Nell'era digitale e dell'esplosione delle telecomunicazioni, anche le informazioni sbagliate o false viaggiano alla stessa velocità delle notizie vere e verificate. Questo è uno dei problemi principali che sta alla base della disinformazione contemporanea, e col termine “disinformazione” ci si riferisce alla “falsificazione intenzionale di dati e notizie al fine di manipolare le percezioni di un bersaglio, influenzarne le decisioni”. In questa definizione emerge subito la caratteristica che rende l'attività manipolatoria negativa e pericolosa: l'intenzione dietro all'azione. Dietro ad ogni azione che ha lo scopo di disinformare si nasconde la volontà di qualcuno (industriali, politici, poteri occulti come quello mafioso), che è la volontà di disinformare per i propri scopi personali. In quest'ottica la consapevolezza della presenza di campagne di disinformazione è fondamentale per distinguere fonti, giornali e notizie autorevoli da emittenti che trasmettono notizie false o fallaci.
Le notizie, per disinformare, non devono essere necessariamente false. Anche notizie vere possono essere deformate o amplificate per modificare la percezione della realtà delle cose; e l'accumulo di notizie simili, non false ma neanche del tutto veritiere, può aggravare la percezione dei lettori creando un clima di sfiducia e di paura. Per evitare questo è importante la conoscenza di certi meccanismi mistificatori; solo con la comprensione di quanto sia facile fare disinformazione è possibile armarsi per contrastarla.
Cosimo Angelini Disinformazione e manipolazione delle percezioni.
Una nuova minaccia al Sistema-paese
a cura di Luigi Sergio Germani
Eurilink, Roma, 2017, pp. 154.
_____
Nessun commento:
Posta un commento