggio da video" che in un tempo contenuto deve raccontare e coinvolgere, far comprendere e memorizzare, servendosi di tutti gli strumenti a disposizione di un giornalismo corretto ed efficace: dal reperimento delle fonti alla stesura della notizia, dall'uso delle inquadrature al suono, dal montaggio del pezzo alla struttura complessiva dei servizi. Un manuale operativo per tutti gli aspiranti videogiornalisti e per chiunque debba produrre informazioni audiovisive.
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12 novembre 2011

In libreria


Roberto Savio
I giornalisti che ribaltarono il mondo
Modena, Nuovi Mondi, 2011, 536 pp.
Descrizione
Sin dall’invenzione del telegrafo, le agenzie di stampa internazionali hanno orientato la visione del mondo di ognuno di noi, contribuendo invariabilmente a condizionarla in base agli interessi geopolitici dei poteri forti. Dopo la Seconda guerra mondiale, il 94% delle notizie dei giornali di tutto il mondo in materia di affari esteri proveniva da 4 agenzie, la AP, la UPI, la AFP e la Reuters. Una copertura che non lasciava spazio alla nuova realtà che stava nascendo dalla decolonizzazione e che accentuava gli schemi manichei della Guerra Fredda. Negli anni ’60, lanciandosi in un’avventura da molti considerata utopistica, un gruppo di giornalisti decise di creare un’agenzia internazionale che desse voce a chi non l’aveva – dai Paesi del Terzo Mondo ad attori marginalizzati, come le donne – privilegiando temi globali come l’ambiente, i diritti umani e la giustizia internazionale. Il loro intento era focalizzarsi non tanto sull’analisi dei singoli avvenimenti, quanto sui processi di fondo che costituiscono l’unica vera chiave di lettura di uno scenario politico internazionale in perenne e rapida evoluzione. Nacque così la Inter Press Service, che oggi vanta 50 milioni di pagine Internet lette ogni mese, in 27 lingue, ed è considerata la principale fonte d’informazione indipendente sui paesi in via di sviluppo, a cui attingono oltre 5000 mezzi di comunicazione in tutto il mondo. Ma raggiungere questo traguardo è stato possibile solo dopo una lotta aspra e su più fronti con il giornalismo “istituzionale”. Il Dipartimento di Stato americano inviò istruzioni a tutte le ambasciate affinché si adoperassero per la chiusura degli uffici IPS nei loro Paesi. Anche la TASS, l’agenzia di stampa ufficiale dell’Unione Sovietica, mise in piedi una feroce campagna ai danni dell’agenzia. Le agenzie tradizionali, europee e americane, fecero la loro parte. La IPS si trovò al centro degli scontri che alle Nazioni Unite si accompagnavano al dibattito sul nuovo ordine informativo. Soprattutto, si riteneva inaccettabile che una cooperativa internazionale di giornalisti senza fini di lucro ribaltasse il mondo, rifiutando di legittimare il Nord come suo unico interlocutore. Questo è un libro senza precedenti, perché è una storia corale, scritta da cento dei suoi protagonisti: uomini e donne di molti Paesi del mondo che raccontano le proprie battaglie per creare un’altra informazione. Molti di loro sono poi diventati scrittori o poeti affermati, ma non pochi sono stati assassinati a causa del loro lavoro. Queste pagine raccolgono 50 anni di racconti affascinanti, che offrono una lettura illuminante del progressivo cambiamento del mondo. Al libro hanno contribuito anche alcuni dei personaggi più rappresentativi degli ultimi 50 anni, da capi di stato a premi Nobel, che ci hanno regalato inedite testimonianze del loro sostegno alla Inter Press Service. La Inter Press Service (IPS) è un’agenzia internazionale di informazione e comunicazione specializzata in notizie e analisi riguardanti gli effetti della globalizzazione sullo sviluppo economico, sociale e politico delle nazioni, con particolare attenzione al Sud del mondo. Avvalendosi della collaborazione di 500 fra corrispondenti e stringer attivi in oltre 150 Paesi, l’agenzia ha conquistato un suo spazio nel panorama dei media mondiali, approfondendo quotidianamente i temi sopracitati. Gli argomenti trattati – generalmente trascurati dai mezzi di comunicazione tradizionali – e l’originale modalità di diffusione delle notizie hanno fatto della IPS la principale agenzia internazionale specializzata in tematiche legate allo sviluppo: un riconoscimento che ne mette in luce la capacità di penetrazione nel mercato mediatico tradizionale e la disponibilità a una stretta collaborazione con le organizzazioni indipendenti della società civile.
*link al sito di Inter Press Service - IPS
*link al sito di Inter Press Service - Italia
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11 novembre 2011

In libreria

Giuseppe Galeani  - Paola Cannatella

Maria Grazia Cutuli. Dove la terra brucia
Milano, Rizzoli Lizard, 2011, 143 pp.
Descrizione
Peshawar, Afghanistan, 26 ottobre 2001. A un mese dall'inizio delle ostilità tra Stati Uniti e talebani, Maria Grazia Cutuli attende il momento per andare a Kabul. A un passo dal servizio più importante della propria carriera, la tenace e irrequieta inviata del "Corriere" fa un bilancio dei trentanove anni appena compiuti, trascorsi all'insegna di una profonda passione per un mestiere che l'ha portata, come reporter, in Ruanda, Bosnia, Costa d'Avorio e innumerevoli altri Paesi. Fino al giorno dell'agguato lungo la strada da Jalalabad a Kabul, quando assieme al giornalista spagnolo Julio Fuentes - suo ex compagno - e ad altri due colleghi Maria Grazia cade vittima di un delitto politico: un truce assassinio che spegne con uno sparo la voce appassionata di una delle più grandi reporter di guerra che l'Italia abbia mai avuto. Prefazione di Barbara Stefanelli. Postfazione di Donata Cutuli.

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09 novembre 2011

La città disciplinata

 "[...] La città reale moderna esige non solo la manutenzione dei letti dei fiumi, sacrosanta, ma anche la manutenzione di una sana democrazia. Che non può non essere che una democrazia responsabile, ossia - per dirlo chiaro - disciplinata. Dove la disciplina discende da un rapporto leale tra i cittadini e i loro delegati. Invece un formidabile patto sottinteso tra governanti e governati in Italia fa si che si crei una sorta di città virtuale dove si finge che ci sia una situazione sotto controllo, legale o al massimo invia di legalizzazione. Addirittura per eclissare la realtà dei fatti si sogna una city ideale, magari tutta digitalizzata e ipermonitorata, dove il rapporto tra gli uomini e trai singoli e i governanti sia reso per magia perfetto dal solo ricorso alla tecnologia più avanzata, alla progettistica futuribile. Si dimentica così che la prima "sostenibilità" concreta, materiale della città, risiede nella sostenibilità dei suoi muri, pareti, argini, edifici, scarichi idraulici. E nella concorrenza di tutti a questo fine. Insomma, nella sopravvivenza dei corpi e della anime, raggiunta attraverso l'alleanza consapevole di tutti in ogni gesto quotidiano. Se no finisce che la città reale si vendica della città virtuale."
Giorgio Bertone

*G. Bertone, La città reale e quella virtuale, "Il Secolo XIX", 9 novembre 2011.

08 novembre 2011

La cattiva informazione amplifica le catastrofi


Genova, 4 novembre 2011
 
Peu après la pluie qui a changé la géographie de la Ligurie le 25 octobre, Gênes nage dans son propre drame. Parmi ceux qui préfère le voir comme un échec politique vu les critiques qu'a reçue l'hôtel de ville, plus précisément adresser à Madame le maire, d'autre part ceux qui l'analyse comme manque d'information, parmi ce dernier groupe opposition, journalistes et professionnels de l'information. Gênes s'est réveillée vendredi avec l'unique information, non développée, de qu'elle allait vivre une journée de pluie inoubliable, effectivement... elle l'a été, surtout pour les familles des 7 victimes qu'a emporté le fleuve, mais le bilan ne peut pas être vu uniquement comme chiffre de pertes humaines et d'infrastructure. Il est clair que si une tempête est prévu, estimée dangereuse, et dont les titres seront toujours archivées sous «alerte a niveau 2» , les citoyens avaient droit pour ne pas utiliser le mot besoin, de conseille plus spécifique pour faire face a la réalité dramatique qu'en moins d'une heure a porté parti du patrimoine du pays le 25 octobre dernier et inondée le centre ville de la capital de la région le 4 novembre. A quoi bon susciter à une psychose générale, quand la journée de vendredi  est passé, suivi d'un weekend end assez calme, ou du moins, le suffisamment calme, permettant que  même les plus jeunes de la ville mettent la main dans la boue pour réduire les dégâts. Les journée se ressemblent, surtout si toutes les activités sont encore suspendues par les autorités.
Ceci dit ...bienvenue en Italie.

Zine El Abidine Larhfiri
studente Erasmus

04 novembre 2011

Tra fango e speranza

Il 25 ottobre 2011 è una data che rimarrà impressa per sempre nella memoria dei comuni di Borghetto di Vara, Brugnato, Monterosso al Mare, Vernazza in provincia della Spezia e di Aulla in provincia di Massa-Carrara. Quel giorno, infatti, una precipitazione abbondante ha riversato in poche ore circa 580 mm di acqua causando lo straripamento dei maggiori fiumi di Vara e Magra che sono dilagati nelle pianure intorno ai borghi di Brugnato, Borghetto, Ameglia, Pontremoli e Aulla; per quanto riguarda le Cinque Terre l’acqua ha causato frane e quindi ha trasportato ingenti quantità di fango nell’impluvio nei paesi di Vernazza e Monterosso, dove le vie principali si sono trasformate in fiumi in piena. Le prime conseguenze hanno riguardato le comunicazioni che sono diventate complicate: le strade sono state interrotte a causa delle frane, queste hanno danneggiato anche la circolazione ferroviaria, già compromessa per l’allagamento delle gallerie. Queste le circostanze che hanno determinato l’isolamento dei paesi alluvionati; dalle parole di Betta, sindaco di Monterosso, si evince la gravità della situazione: “Qui manca tutto, viveri, acqua, energia elettrica. La gente entra nelle case passando dai terrazzi, è tutto allagato. Monterosso non c’è più. Col passare delle ore la situazione qui è sempre più grave: sono saltate le condutture del gas, l’energia elettrica, i telefoni fissi. Siamo totalmente isolati e ci sono milioni di metri cubi di terra che potrebbero riversarsi sul paese“. Io sono cresciuta e abito a Monterosso da sempre, non sono stata spettatrice diretta dell’alluvione e ho raggiunto il mio paese solo il 27 ottobre con il battello, poiché per i primi giorni è stata l’unica via possibile. Nei due giorni che ho trascorso lontano da casa mi sono documentata grazie alle innumerevoli immagini e video presenti in rete, sui giornali e in televisione; nonostante ciò lo scenario che mi si è presentato di fronte ha superato ogni mia aspettativa: ovunque ho trovato fango e devastazione, tutte le attività commerciali erano sepolte dalle terra dal mio ristorante preferito al bar dove facevo colazione ogni mattina. Camminando per le strade, distrutte dalla furia dell’acqua, il mio iniziale senso di disperazione lasciava il posto alla speranza, nutrita dalla vista di tutti i miei compaesani e di tutti i volontari che insieme lavoravano per far rinascere Monterosso. Dopo pochi istanti ero coperta di fango a trasportare secchi per svuotare il locale dove ero stata a mangiare proprio il giorno prima del disastro. Anche i giorni seguenti ho deciso di contribuire ai lavori, per quanto mi è stato possibile. Ho imparato ad usare una pala e il modo migliore per mettere i sacchi di sabbia come barriera di fronte alle porte per impedire allagamenti, ma soprattutto ho capito che la solidarietà è più forte di qualsiasi calamità naturale.
Giulia Cavallo
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03 novembre 2011

In libreria

Lorenzo Mosca - Cristian Vaccari
Nuovi media, nuova politica?
Milano, Franco Angeli, 2011, 240 pp.
Descrizione
Mentre in tutte le democrazie occidentali si assiste a un processo di ridefinizione profonda delle pratiche di partecipazione politica e civica, i media digitali stanno modificando i modi con cui i cittadini si informano ed entrano in contatto con istituzioni, partiti e movimenti e sembrano offrire loro nuove opportunità per far sentire la propria voce. Quali sono allora le modalità attraverso cui si sviluppa la partecipazione online, quali gruppi e organizzazioni se ne avvantaggiano maggiormente e con quali conseguenze per la sfera pubblica, la rappresentanza e la democrazia? Grazie all'apporto di alcuni tra gli studiosi nazionali e internazionali più attenti, il volume risponde a queste domande mediante un solido inquadramento teorico e una serie di importanti contributi di ricerca empirica. In primo luogo si effettua una ricognizione approfondita del contesto sociale e tecnologico che definisce le coordinate della politica online, illustrando le trasformazioni della sfera pubblica e della democrazia nella postmodernità e proponendo un'analisi empirica comparata della diffusione dell'uso di internet nell'Unione Europea. Si analizzano poi le modalità della partecipazione politica online degli italiani attraverso studi quantitativi e qualitativi, soffermandosi su alcuni studi di caso di particolare rilevanza: da MoveOn.org alle modalità con cui il Parlamento si rapporta con i cittadini attraverso internet; dalle mobilitazioni del Popolo Viola alle iniziative del Movimento 5 stelle.
Indice
Lorenzo Mosca, Cristian Vaccari, Nuovi media e politica: una introduzione
Parte I. Contesto sociale e tecnologico
Parte II. Forme e dinamiche della partecipazione in rete
Parte III. Istituzioni democratiche e politica online: sfida, influenza o adattamento?
Riferimenti bibliografici
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02 novembre 2011

In libreria

Stephan Russ-Mohl
Fare giornalismo
a cura di Sergio Splendore
Bologna, Il Mulino, 2011
Compendio teorico e pratico sull'esercizio della professione giornalistica, questo volume presenta le dinamiche del mestiere e le sfide cui oggi è sottoposto. Sono esaminati i principali settori dell'attività giornalistica e i diversi media, dalla stampa fino al web, passando per la radio e la televisione. Oltre ad evidenziare i problemi del management e del marketing redazionale, l'autore tocca anche la questione cruciale della deontologia e della responsabilità del giornalista. Concepito secondo il modello dei manuali di giornalismo anglosassoni, il testo è ricco di esempi concreti.


Indice: Presentazione di Sergio Splendore. - Introduzione. - Parte prima: Giornalismo e società. - I. Il giornalismo e i suoi mutevoli confini. - II. Raccontare il presente: non solo notizie. - Parte seconda: Gli strumenti del giornalista. - III. Il giornalismo e la lingua: la forza delle parole. - IV. Il giornalismo e le cifre: uso e abuso dei numeri. - Parte terza: Il processo produttivo. - V. La selezione delle notizie. - VI. Le ricerche sulla notizia. - VII. Produzione e redazione. - VIII. La presentazione della notizia. - IX. Il giornalismo online. - Parte quarta: Il management redazionale. - X: Dentro la redazione. - XI. Marketing e management redazionale. - Parte quinta: Le responsabilità del giornalista. - XII. I condizionamenti esterni. - XIII. Il diritto dell'informazione in Italia. - XIV. La deontologia. - XV. Alla ricerca della qualità. - Conclusioni. - Riferimenti bibliografici. - Indice analitico.

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