Nella storia e nel racconto professionale del
giornalista Roberto Amen analizziamo tutte le sfaccettature, tutte le mansioni,
i diversi incarichi con cui un giornalista deve fare i conti ogni giorno.
L’aspetto più interessante a mio avviso sono proprio
i racconti iniziali con cui si apre questo testo, ovvero i racconti di come si
affronta la prima diretta televisiva, dei sentimenti che si mescolano poco
prima di andare in onda, le più svariate sensazioni che ti passano nella mente;
imparare a gestire il bello e il brutto della diretta, gli imprevisti dei
collegamenti, riempire gli eventuali vuoti, commentare al meglio i servizi e le
immagini.
In questa prima parte possiamo capire quindi come la
sequenza in cui si danno le notizie al telegiornale non è casuale, bensì è
frutto di un’analisi accurata, un omicidio o un fatto di cronaca nera sono
raccontati sempre per primi per indicare che sono avvenuti quello stesso
giorno, o perché ci sono nuovi sviluppi recenti su quel caso, ma le notizie
drammatiche devono proseguire con qualcosa di positivo, un messaggio speranzoso
come ad esempio un miglioramento nel settore lavorativo, o una storia a lieto
fine.
Alla fine di questo insieme di notizie l’ascoltatore
per lo più è distratto, ha distolto la mente dai proprio problemi e si è
concentrato sugli avvenimenti successi, oppure è concentrato nei messaggi di
speranza appena sentiti.
La tv diventa quindi uno svago, è motivo si stacco
dalla propria vita.
Questo appena descritto non è però l’unico compito e
l’unico lavoro del giornalista, è forse solo quello più conosciuto, ma cosa c’è
dietro a tutto questo che vediamo?
Roberto Amen ci fa entrare nelle redazioni dove ha
lavorato, il primo lavoro con cui un buon praticante giornalista deve
cimentarsi è quello della stesura di un articolo, se possibile per renderlo più
veritiero è sempre consigliato fare anche delle foto della situazione in
questione, o ad esempio portare foto e video dell’intervistato. In questo caso
è, oltre al giornalista, anche la troupe a entrare nei momenti quotidiani delle
persone coinvolte, rispettando i tempi e i modi dell’intervistato.
Tutto ciò che il giornalista deve riportare è pura
notizia, è il fatto veritiero senza commenti né pregiudizi, la notizia, gli
eventi formano negli ascoltatori un’idea, un loro giudizio critico, le
responsabilità del giornalista sono quelle di fornire le basi perché ognuno
maturi una propria idea.
Questo vale anche per la politica, infatti ogni
trasmissione è tenuta a dedicare lo stesso tempo per ogni fazione politica.
Roberto Amen precisa anche che le scorrettezze
esistono lo stesso in questo settore, infatti una testata giornalistica può
parteggiare per un partito montando dei servizi migliori per il partito in
questione, più piacevoli, e brillanti, e servizi invece confusi e poco chiari
per il partito opposto.
Una grande parte di questo libro è dedicata al
maestro di Roberto Amen, Gigi Bertoccini, colui dal quale, tra le altre, ha appreso
le nuove tecniche di linguaggio giornalistico; questa è sicuramente la parte
più attuale. Il linguaggio giornalistico si è adattato ai nuovi mezzi di
comunicazione come twitter, dove per lanciare un messaggio coinciso che venga
appreso dai giovani nel migliore dei
modi bisogna usare frasi corte, secche, in questa nuova tecnica rientrano anche
le pubblicità televisive che con pochi secondi a disposizione riescono a
vendere qualsiasi tipo di prodotto.
Amen ci regala direi tante nozioni di base del giornalismo,
di come farlo al meglio con profonda umiltà, attento e sensibile alle vicende
umane, a trattarle con rispetto, senza cadere nell’esagerazione pur di fare
qualche ascolto in più.
Questo è stato sicuramente l’aspetto che mi ha
colpita di più, illuminante in questo senso è stato il racconto di come il
giornalista Roberto Amen ha affrontato la storia delicata e agghiacciante del
tentativo di salvataggio, non andato a buon fine, di Alfredino.
In conclusione questo libro è ricco di aneddoti, di
infiniti dettagli, ho cercato di catturare gli aspetti salienti del lavoro di
giornalista, con i pregi e difetti.
Elisa
Cosini
Roberto Amen
In onda. Visioni e
storie di ordinaria tv
Egea, Milano, 2016, 185
pp.
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