Donatella Della Ratta, autrice del libro, si occupa di ricerca sui media arabi per enti nazionali e internazionali. Vincitrice del Premio Ilaria Alpi 2000 come migliore autrice televisiva under 30, nel 2005 scrive “Al Jazeera: media e società arabe nel nuovo millennio”, testo che fornisce una panoramica dettagliata sull’evoluzione dei media nella società araba, focalizzando l’attenzione su Al Jazeera, prima rete televisiva all news araba.
Il
libro è diviso in quattro capitoli, il primo affronta i media arabi prima e
dopo la Guerra del Golfo e i rimanenti tre concentrano l’attenzione su Al
Jazeera, descrivendone l’ascesa E le problematiche che ha dovuto affrontare e
le conseguenze subite dopo la tragedia dell’11 settembre.
L’autrice
descrive in modo dettagliato e cronologico
il processo evolutivo dei media arabi spaccando la loro storia in due
fasi: prima e dopo la Guerra del Golfo. La principale differenza che emerge è
la contrapposizione tra il regime di oligopolio televisivo precedente la guerra
e la proliferazione di network nati alla fine di questa.
Un
testo che offre molti spunti di riflessione su una società che ha tradizioni
lontane dalle nostre anche dal punto di vista mediatico. La cultura araba
infatti è ben ancorata ai valori e alle usanze della propria tradizione e ciò
si riflette anche nei media che, in un primo momento, non riescono a spiccare
il volo perché rifiutano l’intrusione dell’occidente e in particolare della
CNN, network americano di informazione.
Interessante
è l’approfondimento che Donatella Della Ratta rivolge a ogni aspetto
affrontato. Non mancano le descrizioni delle televisioni periferiche, che
nascono dopo la prima guerra del Golfo, e l’attenzione che essa pone nel
tracciare i cambiamenti, non solo politici ed economici ma anche sociali,
avvenuti dopo il conflitto. Da sottolineare che l’entrata nei palinsesti
televisivi delle reti satellitari ha convinto i governi che non si poteva più
nascondere ciò che stava accadendo, le autorità erano ormai davanti a una scelta:
vietare la trasmissione dei nuovi programmi, che comunque arrivavano nelle case
anche clandestinamente, o accettarne la nascita. Dopo una prima esitazione
tutti gli stati acconsentono all’entrata dei nuovi programmi, sebbene
riadattandoli al contesto arabo. In questo clima nel 1996 lo stato del Qatar
lancia Al Jazeera che diventerà la prima rete televisiva all news araba.
L’analisi
dell’autrice non riguarda lo schieramento politico della rete ma la sua
struttura e la sua storia. Al Jazeera è accusata fin dalle origini sia
dall’Occidente, di essere portavoce di Bin Laden, e sia dal versante arabo, di
essere filoamericana. L’autrice vuole descrivere gli aspetti economici,
linguistici e il palinsesto del network contestualizzandoli nel panorama arabo
e sottolineando che si tratta di un’impresa televisiva, non di un partito
politico e né di un’organizzazione religiosa. Al Jazeera è una voce fuori dal
coro, non appoggia nessun partito politico e si basa sul principio de
“l’opinione e l’opinione contraria”.
La
tesi finale del libro pone la domanda se i media possano contribuire alla
nascita della democrazia o accelerare un processo di apertura di una società
priva di basi democratiche. Conclude affermando che servirebbero mille Al
Jazeera congiuntamente a una presa di coscienza politica per riuscire a creare
una società aperta. E questa è anche la mia opinione: i media hanno favorito la
creazione di un sentimento popolare comune di apertura verso l’occidente, tale
sentimento deve essere appoggiato dagli organi politici per far sì che non
rimanga fine a sé stesso ma possa concretizzarsi con un’evoluzione
delle istituzioni politiche.
Arianna
Tripodi
Donatella Della Ratta
Al Jazeera: media e società arabe nel nuovo millennio
Bruno Mondadori Editori, Milano,
2005, pp. 263.
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