E' stata la mano di Dio è un film sconsolato e sconsolante. Credo di aver capito che nel film di Paolo Sorrentino (orfano dall'età dell'adolescenza) ci sia la metafora della storia di Napoli (neppure la più recente). Il ritratto della città è brutale, mai sprezzante, in cui quasi tutti perdono o sono destinati a perdere. In ogni scena si vede e respira una inconsapevole miseria morale che avrebbe bisogno di interventi straordinari in ogni ambito (l'istruzione soprattutto) ma, c'è chi investe una cifra astronomica per consegnare alla Città il "sogno Maradona", con scandalo di nessuno. Il sogno arriva, come se arrivasse "la mano di Dio" ... ma anche Maradona si perderà tra droga e adiacenze alla camorra. Alla fine, se ti vuoi salvare, devi cercare di organizzare il tuo futuro altrove, magari a Roma, dove forse diventerai un regista da Oscar, con tutta la tua storia di 'migrante in fuga' dentro il cuore; se resterai sarai intrappolato (come il fratello di Fabio) in quel mix di apparente allegria e tanta desolazione in ogni angolo. La chiave di lettura arriva con i titoli di coda ritmati dalla canzone di Pino Daniele Napule è, da leggere come la risposta/promessa ad una delle ultime battute del film "Non ti disunire". Non basta il gol del Maradona di turno, anzi probabilmente è l'ennesima beffa per una Città di sorprendente umanità perché "Napule è mille culture / Napule è mille paure". Napule è la colla che manterrà unite le tessere della tua esistenza a Roma, a Venezia o a Hollywood.
mmilan
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