Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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06 settembre 2015

Chiavi di lettura



“Stampa. Potentissima lente d'ingrandimento. Con l'aiuto di un "noi" e di un poco d'inchiostro trasforma lo squittio di un topolino nel ruggito di un leone editoriale, le cui dichiarazioni si presume la nazione segua con reverenza e fiato sospeso.
Ambrose Gwinnett Bierce

Settembre 2015. E' un bimbo di tre teneri anni, con una maglietta rossa e piedini avvolti in scarpine blu, l'immagine della Notizia più diffusa sulle prime pagine: quotidiani, web e tv lo rappresentano, con (o senza) l'immagine di morte che porta con sé. Aylan è morto per annegamento mentre la sua famiglia migrante cercava di  raggiungere Kos fuggendo dalle bombe di Bodrum. E' la sua fotografia che ha riattivato le coscienze europee sul problema immigrazione e ha creato nuove discussioni sulla diffusione da parte dei media di immagini crude e cruenti.
E' proprio alle “Immagini delle notizie” che sto dedicando la mia attenzione di lettrice, il libro di Andrea Pogliano, docente di media e rappresentazioni visuali all'Università del Piemonte Orientale, assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Ricerca Sociale.
Tratta gli studi effettuati sul Newsmaking e sul fotogiornalismo, analizzando l'attività di fotografo e l'organizzazione prevista nelle redazioni per la scelta di immagini appropriate e interessanti. E anche la tipologia di  fotografia che ritrae il piccolo Aylan rientra nell'analisi: un'immagine forte e comunque evocatrice di emozioni, definibile foto-icona e dunque perfettamente oggetto di sensazionalismo. Pogliano discute sulla messa in pagina di tali immagini, collegando la scelta di pubblicazione alla politica di testata: volontà di sensazionalismo o di denuncia?
E' accurata l'analisi di quattro differenti testate giornalistiche osservate sotto vari punti di vista: “Manifesto”, “Le Figaro”, “Corriere della sera” e “Libération”; si studiano i passaggi che portano a scegliere immagini o a produrle per pubblicare una notizia o una foto-notizia.
Il testo è articolato in quattro capitoli e conclusioni; gli argomenti rispettivamente trattati sono il newsmaking, successivo al gatekeeping, spiegato con il contributo di ricerca di cinque autori che illustrano il processo di produzione giornalistica fondata su raccolta, selezione e presentazione; l'attenzione si sposta sull'etnografia della produzione, cioè sullo studio antropologico di comportamenti sociali attinenti alla produzione di immagini: regole condivise dai fotografi, banche dati e agenzie nazionali e internazionali. Nella seconda parte del libro l'attenzione è concentrata sull'organizzazione redazionale e sulle tecniche di diffusione. E' dunque un libro tecnico, quasi per professionisti, che tratta però realtà che coinvolgono ogni genere di lettore, di qualsiasi credo politico e provenienza geografica.
Studiare la scelta di pubblicare l'immagine di Aylan è procedimento tecnico, ma anche etico: “la selezione e messa i pagina di queste immagini può provocare critiche in tutte le direzioni: sia dall'Ordine dei giornalisti, sia dal pubblico, sia dagli altri giornali. I due concetti cardine delle critiche sono quello della gratuità (cioè dell'assenza di una necessità giornalistica) nel far vedere certe immagini, e quello ad esso comunque correlato di non aver tutelato la dignità delle persone coinvolte.”
Beatrice Cogorno

Andrea Pogliano 
Le immagini delle notizie. Sociologia del fotogiornalismo
Edizioni Unicopli, Milano, 2014, 197 pp.
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