Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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06 giugno 2012

L’Osservatorio europeo di giornalismo

L’ Osservatorio europeo di giornalismoEuropean Journalism Observatory (EJO) – è un centro di studi non-profit dell’Università della Svizzera italiana. Ha sede a Lugano ed è stato inaugurato nel 2004 con il sostegno della Fondazione per il Corriere del Ticino. Il progetto di EJO è quello di avvicinare il mondo accademico della comunicazione e dei ricercatori a quello dei professionisti dei media. EJO si occupa di: comparare i diversi sistemi e le ricerche scientifiche provenienti da Europa e Stati Uniti al fine di rilevare le innovazioni tecnologiche e le tendenze più significative; monitorare come l’industria editoriale e la cultura giornalistica si evolvono; avviare ricerche proprie per contribuire al miglioramento della professione giornalistica; organizzare conferenze e workshop. EJO gestisce, inoltre, il sito internet www.ejo.ch, sul quale è possibile consultare la maggior parte delle pubblicazioni. I suoi studi hanno una visione transnazionale e sono condotti da ricercatori e collaboratori con esperienza internazionale, in particolare svizzeri, tedeschi e italiani. Per quanto riguarda il team italiano, il direttore è Stephan Russ-Mohl, professore di Giornalismo e Media Management. L’Osservatorio si rivolge ai professionisti del settore, ma anche ai non addetti ai lavori, poiché gli argomenti trattati interessano tutti noi come cittadini e come fruitori dei media.
La maggior parte delle notizie tratta il tema del web e di come l’informazione passa attraverso internet. Nella sezione che raccoglie gli articoli sulla libertà di stampa, EJO si è occupato di come la censura da parte di alcuni governi è attuata sulla rete. Negli articoli più recenti, si parla di Cina, Iran e Birmania. L’Osservatorio ha anche rivolto particolare attenzione all’attualissima competizione tra giornalismo digitale e giornalismo tradizionale. In particolare, in risposta alla crisi che sta attraversando la carta stampata, sta svolgendo un’indagine su alcune testate internazionali per offrire un panorama completo sui diversi modelli di business adottati dai giornali per creare nuove fonti di ricavo. Al momento, sono stati analizzati Il Sole24 Ore, Le Monde, il Financial Times, The Guardian, El País, The Times e il New York Times e per ogni testata sono state presentate le strategie messe in atto per quanto riguarda sia la versione online dei giornali, sia gli abbonamenti alle applicazioni a pagamento. Anche se al momento la ricerca non risulta ancora conclusa, l’Osservatorio ha comunque constatato che non esiste una soluzione univoca adatta a tutti, ma che ciascuna testata deve trovare la propria strada in base alle singole caratteristiche e alla tipologia di pubblico di riferimento, differenziandosi dalla concorrenza diretta . Per esempio, Il Sole24 Ore punta molto sullo sviluppo del business online con un piano strategico multipiattaforma; Le Monde, El País e The Guardian hanno un approccio più social e più open, attraverso l’utilizzo di chat, reti sociali e blog che consentono la comunicazione diretta tra il lettore e il giornalista; il Financial Times e The Times puntano sulla credibilità e sull’assenza della pubblicità, proponendo i contenuti online esclusivamente a pagamento; mentre per il New York Times cresce il numero di copie pagate anche grazie alla versione online, ma crollano i ricavi della pubblicità. La tendenza per il futuro, secondo l’Osservatorio, è quella di puntare su metodi alternativi alla pubblicità e su nuove strategie per attirare i lettori .
Selena Zamarian




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