Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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07 gennaio 2014

Il texano dagli occhi di ghiaccio


 
Il texano dagli occhi di ghiaccio è il più recente tra i libri usciti sul mercato che trattano lo scandalo di Lance Armstrong, vincitore di 7 titoli del Tour de France con l’imbroglio, grazie all’effetto delle sostanze dopanti. 
Da appassionato di sport mi sono documentato sulla vicenda e ho letto molto. Eppure, nessuno dei precedenti lavori mi aveva colpito, in particolare per la generale tendenza a prediligere l’indagine processuale a quella umana. E invece ritengo che questo sia un aspetto fondamentale, trattato nei minimi dettagli dagli autori di questo libro, Reed Albergotti e Vanessa O’Connell, due giornalisti americani del «Wall Street Journal», che si sono occupati di questo scandalo.
Il sottotitolo del libro recita “il più grande scandalo sportivo di tutti i tempi” e non si tratta di un’iperbole. Armstrong è stato coperto per un decennio dall’UCI (Unione Ciclistica Internazionale), che ha protetto e coccolato la propria “macchina da soldi”, il ciclista venuto dal Texas  che, sconfitto un tumore al testicolo, ha saputo rialzarsi e diventare mito negli States. Nessuno aveva mai trionfato per sei volte consecutive al Tour de France, la più grande competizione ciclistica al mondo, e Lance c’è riuscito per sette volte, entrando nella leggenda. Ma la confessione in diretta Tv a Oprah Winfrey ha distrutto quel mito, ha spazzato via il castello di cartone, frutto di decenni di bugie.
Come detto prima, i due autori partono dal nocciolo della questione, indagano sull’infanzia difficile di Armstrong, vissuta senza il padre biologico che non l'ha mai voluto riconoscere. Poi il problematico rapporto con la madre, le prime esperienze con il triathlon, gli esordi in bicicletta, la battaglia con il tumore e la scalata verso la leggenda. Se dalla lettura si evince la personalità del texano, ampio spazio è dedicato all’indagine, iniziata con le prime confessioni dei compagni di squadra della US Postal Service. Sono loro gli altri protagonisti, semplici elementi di quell’ingranaggio infernale finalizzato al successo di Armstrong. I due giornalisti sottolineano tra le righe come sia stato decisivo l’atteggiamento arrogante e ben poco umile di Lance, che ha certamente influito sul tradimento; gli ex compagni, infatti, hanno testimoniato di aver visto più di una volta il loro capitano iniettarsi EPO o procedere a trasfusioni per ossigenare il sangue, prendendosi una rivincita per passati affronti.
Sono soprattutto Tyler Hamilton e Floyd Landis (ex compagni alla Us Postal) ad aver contribuito allo smascheramento del sistema doping della squadra. Proprio per questo Albergotti e O’Connell indagano anche nelle loro vite private, nella sofferenza che li ha condotti, esasperati, a vuotare il sacco e mettere con le spalle al muro Armstrong.
Si tratta di una storia indubbiamente triste, soprattutto considerando che il texano aveva aperto una propria fondazione per la lotta al cancro e che questa, ennesimo elemento di sfruttamento per raggiungere il successo e la fama, è stata prontamente chiusa dopo la sua confessione.
Dal lieto fine al nuovo dramma: vale davvero la pena tuffarsi in questa inchiesta e leggere il ritratto di Armstrong. E alla fine tutto è più chiaro, si comprende perfettamente cosa abbia spinto il texano a comportarsi in questo modo, a trasformare la sua favola nel peggiore degli incubi. Soprattutto si arriva a un’unica e fondamentale certezza: Armstrong non ha mai corso per passione, ma solo per soldi e fama e, nel bene e nel male, è riuscito a raggiungere il proprio obiettivo con disarmante facilità.
Federico Parodi


Reed Albergotti - Vanessa O’Connell
Il texano dagli occhi di ghiaccio. Lance Armstrong, il Tour de France e il più grande scandalo sportivo di tutti i tempi
Milano, Mondadori, 2013, 430 pp.

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