Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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28 gennaio 2016

David Bowie, artista da leggenda

Mi sveglio la mattina di lunedì 11 gennaio, apparentemente un giorno come un altro. Un nuovo lunedì di studio e di lavoro. Il cielo è plumbeo su Genova, il termometro segna 12 gradi. Apro il mio portatile e clicco sul sito dell’ANSA, e mi rendo conto che no, non è un giorno come gli altri. L’articolo in primo piano recita “Addio al Duca Bianco Bowie”. Dalla Cnn al Financial Times fino ad Al Jazeera, la notizia della sua morte si trova sulla homepage di tutti i principali siti internazionali. Per chi come me è innamorato della musica, appassionato di tutta la musica in tutte le sue sfumature, questo è un giorno triste: una delle figure artistiche di maggiore successo della storia della musica, “un artista rivoluzionario, poliedrico, inarrivabile ed eclettico” (come lo definisce giustamente Veronica Bolognese in un articolo pubblicato sul sito www.staycool.it) è morto nella notte dopo una battaglia di 18 mesi contro il cancro. Solo tre giorni prima aveva compiuto 69 anni, e nello stesso giorno era uscito Blackstar, il suo ultimo album, che resterà il suo testamento.
David Robert Jones (questo il vero nome) nasce a Brixton, Londra, l'8 gennaio 1947. Il suo primo singolo, Can't help thinking about me, viene pubblicato nel 1966 a nome di David Bowie e The Lower Third. Nel 1967 avviene l'incontro cruciale per la sua carriera: quello con Lindsay Kemp. Dall'artista apprende i segreti della teatralità, della mimica, dell'uso del corpo, elementi fondamentali della sua personalità artistica che si affermerà attraverso le sue numerose “personalità”. L'album The rise and fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars è un disco incredibile, venerato dai fan e non solo, che racconta la storia del primo dei suoi alter ego scenici, Ziggy Stardust, un extraterrestre bisessuale e androgino trasformato in rockstar che fa di Bowie lo speaker della libertà sessuale. Ma Ziggy è solo uno dei tanti personaggi interpretati dall’artista, da Aladdin Sane ad Halloween Jack al Duca Bianco, “una continua reinvenzione di sé stesso che gli ha permesso di mostrare varie sfaccettature della sua arte nel corso della sua prolifica carriera” (“E’ morto David Bowie, il trasformista del rock”, Repubblica.it). Nel 1973, con uno straordinario concerto all'Hammersmith Odeon di Londra, Bowie annuncia la fine di Ziggy Stardust. All'inizio degli anni Ottanta è un mito, uno dei pochi artisti in grado di conciliare rock e teatro, pop e avanguardia, ambiguità sessuale e arti visive, trasgressione e letteratura.
“Dal folk acustico all'elettronica, passando attraverso il glam rock, il soul e il krautrock, David Bowie ha lasciato tracce che hanno influenzato tantissimi artisti. Artista prolifico, non si è mai adagiato sugli allori del successo continuando a sperimentare fino all’ultimo disco. Ha attraversato e inventato generi anche molto diversi tra loro: dal beat al R&B bianco, dal glam rock all'electro pop intellettuale al rock colto e raffinato” (“Addio a David Bowie, il camaleonte del rock è morto a 69 anni”, Il Mattino).
Non si fa mancare le incursioni nel cinema: dopo alcune piccole apparizioni arriva al successo nel 1976 come protagonista del film di fantascienza L'uomo che cadde sulla Terra di Nicolas Roeg. Tra le sue interpretazioni più note si ricordano Absolute beginners e Labyrinth del 1986 fino Basquiat di Julian Schnabel del 1996, dove interpreta il ruolo di Andy Warhol.
Nel 1997 viene quotato in borsa grazie all'emissione dei Bowie Bonds effettuata offrendo a garanzia le royalties ricevute per i dischi venduti fino al 1993 (circa un milione di copie l'anno). Nel 2007 riceve il Grammy alla carriera e nel 2008 viene inserito al 23º posto nella lista dei 100 migliori cantanti secondo la rivista Rolling Stone.

Un artista a tutto tondo che è già leggenda. 
Silvia Marcenaro

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