Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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08 giugno 2014

Soma e il destino della Turchia

In Turchia tutto è iniziato martedì 13 maggio scorso, quando un’esplosione nella miniera di Soma ha messo il Paese di fronte al peggiore disastro minerario della sua storia. Le fonti ufficiali parlano di 301 morti accertate. Al momento dell’incidente si trovavano sottosuolo all’incirca 800 lavoratori, di cui 450 sono stati tratti in salvo nelle immediatezze del fatto.
Il bacino di Soma è la seconda più grande area di estrazione della lignite in Turchia. A causa della sua bassa capacità energetica, la lignite è considerata il rango più basso del carbone. Circa il 90% della produzione proviene dalle miniere di superficie. Il restante 10% è sotterraneo ed è conveniente solo se i costi sono ridotti al minimo - con salari bassi e standard di sicurezza.
Sembra che l'esplosione sia avvenuta quando un trasformatore è esploso. Sarebbe stato un incidente di questo tipo a provocare gli incendi che hanno consumato tutto l'ossigeno nella miniera, oppure potrebbe darsi che la concentrazione di metano, monossido di carbonio e polvere di carbone nella fossa avessero comportato un'esplosione. Secondo gli esperti, comunque, la combinazione di questi avrebbero aumentato ulteriormente la polvere e provocato un’ulteriore esplosione, creando così un effetto a catena. L'unico modo per fermarlo sarebbe stata la presenza di riserve d'acqua sotterranee che avrebbero dovuto inondare i tunnel in caso di esplosione. Ma tali riserve, nella miniera Soma, non c’erano. Così come assenti erano adeguate vie di fuga di emergenza. Questo almeno è quanto riferiscono testimoni oculari.
Le accuse a questo riguardo sono state lanciate subito dopo l’accaduto e sono in gran parte state ignorate dai media filo-governativi. Ma questo ha contribuito a far crescere la rabbia della cittadinanza di Soma, rivolta in primo luogo ai dirigenti della miniera, ai politici e all’AKP. Guidato dal primo ministro Recep Tayyip Erdogan, il partito islamista neoliberista con radici di centro-destra è salito al potere nel 2002 durante una delle più gravi crisi economiche della Turchia. Alla richiesta specifica di riforme da parte del Fondo Monetario Internazionale, il partito ha risposto abbassando i livelli di supporto di assistenza sociale, deregolamentando molti settori, riducendo il potere dei sindacati e introducendo ampie privatizzazioni. Queste politiche spiccatamente neo-liberiste hanno riscontrato un buon successo iniziale ed in effetti il piano di Erdogan è riuscito a riavviare l'economia e creare nuovi posti di lavoro.
Prima del 2005, la miniera Soma era di proprietà dello Stato. Nel 2007 è stata assorbita dalla società privata Soma Holding. In un'intervista del 2012, il CEO di Soam Holding, Alp Gürkan, vantava di aver ridotto i costi di produzione di una tonnellata di carbone da $140 a $23,80, mentre il fatturato risultava più che raddoppiato. Il salario medio mensile per un minatore in Soma è di sole 1.200 TL (€420), nonostante il lavoro sia pericoloso ed estremamente stressante. 
Avvertimenti ignorati
Özel Ozgur, membro del Parlamento per il Partito del Popolo Repubblicano (CHP) dal 2011, ha presentato una mozione nell’ottobre 2013 chiedendo una commissione indipendente per indagare su una serie di incidenti nella miniera Soma. "Il governo non si preoccupa per la vita dei lavoratori!", ha dichiarato il portavoce del gruppo. Tre settimane prima dell’incidente, l'AKP ha votato contro la commissione, con Erdogan che ha dichiarato sprezzante che l'opposizione non deve intasare il sistema con tali banalità. "Il governo ha ignorato i nostri avvertimenti!" dice ancora Özel. Ad alzare la voce anche l'Unione delle Camere degli Ingegneri e Architetti turchi, la quale sostiene che l'industria mineraria è stata consegnata ad individui e aziende "incompetenti, mal equipaggiati e inesperti", con una produzione spinta ai suoi limiti, al fine di aumentare i profitti nel più breve tempo possibile.
Nel frattempo, un rapporto dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) rivela che in Europa, nel 2012, il numero più alto di incidenti sul lavoro si è riscontrato proprio in Turchia (tra due e quattro morti al giorno).
Lo stesso rapporto allude alle promozioni politicamente motivate ​​di persone incompetenti in posizioni chiave e ad un rilassamento dei controlli statali. Fattori che rendono gli incidenti quasi inevitabili. Questo incidente solleva non da ultimo una questione di responsabilità. L'AKP ha sempre preteso di essere il partito dell’ "uomo comune". In realtà non è la prima occasione in cui dimostra di essere il partito del denaro e della corruzione. Basti pensare che Soma è situata nella provincia di Manisa, sede della più grande base di sostegno dell'AKP.
Risposte ciniche
In questa occasione il governo turco ha deciso di avere un approccio alla vicenda addirittura cinico, additando il destino (Kader) come primo responsabile dell’accaduto. "Se si va al mare, ci si potrebbe trovare coinvolti in una tempesta", ha detto il portavoce dell’AKP Hüseyin Çelik. E 'stato uno dei commenti più miti emessi dalle fila del AKP di Erdogan.Nel complesso, il comportamento del partito a ridosso dell’accaduto ricorda a un catalogo di gaffes e insulti. Durante la sua visita a Soma, Erdogan è stato fischiato da una folla inferocita riunita di fronte ad un edificio della banca HSBC ed è stato costretto a trovare riparo con il suo entourage all’interno un supermercato nelle vicinanze. Il Premier avrebbe chiamato uno dei manifestanti un "incursore israeliano". Le azioni sono state catturate da video amatoriali e non e le immagini degli scontri con i manifestanti dimostrano come anche Erdogan stesso sia stato coinvolto.
Da non dimenticare è stata poi una gaffe commessa dal Primo ministro stesso quando, in una conferenza stampa a Soma, ha paragonato quanto avvenuto agli incidenti minerari dell’Inghilterra del XIX secolo, osservando con nonchalance che gli incidenti sono "cioò che accade nelle miniere di carbone". "Fatemi andare indietro nel tempo", ha detto. "In una diapositiva dell’Inghilterra del 1862, si vede chiaramente come 204 persone siano morte; nel 1866, 361 persone sono morte; e in una esplosione, sempre in Inghilterra ,nel 1894, ben 290 sono morti." Non è riuscito in questa situazione a pronunciare una sola parola di rammarico per la morte dei minatori, per le vedove e per i numerosi bambini rimasti orfani, così come per intere comunità che ora si trovano ad affrontare un lutto di massa, come ad esempio Elmadere, villaggio di 120 anime in cui almeno un uomo per ogni famiglia ha trovato impiego in miniera. Una fotografia di un membro dell’esecutivo di Erdogan che prede a calci un manifestante ha fatto poi il giro del mondo, diventando simbolo della prepotenza del regime.
Sullo slancio delle proteste a Soma, cortei si sono riuniti ad Ankara, Istanbul ed Izmir, dove oltre 20.000 persone sono scese in piazza. A Istanbul sono state erette barricate,e i dimostranti hanno dipinto la loro faccia di bianco e marciato attraverso la città con in testa caschi da minatore come segno di solidarietà. Ma il loro messaggio è caduto nel vuoto.
 Il destino della Turchia
"Erdogan ha parlato di 'destino' in risposta a Soma,",dice Ahmet Sik, giornalista e attivista turco. "I parenti dei morti cercano conforto in questa stessa idea. Lo stato h deciso di ricorrere a questo tipo di retorica, di fare appello ai sentimenti religiosi delle vittime per placare i loro animi, ed è una strategia che funziona." Sik prevede che le elezioni presidenziali di Agosto, alle quali Erdogan sta valutando di candidarsi, mostreranno se i cittadini sono pronti a farlo cadere o se l’attuale Primo Ministro è ancora percepito come il "destino" della Turchia. Esiste ovviamente una terza alternativa, con metà del Paese a votare per lui per mancanza di alternative, e l’altra metà a detestarlo e bramare vendetta. Questa polarizzazione della società turca si riflette anche in Germania, quarta circoscrizione di Erdogan. Il leader turco è comparso ad una manifestazione a Colonia alla fine di maggio e decine di migliaia di emigrati dalla Turchia sono scesi in piazza in segno di protesta. Un numero analogo di dimostranti sono scesi a loro volta sulle strade per sostenerlo.
Ciò che è chiaro, in tutto questo, è che Erdogan non potrà più contare su alcun sostegno ad Elmadere, il villaggio alla fine di una strada sterrata di sabbia che si snoda attraverso le montagne, a Soma, Turchia occidentale.

Monica Callegher 

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