Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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09 giugno 2013

Islam e Diplomazia

Il ruolo del diplomatico musulmano nelle relazioni internazionali per contribuire alla promozione della pace e del dialogo tra i diversi popoli. Convegno organizzato dalla European Muslim League con il patrocinio di Regione Liguria e Comune di Genova. Genova, Palazzo Ducale, 8 giugno 2013.

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 L'evento di cui si tratta è esempio di diplomazia culturale, che riveste sempre maggiore centralità nelle relazioni internazionali. In particolare, gli interventi hanno colto il mutamento oggi in atto della professione del diplomatico, non più solo soggetto incaricato di curare i rapporti con le Autorità di Governo del paese di accreditamento, ma attivo promotore del proprio modello di vita e di cultura.
In proposito va fin da ora evidenziato che in carenza di una adeguata e diffusa comunicazione dell’evento, si vanifica l’obiettivo stesso di processi comunicativi di tale rilievo. Il convegno tenutosi a Palazzo Ducale ha visto la partecipazione di delegazioni diplomatiche e politiche di elevato rango, tuttavia, è stata vissuta soprattutto come fatto concernente la comunità musulmana di Genova, con una non rilevantissima partecipazione della cittadinanza e conseguente perdita di occasione per reciproca conoscenza.
Tornando alla riferita tematica, nel corso degli interventi è emerso come la promozione culturale sia diventata una delle principali competenze dei diplomatici di paesi musulmani. A seguito degli attentati dell’11 settembre 2001 si è reso necessario trasmettere un messaggio alternativo rispetto a quanto proposto dai media occidentali che, per un non breve periodo, hanno esteso a tutto il mondo islamico le tesi sostenute dai gruppi terroristici afferenti la rete di Al Qaeda. A contrastare tale argomento è stata fondamentale la constatazione che il rifiuto dell’uso della forza è parte integrante del precetto dell’Islam, in comune con le altre religioni monoteistiche. Tale argomento, tuttavia, avrebbe forse richiesto un maggior approfondimento, per non apparire un richiamo obbligato, ma scontato.
Si è, quindi, rilevato che una diplomazia "sociale", ovvero diretta a raggiungere una effettiva conoscenza non solo tra organi di vertice, ma, e soprattutto, tra i popoli, è necessaria per stabilire effettive relazioni di partenariato. Tanto assume importanza nei confronti delle nazioni più deboli poiché un partenariato consegue ad un rapporto effettivamente paritario tra nazioni, fondato sulla conoscenza delle reciproche culture e che, per l’effetto, prescinde da rapporti di forza tra il paese che aiuta, spesso con interesse, ed il paese in via di sviluppo.
Corrado Grasso
 
*link al Programma del Convegno. 
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