C’è stato
un tempo in cui il termine blog suonava nuovo anche agli internauti. Elisabetta
Locatelli, giornalista e ricercatrice con dottorato in Culture della
Comunicazione, parte dalle origini del fenomeno e ne segue l’evoluzione fino ad oggi per cercare
di dare risposta ad un’unica
grande domanda: che cos’è un
blog?
Il saggio si articola in due momenti: ricostruzione storica
e interpretazione in chiave sociologica del materiale raccolto attraverso l’esperienza “sul campo”.
I primi capitoli ripercorrono la storia dei blog italiani
suddividendola in quattro fasi: early blogger (dal 2001 al 2003), l’era di Splinder (2003-2006), la
diffusione presso un pubblico di massa tra il 2006 e il 2008 e l’integrazione/competizione con i social
network iniziata nel 2008 ed attualmente in corso. L’approccio diacronico è
raro nei testi che si occupano di
web, eppure è un
piacevole tuffo nel passato per coloro che hanno vissuto l’evoluzione di internet in prima
persona, e garantisce agli altri le nozioni necessarie per avvicinarsi a questo
mondo dalle mille sfaccettature e in continua evoluzione.
Forniti al lettore i dati oggettivi, la questione viene
analizzata dal punto di vista sociologico. Queste pagine sono il cuore del
saggio.
Oggetto della ricerca sono nello specifico i blog
personali, “blog
redatti da un solo autore, non legati ad un’attività professionale ma libero spazio di creatività”.
Gli aspetti più tecnici e tecnologici sono appena accennati: il blogger (e
dunque l’individuo)
è al
centro della scena. Non a caso, più avanti, verrà citato il Social Shaping of Technology, paradigma
interpretativo volto a collegare l’innovazione tecnologica (in questo caso il blog) al
contesto sociale.
Oltre all’osservazione di un significativo campione di pagine web,
sono le ventisei interviste ad altrettanti blogger italiani che hanno fornito
ad Elisabetta Locatelli il materiale necessario ai suoi studi.
Proprio da queste interviste emerge con chiarezza il ruolo
del blog, capace di favorire l’apertura e l’ampliamento delle reti sociali anche al di fuori di
internet. Per spiegare qual è il significato della loro attività
on-line, uno dei blogger interpellati
disegna un salotto, un altro un monitor di computer con un cuore in gabbia nel
mezzo. Il blog viene definito come “un grosso bar”, “un
punto di ritrovo”,
“una
piazzetta virtuale”.
È
uno spazio di relazione e comunicazione, dove il sé
entra in contatto con la collettività.
Il testo non manca di difetti: occasionalmente il
linguaggio diventa eccessivamente tecnico, meno accattivante, e alcune
citazioni, non aggiungendo nulla all’argomentazione, sembrano ridondanti. Ma poiché
la complessa questione dei blog viene
sempre più spesso
ridotta ad un insieme di numeri e statistiche, l’aspetto interessante di The Blog Up sta proprio nell’aver privilegiato la dimensione umana
come punto di partenza per una ricerca di più ampio respiro che ha anche portato alla creazione di un
blog dedicato.
Se poi il lettore è qualcuno che ha avuto modo di partecipare alla blogosfera
in qualità di
autore o di semplice fruitore, sarà inevitabile applicare il discorso alla propria esperienza
personale, interrogandosi su quali siano le ragioni e il significato di un
fenomeno a diffusione universale e dal valore contemporaneamente individuale.
Noemi Gallo
Elisabetta Locatelli
The Blog Up. Storia sociale del blog in Italia
Franco Angeli, Milano, 2014, pp. 224.
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