Nel 1970 Masahiro Mori,
studioso giapponese, teorizzava la “Uncanny Valley”, ovvero una sorta di
repulsione per le macchine quando queste diventano troppo simili all'essere
umano, una reazione emotiva negativa paragonabile al perturbamento.
In che modo, quasi cinquanta
anni dopo, viviamo l'evoluzione delle tecnologie della comunicazione? Come
possiamo interagire con i dispositivi e gli ambienti virtuali in modo sano?
Nel saggio Etica per le
tecnologie dell'informazione e della comunicazione (2018), Adriano Fabris,
professore di Filosofia morale ed Etica della comunicazione all'Università di
Pisa, analizza opportunità e problemi della società tecnologica in cui viviamo.
A partire da un
approfondimento dei concetti di “tecnica”, che implica una presenza costante
dell’agire umano e “tecnologia”, che implica invece un certo livello di
autonomia, il discorso si sviluppa attraverso un'indagine dell'interazione con
i mezzi contemporanei: smartphone, computer e macchine in generale.
Il tema è affrontato dal
punto di vista etico, metodo necessario, dato il grado di autonomia che le
macchine hanno raggiunto.
Fabris si interroga anche su
come i dispositivi che usiamo più spesso incidano sui nostri comportamenti e
soprattutto sulle nostre scelte. Si tratta di scelte fondamentali, che ci
permettono di accedere agli “ambienti comunicativi”, reali o virtuali, in cui
ci muoviamo tutti i giorni: il rischio è che le relazioni reali siano
fagocitate da quelle virtuali, in cui “l'altrove è più importante del qui e
ora”.
In relazione agli ambienti,
in particolare quelli virtuali, da noi abitati, il testo esamina anche le
questioni etiche proprie dell'agire di chi opera o anche solamente naviga nella
Rete, ad esempio la dibattuta questione della raccolta dei dati degli utenti da
parte dei colossi del web, la non neutralità dei motori di ricerca, la
differenza tra il condividere ed il partecipare.
L'intelligenza artificiale
propria di questi anni si esercita, come tutte le altre tipologie, attraverso
molteplici forme di relazione; la differenza è che l'intelligenza
artificiale coinvolge non solo l'azione
del dispositivo, ma i dispositivi stessi, rendendo essenziale un approccio
etico che vada di pari passo con uno deontologico.
Nonostante il linguaggio
piuttosto settoriale, il libro riesce a presentare una visione complessiva
della situazione; in particolare aiuta ad analizzare quali siano i modi
migliori di rapportarsi alle tecnologie dell'informazione e della
comunicazione, ormai massicciamente presenti in quasi tutti gli ambiti in cui
viviamo.
Martina Todde
Adriano Fabris
Etica per le
tecnologie dell'informazione e della comunicazione
Carocci, Roma, 2018.
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