Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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24 gennaio 2014

"Il Vittorioso", un giornale per i ragazzi di ieri


«Comunque io che non sapevo leggere potevo fare benissimo a meno delle parole, perché mi bastavano le figure [...]. Quando imparai a leggere, il vantaggio che ricavai fu minimo: quei versi sempliciotti a rime baciate non fornivano informazioni illuminanti; spesso erano interpretazioni della storia fatte a lume di naso, tali e quali come le mie; era chiaro che il versificatore non aveva la minima idea di quel che poteva essere scritto nei balloons dell’originale, perché non capiva l’inglese o perché lavorava su cartoons già ridisegnati e resi muti. Comunque io preferivo ignorare le righe scritte e continuare nella mia occupazione favorita di fantasticare dentro le figure e nella loro successione»". Italo Calvino ricorda così la lettura dei fumetti da ragazzo. La stessa sorte non sarà toccata, però, ai lettori del settimanale per ragazzi dai 10 ai 13 anni uscito dalla penna della stampa cattolica italiana dal 1937 al 1966, "Il Vittorioso". Infatti, questo periodico proponeva fumetti di produzione tutta italiana. Ernesto Preziosi, docente di Storia contemporanea all’Università "Carlo Bo" di Urbino, racconta la storia di questo giornale nel manuale Il Vittorioso, Storia di un settimanale per ragazzi, 1937-1966. "Manuale" perché non è un "libro". Si tratta piuttosto di una lettura impegnativa, nella quale oltre alla storia de "Il Vittorioso" ne emergono altre: quella dell’AC, Azione Cattolica, di altri periodici per ragazzi e dell’Italia stessa.
Le mie aspettative su quest’opera erano differenti. Per cominciare, credevo che l’autore avrebbe adottato uno stile più scorrevole e leggero, volendo raccontare la storia di un settimanale per ragazzi. Ernesto Preziosi ha, invece, optato per una scrittura accademica, dalla quale emerge la sua esperta conoscenza degli argomenti trattati e il profondo lavoro di ricerca che ha permesso di realizzare quest’opera. Io, però, mi aspettavo un "libro" e non un "manuale". Questa scelta stilistica ha comportato, a mio avviso, un testo poco scorrevole in alcuni passaggi. Questo non toglie, però, che alcune parti del libro raccontino la storia dell’Italia in maniera interessante. L’autore si avvale infatti di tante testimonianze, raccontando molte storie e altrettante realtà. A questo riguardo, molto densi di significato sono stati, a mio avviso, i paragrafi 4 del capitolo quarto, I redattori del «Vittorioso» nel clima della dittatura e il paragrafo 1 del sesto capitolo, Il «Vittorioso» nella ricostruzione: tra AC e televisione.
Ernesto Preziosi attua una scelta democratica e, nel raccontare la storia de "Il Vittorioso", lo pone a confronto anche con altri periodici concorrenti, come, per esempio, "Il Balilla", di provenienza fascista, e "Il Pioniere", proposto dal PCI, Partito Comunista Italiano. Per mezzo di questi confronti, l’autore fornisce al lettore una panoramica dell’offerta della letteratura per ragazzi in Italia nell’arco della vita de "Il Vittorioso".
Inoltre, tra le pagine 160 e 161 sono stati inseriti otto fogli non numerati che riportano alcune copertine del periodico, alcuni fumetti e due testimonianze fotografiche. Questo materiale è interessante, dal momento che fornisce una testimonianza diretta e visiva di un giornale che ha cresciuto alcuni italiani in quel trentennio. Peccato che questi fogli siano solo otto. A una così ampia testimonianza storica, forse sarebbe stato interessante affiancare una più corposa varietà d’immagini del periodico. Io, sicuramente, prima di iniziare questo libro, pensavo che ne avrei trovate di più.
Sara Pastorino


Ernesto Preziosi
"Il Vittorioso". Storia di un settimanale per ragazzi 1937-1966
Bologna, Il Mulino, 2013, 352 pp.

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