Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

_________________

Scorrendo questa pagina o cliccando un qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie presenti nel sito.



16 giugno 2020

Una vita tra fantasia e realtà


Il cinema è fatto di storie concrete e astratte, che ci incuriosiscono, appassionano, commuovono e anche rattristano. Guardare un film significa vivere tutte le emozioni che i personaggi provano e riflettere sulle scelte che fanno, giudicandole con il nostro proprio metro di giudizio. Spesso ci si consuma molto tempo a riflettere sul perché di quelle scelte e conversiamo volentieri con amici e familiari sulle diverse interpretazioni di una certa scena o un episodio o persino sul significato del film. Di solito queste conversazioni rimangono fine a se stesse, magari con l’aggiunta di risposte che vengono date dai critici cinematografici, ma che, bensì molto specializzate e studiate nel dettaglio, alla fine dei conti anche esse sono delle interpretazioni sulla reale ambizione del regista. 
A volte, però, succede una cosa rara e inestimabile nell'ambito della storia del cinema. Questa particolarità fa riferimento a quelle piccole delucidazioni che il regista stesso fa su un film, magari impreziosendo il valore del resoconto aggiungendo anche aneddoti sulle retroscene, gli attori e la produzione. 
Un avvenimento più unico che raro è quello di possedere una intervista di 188 pagine con un regista che ha segnato un’epoca nel cinema italiano, ma anche in quello mondiale, come Federico Fellini. 
Seguendo uno stile che ricorda l’intervista che Truffaut fece a Hitchcock, che fu pubblicata in un libro che corrisponde al titolo italiano de Il cinema secondo Hitchcock (1966), questa bellissima intervista fatta da Giovanni Grazzini a Federico Fellini nel 1983 per Laterza è stata ripubblicata da Il Saggiatore nel 2019, in occasione dei cento anni dalla nascita del regista. 
Si tratta di quasi un intero monologo di Fellini, interrotto brevemente da Grazzini per fare delle domande o chiedere delle specificazioni. Fellini ci porta in un viaggio nel suo passato e nel suo presente, tutte e due caratterizzati da una voglia di vivere e assaggiare la vita. In certi momenti del libro ci troviamo a Rimini, con un Fellini adolescente che si avventura a scoprire se stesso e, successivamente, arriviamo a Roma, capitale del cinema non limitato soltanto al piccolo mondo italiano, ma frequentato anche da grandi registi e divi americani, che sceglievano Cinecittà per girare i loro film. Nella narrazione di Fellini si può toccare con mano quella vita movimentata e gloriosa della capitale italiana. Oltre ad essere una testimonianza importante sul cinema della seconda metà del xx secolo, quest’intervista è anche, e soprattutto, un racconto dettagliato del processo creativo di un regista senza eguali, che confessa di non essere molto sicuro sul proprio passato poiché nei suoi film ha svuotato tutti i suoi ricordi e che ormai sono mischiati con la fantasia. Su cosa guidi il processo creativo, Fellini risponde: 
“Chi ci guida nell'avventura creativa? (…) Soltanto la fiducia in qualcosa o in qualcuno nascosto dentro di te, qualcuno che conosci poco, che si fa vivo ogni tanto, una tua parte sorniona e sapiente che si è messa a lavorare al posto tuo può aver favorito la misteriosa operazione.” 

Adriola Doda 


Federico Fellini 
Sul cinema 
Il Saggiatore, Milano, 2019, pp. 188.
____

Nessun commento:

Archivio blog

Copyright

Questo blog non può considerarsi un prodotto editoriale, ai sensi della legge n. 62/2001. Chi desidera riprodurre i testi qui pubblicati dovrà ricordarsi di segnalare la fonte con un link, nel pieno rispetto delle norme sul copyright.