"Intorno alla fotografia si deve costruire un sistema radiale che le consenta di essere vista in termini allo stesso tempo personali, politici, economici, drammatici, quotidiani e storici” - John Berger
John Berger
Sul guardare
Il Saggiatore, Milano, 2017, 266 pp.
Descrizione
Osservare
il linguaggio sgretolarsi in un’opera di Magritte. Scoprire la medesima,
disperata assenza in un volto urlante di Bacon e in un animale
antropomorfo di Walt Disney. Guardare il sangue nero e denso in una foto
di guerra di Don McCullin. Scrutare l’abisso che si apre negli occhi
di un elefante rinchiuso dietro le sbarre di uno zoo. Rivedere, a distanza
di dieci anni, la pala d’altare di Grünewald a Colmar, e riconoscere
la propria epoca tra le sfumature di una luce antica, dipinta cinque
secoli prima. Sul guardare è un libro di
immagini che interrogano la scrittura. Ma è tutta l’opera di
John Berger a confermare questo vincolo indissolubile tra visione e
linguaggio: dal guardare si irradia l’enigma del senso, si innesca il
racconto come tentativo di fissare la propria esistenza nel tempo,
che può assumere la forma di romanzo o critica d’arte, poesia o intervento
politico. Come si legge in Questione di
sguardi, «Il vedere
viene prima delle parole. Il bambino guarda e riconosce prima di
essere in grado di parlare». Attraversando il pensiero di Walter
Benjamin e Susan Sontag, John Berger mette in luce come la fotografia
abbia trasformato la memoria in spettacolo; analizzando la Tempesta
di neve di Turner,
si trova avvolto dalla violenza della natura come in un maelstrom;
osservando una foto di Cartier-Bresson che ritrae Giacometti
mentre cammina sotto la pioggia, riconosce la stessa solitudine che
anima tutte le sue sculture. Sul guardare – che il
Saggiatore propone in una nuova traduzione di Maria Nadotti – è
molto più di una raccolta di saggi critici: è un testo organico in
cui ogni immagine è un evento inatteso e perturbante, ogni incontro con
l’opera d’arte un’esperienza reale o, per usare le parole di John
Berger, un «momento vissuto» che diviene scrittura.
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