Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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10 marzo 2014

Storie di un giornalista



 Una chiacchierata con la principessa Victoria di Svezia riguardo a un ponte e al suo colore, un viaggio in macchina verso l’aeroporto di Torino insieme a Kofi Annan, un soldato che scarica la sua mitragliatrice a pochi metri dalla branda. Ma anche un’intervista al Ministro dell’Economia dalla tazza del water, un piatto di spaghetti lasciato a metà sul tavolo della mensa aziendale per andare a scrivere un pezzo dell’ultimo minuto e tanti turni finiti troppo tardi.
Luigi Grassia, in forza a “La Stampa” dal 1989, durante la sua carriera ha avuto modo di conoscere il mestiere del giornalista in tutte le sue sfaccettature, dal lavoro al desk (o “di cucina”, come ama definirlo), alla copertura della fiera dell’elettronica cittadina, fino ai viaggi in Corea del Sud o in Somalia. In mongolfiera contro un albero. Vita vera del giornalista della porta accanto è una carrellata di aneddoti, episodi e fatti curiosi che offre al profano l’opportunità di sbirciare dietro le quinte di una professione che da sempre stuzzica la fantasia di migliaia di giovani in tutto il mondo, e lo fa con un linguaggio semplice e brillante e una prosa scorrevole. I racconti si susseguono senza soluzione di continuità, in una sorta di flusso di coscienza che conferisce all’opera un carattere vivace e dinamico, sebbene talvolta rischi di far apparire l’insieme degli eventi un po’ raffazzonato. Tra citazioni pop che vanno da Dante a Vasco Rossi e un equilibrato ricorso all’arma del sarcasmo, Grassia, che quasi mai dà quell’impressione di voler apparire simpatico a tutti i costi che spesso si ritrova in tante opere simili, tratteggia un ritratto della professione romantico e appassionante.
In alcuni punti, tuttavia, il quadretto appare forse un po’ troppo ottimistico. Come lui stesso sostiene all’inizio del libro, la figura dell’inviato speciale è praticamente scomparsa dalle redazioni, gli uffici di corrispondenza chiudono a cadenze sempre più serrate, il mito del reporter con stilografica e bloc notes è morto e sepolto da almeno tre lustri e la gran parte del lavoro giornalistico oggi si svolge dietro a una scrivania. Alla luce di questa consapevolezza fa quasi sorridere sentir parlare di mongolfiere guidate da neozelandesi incapaci e di inchieste condotte girovagando per le riserve indiane del South Dakota.
Il punto di vista di Grassia è quello di una personalità di indubbio valore che tuttavia ha cominciato a lavorare più di venti anni fa, e offre al lettore (magari anch’egli aspirante giornalista) uno spaccato su un mestiere che tra altri vent’anni sarà probabilmente ancora più diverso. Si tratta in ogni caso di un aspetto che non toglie valore all’opera (e non potrebbe essere altrimenti), che nell’insieme si rivela piacevole e coinvolgente e non mancherà di stimolare nuovi adepti a intraprendere il difficile cammino della carriera giornalistica.
Simone Orsello





Luigi Grassia
In mongolfiera contro un albero.

Vita vera del giornalista della porta accanto
Novara, De Agostini, 2013, 192 pp
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