Ad Udine nel giorno del Primo Maggio dedicato alla Festa del Lavoro e dei lavoratori si è scelto di ricordare chi muore sul lavoro con cento tute “senza testa”. L'idea davvero provocatoria è del fotografo Gianfranco Angelo Benvenuto che in questo modo ha voluto ricordare che In Italia il numero degli incidenti morali sul lavoro ha raggiunto livelli non più tollerabili; il numero delle "morti bianche" é tra i più alti del mondo occidentale. Altrettanto grande è il numero degli infortuni che provocano lesioni gravi e permanenti.
*Link alla sequenza completa delle fotografie di G.A. Benvenuto, pubblicata sul sito del Messaggero veneto.
1 commento:
Un'installazione analoga a quella di Udine, anche se nata con intenti leggermente diversi, seppur sempre provocatori e sempr sul tema del lavoro, era apparsa alla Ex- Ceramica Vaccari a Santo Stefano di Magra (SP), un paio di anni fa.
Una coppia di giovani artisti spezzini aveva occupato uno spazio all'interno dell'industria della ceramica in disuso, in questo modo: dagli alti soffitti pendevano fili di nylon alle cui estremità erano appese, in file ordinate, cappe azzurre da operaio. Cappe che nessuno più avrebbe indossato. Cappe a ricordo delle centinaia di persone che per la chiusura della celebre fabbrica - fu un caso nazionale - rimasero improvvisamente senza lavoro. E senza futuro. Scenario desolante di una situazione altrettanto grave e più che mai attuale. La precarietà di tante vite. Cappe vuote, appese a un filo.
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