Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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19 dicembre 2017

Milano Sera: 10 anni di buon giornalismo

I giornali cartacei sono la memoria storica del nostro paese, sono un valore che nel tempo va scomparendo, con l’avvento del web ( computer, tablet, telefonini).
Ci sono stati giornali che hanno rappresentato tanto per il nostro paese come “Milano Sera” che pur essendo un piccolo giornale, con poche risorse finanziarie ha lasciato una traccia nella storia dell’Italia,  durato non più di 10 anni si è trovato in un periodo molto particolare dell’Italia pieno di avvenimenti.
A Milano nel 1945 con la caduta del fascismo i giornali d’ideologia di destra vennero tutti eliminati , tra questi c’era il Corriere della Sera che per un certo periodo rischiò di scomparire.
Gli unici giornali che avevano il permesso di uscire erano quelli di ideologia comunista: Il Sole, l’Italia, l‘Unità, l’Avanti, il Risorgimento Liberale, Il Popolo, Italia Libera. Tra i settimanali si riuscì a salvare il Corriere della Sera ma cambiando il nome alla testata fu chiamato “La Domenica”
Gaetano Afeltra era un giornalista che lavorava per il Corriere della Sera ma non era iscritto al partito fascista, egli fu un assiduo sostenitore del  giornale cercò i tutti i modi di salvarlo, incontrò vari giornalisti antifascisti tra cui Parri, Vagliani. Insieme pensarono che bisognava rinnovare il giornale con idee democratiche e che non avessero nulla a che fare col passato e col partito fascista , prima di tutto bisognava convincere il Comitato Nazionale di Liberazione. Per prima cosa si decise di trovare un direttore d’indubbia fedeltà alla repubblica decisero per Mario Borsa .
Mario Borsa fu un giornalista tenace assertore dei diritti di libertà e giustizia sociale, sotto il fascismo fu messo due volte in carcere e anche in un campo di concentramento. Borsa fu messo quindi alla direzione del Corriere della Sera, che solo nel 1946 tornò nelle edicole sulla testata in piccolo c’era la scritta ”Il Corriere Nuovo”. Si decise questo nome in ricordo dello storico giorno dopo la liberazione, giovedì 26 Aprile 1945 quando il giornale fu lanciato dai furgoncini nelle strade (come anche) dalle finestre di Via Solferino sede storica del Corriere della Sera.
Tra i sostenitori per l’abolizione del Corriere c’era Sandro Pertini socialista e accanito sostenitore delle sue idee di sinistra,  in quel periodo si vendevano solo giornali di ideologia comunista, come L’Unità, l’Avanti che trattavano solo notizie politiche , la popolazione iniziò a stufarsi e così si capì che ci voleva qualcosa di nuovo e di alternativo ai soliti giornali , nacque così “Milano Sera” un giornale con pochi mezzi ma tante idee che parlava  principalmente della città di Milano dei suoi cittadini. 
Usciva nel pomeriggio, l’impegno, l’entusiasmo dei giovani redattori era molto ma l’esperienza poca, si riunivano al mattino per leggere le testate dei principali giornali e poi nel pomeriggio dopo aver lavorato i pezzi facevano uscire il giornale. Questo foglio fece  molta fatica a   decollare, la grafica era mediocre e le foto banali, si vedeva l’impegno dei giornalisti  ma il giornale non vendeva. Negli anni passarono in redazione  molti bravi giornalisti e parecchi intellettuali. Alfonso Gatto era un poeta che collaborò insieme a molti altri nomi famosi  come Manlio Bonfantini, Oreste del Buono e  lo stesso Afeltra. Essi contribuirono alla buona riuscita del giornale che incominciò la sua ascesa  L’Italia appariva distrutta da 20 anni di dittatura  fascista . Negli anni che vanno dal 1946 e 1950 ci furono molti avvenimenti che Milano sera prese in considerazione dalle Elezioni politiche che furono vinte dalla Democrazia Cristiana con amara delusione dei Comunisti , alla scissione del sindacato CGIL e la nascita del sindacato Cisl più moderato e più verso la Democrazia Cristiana.

L’attentato a Palmiro Togliatti occupò parecchi fogli e per parecchi giorni, perché in seguito a quell’avvenimento gli operai insorsero e vi furono una serie di scioperi duri in tutto il paese . Una vera guerriglia che stava par trasformarsi in una piccola guerra civile . A smorzare gli animi si vocifera che fu la notizia della vincita di Bartali al Tour de  France.  L’arrivo dei film hollywoodiani, la morte del bandito Giuliano e altri casi di cronaca distolsero la popolazione dal clima di guerriglia che si era formato tra forze dell’ordine e operai.
Il 4 novembre 1954 nella prima pagina di Milano Sera si legge un comunicato rivolto ai lettori dove si annunciava la chiusura del giornale.
Questa notizia coglie i lettori di sorpresa e lascerà un grande vuoto nel mondo dell’editoria. "Le gravi difficoltà finanziarie ci costringono a chiudere, ci dispiace dover lasciare dopo 10 anni di avvenimenti importanti per il nostro paese.”
I giornali cartacei non possono e non devono sparire, sono un’abitudine, una tradizione una consuetudine importante, è bello pensare alle persone che la domenica mattina escono per andare a messa e tornando a casa comprano il giornale e le paste.
Fabrizio Dolcino

 Rinaldo Gianola
“Milano Sera”.  Un giornale per la Repubblica (1945 -1954)
Book time, Milano, 2016, pp. 120.
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