Rispondere alla domanda
“cos’è Albergo Etico?”, ci obbliga ad una riconsiderazione delle nostre certezze
riguardo il mondo della disabilità.
L’associazione Albergo Etico
di Asti, è attiva sotto diversi punti di vista, come per la recente
partecipazione al salone internazionale del libro di Torino, le collaborazioni
con altri enti come il centro di formazione professionale “Colline
Astigiane” di Agliano Terme, le Scuole Alberghiere
di Stresa e Valsesia ed è dotata di un proprio giornale, Uovo Notiziario.
L’associazione, già oggetto di una tesi di Laurea e presentata al “Convegno
internazionale di sociologia delle disabilità” a Napoli, si può considerare
come una via per collegare, gettare nuovi ponti tra il mondo della disabilità e
la società. Tutto questo nella concreta speranza di spingerla a riconsiderare i
suoi punti di vista sulle effettive possibilità di queste persone, in
particolare affette dalla sindrome di Down, di puntare a una vita più autonoma.
Questo percorso ha portato
Albergo Etico ad essere insignito del riconoscimento “Cittadino europeo
dell’anno 2012” per i suoi obiettivi etico sociali.
Autonomia della persona
appunto, la capacità di rendersi autosufficienti sfruttando la possibilità di
imparare attraverso lo stimolo del lavoro, che richiede particolare attenzione
e responsabilità; inserito in un contesto alberghiero, attraverso un percorso
di formazione paziente in grado di mettere a contatto con una realtà
impegnativa, in un modo il più possibile vicino al modello casa, quello
alberghiero appunto, concretizzato nel ristorante Tacabanda.
L’obiettivo di Albergo Etico
viene perseguito attraverso un sistema che ruota attorno alla parola
“download”. Ricalcando la terminologia informatica, questo sistema si impegna a
trasferire tutta una serie di nozioni e di dati utili per il lavoro da parte di
esperti ai nuovi arrivati, senza imporre un metodo formativo precostituito,
gettando in questo modo le basi per quello che è considerabile, a tutti gli
effetti, un successo collaterale, ma che ci può stupire solo nella misura in
cui viene normalmente considerata la realtà del mondo disabile. Stiamo parlando
di un insegnamento che passa dai ragazzi più esperti, ai nuovi arrivati,
superando anche difficoltà linguistiche, date le esperienze ed i legami con
altre realtà estere e mettendo in evidenza una capacità di adattamento davvero
notevole, un livello che potremmo definire superiore, e che quindi fa ben
sperare per i prossimi passi.
Gettare ponti dunque, ma non
solo tra la nostra società, ormai costretta ad interessarsi maggiormente agli
altri, ma anche all’interno della stessa realtà della disabilità. Tutto questo
integrato in una realtà a 360 gradi, integrata da “Supermammadown”, nome
esemplificativo di un servizio che rende possibile mettersi in contatto con
altri genitori di figli con sindrome di Down, al fine di condividere esperienze
e mostrare la possibilità di una realtà lavorativa positiva, che possa magari
essere d’ispirazione per il proprio futuro.
Che cosa potrebbe impedire un
futuro lavoro in ambiti simili per coloro abituati e collaudati da questa
realtà che può vantare rappresentanti come
Guglielmo in Svizzera e la suora laica Cristina in Vaticano? D’altronde
la consapevolezza acquisita dei propri mezzi e la possibilità di mettere in
pratica le proprie esperienze non sarebbero motivo di soddisfazione per
chiunque? Con le mosse giuste, le ricadute economiche e sociali sarebbero
potenzialmente dirompenti e a vantaggio di tutti.
La possibilità di ampliare
l’esperienza unendo le potenzialità di “Albergo Etico”, delle svizzere la
“Capriola” e “Fondazione Diamante” per formare una rete sarebbe quindi un passo
auspicabile che aiuterebbe davvero l’integrazione europea.
Davide Baino
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