Il progetto di Media Oriente
Leggendo il testo di
Donatella Della Ratta, Media Oriente, ho notato da subito l'impostazione
originale che lo contraddistingue, il fatto cioè che tratti il tema della TV
araba e il suo rapporto con l'omogeneizzazione usando proprio una tecnica
televisiva: parte da un campo largo che si restringerà in seguito.
Nel primo capitolo,
"Il nuovo Medio Oriente", l'obiettivo dell'autrice viene puntato sul
gap culturale tra Oriente e Occidente, una distanza esistente sin dalle
origini. L'Oriente viene visto dagli occidentali come luogo dell'irrazionale,
della magia e dell'esotico, e dal punto di vista politico poi la differenza è ancora
più accentuata. Il concetto di democrazia come lo intendiamo noi è considerato
dagli arabi come puramente occidentale, in un sistema in cui non è presente una
netta divisione tra religione e stato, a favore della Umma, la comunità
allargata di tutti i fedeli musulmani. Tuttavia, come sottolinea Della Ratta,
questo rapporto di contrapposizione tra Oriente e Occidente andrà ripensato
alla luce della globalizzazione, della possibilità di un messaggio condiviso
trasmesso attraverso audience transnazionali.
Nei capitoli centrali
del libro, l'obiettivo si dirige verso la TV araba nello specifico, e l'autrice
analizza in maniera molto dettagliata e ricca di particolari la storia della
nascita dei principali broadcast arabi, soffermandosi in particolare sul concetto
di transanzionalità, che caratterizza la TV araba sin dalle origini, per
costruire la possibilità di dirigersi verso un target differenziato. Trova poi
spazio anche l'esperienza dell'italiana Radio Bari, che negli anni Trenta è
stata di fondamentale importanza, scegliendo di programmare notizie e
intrattenimento in arabo.
Personalmente, devo
dire di aver apprezzato particolarmente gli ultimi due capitoli del saggio, in
cui l'autrice dapprima sviluppa un approfondimento di un genere che si rivelerà
vincente nella TV araba, il feuilleton, la narrativa seriale, nata da
una tradizione da sempre presente nella cultura araba e fondamentale durante il
Ramadan, quando la famiglia tipo passa la maggior parte del tempo in casa.
Ma, soprattutto, ho
ritrovato la svolta più innovativa del testo nella parte conclusiva, "Tra
l'Europa e l'Islam, il Mediterraneo"; qui l'autrice riprende la grande
premessa dell'inizio, la profonda distanza tra Oriente e Occidente da sempre
esistente, ipotizzando un punto di incontro tra le due culture proprio
attraverso la televisione, con la creazione di una rete comune, Euromed.
Il Mediterraneo si
sviluppa attorno a due grandi civiltà, l'ellenismo e l'arabismo, ora simboli di
Oriente e Occidente, di due culture che sembrano attualmente divise in maniera
irreparabile. Servirebbe un avvicinamento tra queste, e non andrebbero
considerate antitetiche; secondo l'autrice, un dialogo tra le due sarebbe
possibile se si abbandonassero i luoghi comuni e i pregiudizi.
Il progetto Euromed
TV, a livello puramente intenzionale, vorrebbe trovare un punto di incontro tra
le culture del bacino mediterraneo, e dovrebbe avere caratteristiche di canale
multiculturale e multilingue.
Ma rispetto alla
creazione di una TV comune, si presentano una serie di problematiche,
riguardanti ad esempio la coproduzione dei generi, per cui sarebbe preferibile
la fiction o il teatro rispetto alle news, che pongono il problema della
censura in molti Paesi.
Indubbiamente il
progetto è di non facile attuazione, e un avvicinamento culturale tra Oriente e
Occidente sembra quantomai complicato, ma ho trovato molto significativo che
l'autrice abbia rintracciato un possibile canale di sintesi proprio nella TV,
il mezzo oggi più rappresentativo per la comunicazione e la condivisione.
Chiara Brizzolara
Donatella Della
Ratta
Media Oriente: modelli, strategie, tecnologie nelle nuove televisioni
arabe.
Seam, 2000, 352 pp.
Seam, 2000, 352 pp.
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