Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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07 febbraio 2013

Ricordare, semplicemente ricordare


Lo scorso aprile, Loredana Cannata ci ha regalato sprazzi tratti dalla biografia di Maria Occhipinti Una donna di Ragusa resi in forma drammaturgica al teatro Lumière di Ragusa, a dimostrazione di quanto i racconti della Occhipinti restino sempre attuali. Una donna di Ragusa, una donna che per la sua Ragusa ha lottato, combattuto, perso e disdegnato. Maria Occhipinti ci racconta la sua storia, colorata di tradizioni, luoghi comuni e fallimenti. Ci racconta di se stessa come di una donna vogliosa di imparare, di sapere e di lottare, nonostante i tempi e le persone le fossero avversi.
Spedita al confino dal governo fascista, è lì che partorisce la sua bambina e inizia un vagabondaggio alla ricerca di conferme. Di quelle conferme che la città per cui aveva lottato non le aveva dato. 

Tra le sue righe si può leggere il rammarico del tradimento. Emozione più che attuale se consideriamo i tempi che stiamo vivendo, disegnati da una classe politica restia a sacrificarsi ma pronta a infliggere immolazioni al suo popolo. 
Le righe della Occhipinti disegnano anche una Ragusa speranzosa, i festeggiamenti di fine guerra inaugurati con l’incontro dei due Santi patroni della città, San Giorgio e San Giovanni. Disegna un suggestivo susseguirsi di racconti dinanzi la fine delle frenesie fasciste da guerra. 
Maria Occhipinti rappresenta un monito per le giovani generazioni. Ci insegna che nulla può essere ottenuto, conquistato o ritrovato senza la disposizione alla lotta, al sacrificio e alla volontà di affrancarsi rispetto alle critiche sollevate. 
Maria Occhipinti è un monito per l’immagine di Ragusa. Ed è rammaricante apprendere quanto poco venga ricordata nei panorami della nostra città. 
Dobbiamo ricordare. Semplicemente. 
Ricordare, per esempio, che l'Università deve essere il centro del fervore politico e culturale. Il fulcro del cambiamento sociale, del confronto, della conquista di sempre nuovi imput e dell'arricchimento personale. 
Ricordare che donne e uomini come Mazzini, per esempio, hanno immolato la propria persona per difendere questi diritti. Perchè la stampa e l'informazione venisse resa libera e allargata a tutti. Dobbiamo smetterla di accettare la realtà perchè convinti che le circostanze non possano essere cambiate. Dobbiamo iniziare, o reiniziare, a combattere per noi stessi. 
Non dobbiamo farci annichilire dal disastro nazionale in corso. Anzi, dobbiamo sfruttare le meravigliose unicità che ci contraddistinguono.
Dobbiamo apprendere da questa grande donna e mettere in atto i suoi insegnamenti per non restare relegati nell’ultimo angolo d’Italia. Dobbiamo partecipare, proporre e muoverci. 
Se non siamo soprattutto noi giovani a farci carico di quest’onere, chi potrà mai farlo per noi? 
Dunque, dobbiamo ricordare, semplicemente.
Melania Scrofani


*Maria Occhipinti

Una donna di Ragusa, 
(Prefazione di Carlo Levi) 
Palermo, Sellerio, 1994



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