I miei genitori alla mia età avevano già me. Mio padre mentre nascevo vinceva un concorso in ferrovia che gli avrebbe coperto le spalle a vita, mia madre, si occupava della casa, non era il caso che lavorasse, diceva papà. Era il 1988. Sabato scorso, 4 milioni di persone hanno sfilato per la capitale , sono i "precari" (personalmente non sono andato perché ero impegnato a farlo, il precario, avendo lavorato tutto il giorno a contratto, diciamo così, fantasma). Ora, in questo preciso momento, la stanchezza vince la rabbia, abbandonando quindi la tipica verve da arrabbiato cronico che mi porta a tralignare parlando di cose che mi fanno bruciare la pelle ogni istante, vorrei solo far notare, che la nostra generazione, non solo ha perso il diritto al lavoro, ma che tra tutte le perdite di libertà che ne derivano, ha perso anche quella di fare figli, perché è maledettamente vero che "chi non lavora non fa l'amore".
Davide Oliveri
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