“Sono convinto che la realtà sia più provocatoria della mia arte. Se pensate che la mia opera sia molto provocatoria, allora significa che la realtà è estremamente provocatoria” - Maurizio Cattelan
Nell'arte contemporanea uno dei personaggi
che si è contraddistinto per la sua emblematica personalità e irriverenza
artistica è Maurizio Cattelan, padovano, classe 1960, uno dei pochi artisti italiani
che è riuscito a raggiungere la notorietà a livello internazionale. Tutti i
suoi lavori ruotano intorno al potere delle immagini, dell’informazione e alla
loro ambiguità; egli decontestualizza situazioni ed oggetti, trasmettendo
semplicemente la tragicomica complessità della banalità odierna, trasformando
le proprie debolezze e quelle dell'essere umano in arte, deridendo e insultando
tutto ciò che ci circonda. Attraverso le sue opere siamo portati a riflettere.
Nel 1992 si trasferisce a New York e per 20
anni, farà la spola tra Milano e New York partecipando con i propri lavori alle
Biennali, alle mostre, legandosi ai galleristi e ai critici più in voga,
attraverso le proprie opere artistiche è riuscito a esprimere il mondo reale e
i paradossi della società contemporanea che condividiamo quotidianamente
suscitando ogni volta scandalo, irritazione, simpatia, sgomento.
Ricordiamo come per il suo debutto a New York
con “Warning! Enter at your own risk. Do not touch, do not feed, no smoking, no photographs, no dogs, thank
you”, installa un lampadario con al di sotto un asino vivo, emblema
riconosciuto di ottusità per rappresentare al meglio la sua posizione nel mondo
dell’arte.
L’artista padovano si prende gioco di tutti,
addirittura dei principali personaggi che hanno segnato, la storia di questo
secolo costruendo delle opere sui limiti e sugli abusi di potere: John
Fitzgerald Kennedy, Papa Giovanni Paolo II, Adolph Hitler. I suoi messaggi non
devono essere univoci ma ambigui e confusionari. Il Potere mediatico,
culturale, sociale si intersecano: rendere pieno il vuoto e sacro il nulla, la
visibilità nell'arte contraddistingue il nostro tempo.
Jenniffer Flores Guevara
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