"Fra
non molto tempo saremo invasi da una massa enorme di messaggi. Già oggi non li
si chiama più ‘informazione’. Più semplicemente, si dice ‘comunicazione’. Sarà
dunque un’immersione totale, nella comunicazione. Via etere, via satellite
artificiale, via filo del telefono: voce, suono, immagine, interi testi di
parole. In casa: cassette, video-disco, apparecchi di ogni genere per
registrare, filmare, riprodurre, televisori per comunicare direttamente con
centri di informazione, banche di dati, colossali archivi per farsi un giornale
secondo le proprie esigenze di tempo ed argomento, e per interagire. Interagire
vorrà dire anche scegliere, prenotare, ordinare. Ma anche essere controllati.
Chi è in contatto con cosa? Di che cosa saremo effettivamente ‘domanda’,
committenti, consumatori?"
Enrica Basevi
*E. Basevi, "Gutenberg e il calcolatore. Quale futuro per i giornali?", De Donato, Bari 1982, p. 5.
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