09 ottobre 2011

"Stay hungry. Stay foolish" (S.J)



"Quando ero un ragazzo c’era una incredibile rivista che si chiamava The Whole Earth Catalog [...] E’ stata creata da Stewart Brand [...] Stewart e il suo gruppo pubblicarono vari numeri di The Whole Earth Catalog, e quando arrivarono alla fine del loro percorso, pubblicarono il numero finale.[...] Nell’ultima pagina del numero finale c’era una fotografia di una strada di campagna di prima mattina [...] Sotto la foto c’erano le parole: “Stay Hungry. Stay Foolish.”, siate affamati, siate folli. Era il loro messaggio di addio. Stay Hungry. Stay Foolish. Io me lo sono sempre augurato per me stesso. E adesso che vi laureate per cominciare una nuova vita, lo auguro a voi.
Stay Hungry. Stay Foolish."
Queste quattro semplici parole le abbiamo sentite spesso negli ultimi giorni. Pronunciate da Steve Jobs nel 2005, in occasione della consegna dei diplomi di laurea, nonchè della sua stessa laurea ad honorem alla Standford University, genio informatico che ci ha lasciati pochi giorni fa, vinto dal male del secolo.
Non sono qui per parlare della sua brillante carriera, nè tantomeno delle sue invenzioni tecnologiche, non ne avrei le capacità, sinceramente. Vorrei invece riflettere su questa semplice frase, che sta rimbalzando dai giornali, alla televisione, al web: "Stay hungry. Stay foolish", pronunciata da Mr. Jobs. Una sorta di "testamento spirituale", tanto semplice quanto potente ed esplosivo.
Cosa significano queste parole, "Stay hungry. Stay foolish"?
Traducendo semplicemente dall'inglese diventerebbe: "siate affamati, siate folli".
Un po' riduttivo, forse, dargli soltanto questo significato.
Questa bellissima frase mi colpì particolarmente nel 2005, ed è affiorata alla mia memoria pochi giorni fa, in occasione della tragica notizia.
Non credo abbia un vero e proprio significato universale e categorico, può essere interpretata in moltissimi modi diversi; a grandi linee si è tutti d'accordo nel pensare che l'augurio che Steve intendeva fare ai giovani laureati che si affacciavano alla vera vita, quella difficile, quella spinosa era una speranza.
Una speranza di non dimenticarsi mai di cercare, scoprire, documentarsi, essere letteralmente "hungry", affamati di cultura, di novità, di vita. Tutto ciò condito con un pizzico di "follia", di volontà di non arrendersi e di prendere le situazioni di petto, anche con un po' di incoscienza, se è il caso.
Credo che, preso da questo punto di vista, sia il migliore augurio che un uomo adulto, che già vive nella "vita reale" possa fare a dei ventenni.
Ma poi, quello che mi ha maggiormente colpito è l'impalpabilità di questo messaggio, "Siate folli", folli? Affamati? Ingordi di vita?
Bè, è molto particolare sentirlo dire da uno degli informatici più famosi al mondo, un uomo che dal nulla ha progettato un Machintosh. Un uomo che, apparentemente, con la follia ha ben poco a che fare: i personal computer, una sequenza di codici, impulsi elettrici e fili, così logici, così materiali, come logico e materiale deve essere il tecnico che li costruisce e li progetta.
E invece? E invece quella persona così logica e quadrata spera che la generazione di domani sia si responsabile, pragmatica e razionale ma anche libera, leggera, piena di sogni nel cassetto..."foolish".
Ma alla fine, poi, è tutto comprensibile: un uomo non ha una sola personalità, ne ha mille, mille diverse, opposte, simili o contrarie.
Si, è vero, si dice che chi nasce tondo non diventerà mai quadrato, ma chi non nasce ne tondo ne quadrato può assumere la forma che vuole.
E forse Steve Jobs era così, poliforme.
Francesca Alberti
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