18 luglio 2008

"Dalle stelle alle stalle". Tra mito alla realtà

È difficile spiegare una situazione che ha dell’assurdo. Spiegare a chi stava cominciando a fare il tifo per un ragazzo di 24 anni che in bici faceva “casino” e, con il suo atteggiamento spavaldo e avventato, faceva divertire, che tutto quello che hanno visto non era vero.
Riccardo Riccò come Marco Pantani? Negli ultimi giorni i paragoni si sono sprecati. Sul Col d’Aspin il modenese ha levato tutti di ruota come dieci anni fa faceva il Pirata. Un’ azione memorabile che tutti gli appassionati, non solo gli italiani, hanno apprezzato. Poi la catastrofe. La Saunier Duval che si ritira in blocco e un baratro che si ripropone a distanza di nove anni da quel 5 giugno 1999 quando a Madonna di Campiglio Pantani tornava a casa.
Ma da quel giorno di passi avanti ne sono stati fatti tanti. Il ciclismo si è ripulito e ora chi fa il furbo viene beccato sistematicamente. Pantani diceva: «Lo fanno tutti. Perchè ve la prendete con me?» e oggi cosa dice Riccardo Riccò? Per ora non ha detto nulla se non che non ha mai preso nulla. Aspettiamo le controanalisi allora con fiducia. Poi vedremo se un altro possibile mito è caduto ancor prima di diventarlo.
Quello che deve essere chiaro è che il ciclismo non è più quello di dieci anni fa. In gruppo la maggior parte degli atleti ripudia il doping e corre in maniera pulita.
La speranza vera è che si possa tornare a raccontare storie di campioni come si faceva con Coppi e con Bartali che di questo sport hanno scritto pagine indelebili e che lo sport vero torni ad essere l’unico protagonista.

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