15 novembre 2008

La crisi finanziaria spinge l'Islanda verso l'UE

Il governo islandese sta rivedendo la propria posizione nei confronti di un'eventuale entrata nell'Unione Europea in seguito al collasso del suo sistema bancario, dovuto alla crisi finanziaria. L'Islanda potrebbe entrare in Europa già dal 2011.

Il Primo Ministro Geir Haarde, a capo di una coalizione tra il partito Indipendenza (fino ad ora anti-europeista) e l'Alleanza Democratico-Sociale (filoeuropeista) ha dichiarato di aver sempre pensato di poter valutare al giusto tempo la possibilità di cooperare con l'Europa.

Anche il sostegno popolare all'entrata in Europa sta salendo: il 70% degli islandesi è oggi favorevole mentre, storicamente, i filoeuropei erano sempre stati sotto il 50%.

L'analisi più sostenuta in questi giorni è che, se l'Islanda fosse stata un paese membro dell'Ue, la sua valuta sarebbe stata più protetta rispetto alle oscillazioni internazionali e avrebbe garantito maggiore stabilità al suo sistema bancario, ormai collassato, la cui crisi si ripercuoterà in una grave recessione.

L'entrata nell'Ue non è comunque assicurata, c'è da risolvere la questione riguardante i bacini di pesca: gli islandesi dovrebbero infatti permettere ai pescherecci degli altri stati membri di poter pescare nelle loro ricche acque territoriali.

Questa è la prima volta che l'Islanda si candida formalmente ad entrare nell'UE. Vedremo ora come si muoverà la macchina dei negoziati.

Fonte:

Financial Times: http://www.ft.com/cms/s/0/5a29ac18-b28f-11dd-bbc9-0000779fd18c.html?nclick_check=1

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