Nella
stagione della grande crisi dell’editoria da Torino giunge una notizia
confortante almeno sul fronte dell’editoria ci sono ancora segni di
speranza. Nei giorni scorsi è stata
infatti ufficialmente inaugurata la nuova sede del Centro Studi sul Giornalismo “Gino Pestelli”
che ha trovato, dopo la lunga stagione di ospitalità ricevuta presso la
Fondazione Einaudi e Firpo, trova la sua giusta collocazione dopo 45 anni di
vita: la casa dei giornalisti il circolo della stampa di Corso Stati Uniti del
capoluogo piemontese. I più giovani non conoscono la biografia del grande
giornalista al quale è stato intitolata nel lontano 1968 il più importante
centro studi sul tema della comunicazione. Si tratta di Luigi Pestelli, uomo
libero e notevole intellettuale di ispirazione liberal-democratica, amico di
Gobetti e vicino al gruppo di "Rivoluzione liberale", Pestelli è a
"La Stampa" il braccio operativo di Frassati, la guida quotidiana
della redazione. In questo compito affianca nel 1921 Luigi Salvatorelli, al
quale è stata affidata la condirezione del giornale, nella linea di sempre più
netta avversione al fascismo. Lascia la
stampa pesante pressione del regime e va a dirigere l’ufficio stampa della
Fiat. Sarà un punto di riferimento per tutti abbinando la competenza della
guida comunicativa di una grande azienda manifatturiera al suo incontro con
l’arte e il design.
Per
onorare la sua vita, alcuni anni dopo la sua morte, è nato il Centro
ufficialmente il 6 giugno 1968. Lo scopo era quello di promuovere studi sulla
storia del giornalismo e sui problemi dell’informazione, anche in
collaborazione con Università e Istituti di ricerca, e di creare una biblioteca
specializzata. L’idea del Centro era nata due anni prima, in occasione del
convegno Il giornalismo italiano dal 1861 al 1870, organizzato nel 1966
dall’Associazione Stampa Subalpina. Giovanni Giovannini, allora presidente
dell’Associazione, aveva lanciato la proposta di organizzare in un Centro
specializzato lo studio della storia e della funzione del giornalismo. La
proposta era stata accolta con favore da studiosi come Valerio Castronovo,
Luigi Firpo, Alessandro Galante Garrone, Narciso Nada, e da giornalisti e
intellettuali come Oddone Camerana, Carlo Casalegno, Bruno Marchiaro, Remo
Morone, Aldo Pipan, Guido Pugliaro, Bruno Segre.
Il
Centro si propone, come indicato dallo statuto, di promuovere e diffondere la
cultura giornalistica mediante studi e ricerche sulla storia del giornalismo e
sui problemi attuali di organizzazione e sviluppo della stampa periodica e dei
nuovi media. Operando sia in proprio sia in collaborazione con Università e
Istituti di ricerca italiani e stranieri, metteva a disposizione mezzi e
strumenti metodologici e documentari, tra una importante biblioteca
specializzata; si prefiggeva di promuovere pubblicazioni sui temi rientranti
nei suoi interessi; si riprometteva infine di raccogliere e conservare gli
archivi personali dei colleghi. La biblioteca, aperta agli studiosi e agli
studenti, si è sviluppata fino a raggiungere 5.500 volumi, e costituisce un
unicum nel suo genere in Italia. Le pubblicazioni hanno superato i trenta
titoli. Sono pervenuti gli archivi di Gino Apostolo, Remo Lugli, Igor Man,
Renzo Villare, ed è in corso presso la Soprintendenza Archivistica per il Piemonte
e la Valle d'Aosta la procedura per il riconoscimento di "archivio di
interesse storico particolarmente importante" ai sensi della legge 42/2004.
All’incontro
di inaugurazione hanno preso la parola il direttore scientifico Valerio
Castronovo, il presidente Roberto Antonetto, il presidente dell’Ordine dei
giornalisti Alberto Sinigaglia e il direttore del quotidiano “La Stampa”, Mario
Calabresi che ha proposto una riflessione sul futuro tutto da costruire in un
periodo difficilissimo per i media.
Luca Rolandi
*link al sito del Centro Studi sul Giornalismo "Gino Pestelli"
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