“E` il mondo della parola
scritta, dove le cose accadono simultaneamente e tutto convive con tutto […] E`
un giardino rigoglioso, una cucina in fermento, un parlamento di voci: venite a
cucinare, a vivere, a scrivere!”, così Ewan Clayton conclude il suo saggio
sulla storia della scrittura.
E` un invito talmente potente per
chi abbia letto Il filo d'oro, che non si potrà di certo restare
indifferenti. L'autore con una trattazione sistematica descrive l'evoluzione
della parola scritta dal suo apparire e dalla sua prima codificazione in una
sorta di alfabeto in Egitto già attorno al 1850 a.C., fino al suo utilizzo più
recente sulle piattaforme digitali di ultima generazione.
Ewan Clayton riesce a
intrattenerci piacevolmente, anche se si sta occupando di un argomento così
complesso e lo fa, quasi inconsapevolmente, infarcendo la sua accurata disamina
di tanti esempi concreti e anche di curiosi aneddoti che ci stupiscono e ci
fanno sorridere. Questa capacità gli deriva sicuramente dall'essere a contatto
da decenni con il mondo della scrittura, considerato in ogni sua sfaccettatura.
Infatti l'autore ha vissuto per anni in un monastero benedettino nel Sussex e
in seguito ha lavorato presso il PARC in California, il celebre centro di
ricerca della Xerox, dove sono state ideate molte delle innovazioni che
contraddistinguono gli attuali computer.
Viene quindi considerato uno dei più noti calligrafi viventi e si
impegna quotidianamente nel tramandare le sue conoscenze insegnando presso
l'Università del Sunderland.
Clayton sente la necessità di
scrivere questo saggio nel momento stesso in cui comprende che in questi anni
ci troviamo davvero di fronte a un “punto di svolta” nella storia della
scrittura, con l'avvento degli ultimi ritrovati tecnologici che tentano di
sostituire e di soppiantare i supporti tradizionali. Gli eventi che in passato
hanno condotto a simili sconvolgimenti vengono individuati nel momento cruciale
di passaggio dal rotolo di papiro al libro di pergamena e secoli dopo
nell'invenzione gutenberghiana, che ha permesso la concreta circolazione delle
idee e della cultura.
In mezzo a queste date di cesura
la scrittura si è sviluppata secondo vari stili nelle diverse epoche e aree
geografiche, ma mantenendo sempre un nucleo centrale costante e uniforme, che
ci permette di dipanare questo “filo d'oro”, secondo la definizione della
calligrafa Sheila Waters.
L'autore inizia a svolgere
l'intricata matassa dall'analisi dei più antichi esperimenti di scrittura
alfabetica, procede con i manufatti di Ercolano e Pompei e le iscrizioni
romane, come quelle visibili sul celebre sepolcro degli Scipioni, fino ai primi
codici realizzati con fogli di pergamena che fanno la loro comparsa tra I e II
secolo d.C. Sarà però soltanto con Carlo Magno e con la diffusione della così
detta “minuscola carolina”, che appariranno evidenti le caratteristiche
originali degli odierni caratteri a stampa, contrapposte a quelle
dell'artificioso stile gotico.
Nei secoli seguenti la scrittura
continua la sua evoluzione grazie al grande risveglio del monachesimo e alla
necessità del suo utilizzo come strumento legale. L'impatto di un movimento di
pensiero quale l'Umanesimo è poi determinante, ma la vera svolta avviene con
l'invenzione della stampa a caratteri mobili da parte di Gutenberg intorno al
1450. La diffusione di questa tecnica decreta anche il successo della Riforma
Luterana almeno nell'Europa settentrionale, dove il potere della Chiesa di Roma
e della censura ecclesiastica non riesce ad arginare quello che viene definito
un vero e proprio contagio.
Alla fine del '600, con la
nascita della diplomatica, i documenti storici richiamano sempre più
l'attenzione degli studiosi e divengono motivo d'indagine accurata. I tassi di
alfabetizzazione diffusa crescono in maniera costante e nell'800 aumenta la
capacità di stampa grazie all'utilizzo del torchio a vapore di Koenig e delle
rotative Hoe e Marinoni, così che si sviluppa una vera e propria industria del
libro, del romanzo in particolare e le donne emergono come nuova categoria di
lettrici.
Negli ultimi decenni gli studiosi
di calligrafia evidenziano una crescente spersonalizzazione negli stili di
scrittura, in parte dovuta all'introduzione dei nuovi supporti informatici.
Allo stesso tempo però sottolineano come questi non siano riusciti a far venire
meno il sistema di scrittura manuale e come, al contrario, questo sia ancora
parte integrante della nostra società.
Il filo d'oro continuerà a
svolgersi ancora per molto e molto tempo, a superare ogni genere di ostacolo,
proprio come ha fatto sin dalle origini della nostra civiltà.
Maria Valacco
Ewan Clayton
Il filo d'oro. Storia della
scrittura
Torino, Bollati & Boringhieri, 2014, 394 pp.
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