"Beati i perplessi"Guido Ceronetti
Il perplesso si pone domande, cerca di capire "l'oltre" l'apparente evidenza, procede con cautela, cerca altre fonti meno scontate, studia il "prima" per collocare nel giusto contesto quel "durante" che e' il fatto che ha sotto gli occhi e si pone domande sul "dopo". Perchè è successo proprio questo? / Quali obiettivi/cui prodest? Ecc. E quando il perplesso raggiunge una ragionevole certezza su quel fatto finalmente quel fatto diventa NOTIZIA, o si lancia nel commento riflessivo, fondato su una pluralita' di dati accertati (da lui stesso) con criteri verificabili. Per questo "Beati i perplessi", capaci dell'umiltà (e della fatica) della ricerca. I perplessi non sono i rassegnati, si prendono il giusto tempo per capire e far capire al lettore che la complessità del mondo impone la regola della cautela, anche se tutte le sollecitazioni spingono verso la velocità e l'accelerazione della "consegna" della NOTIZIA, già interpretata da spedire al talk di turno, dove gli ospiti di turno si lanceranno all'attacco per avvalorare, smentire, reinterpretare nel quadro di parametri propri o della parte che rappresentano, di ignorare e passare oltre, di aizzare l'audience maciullando la notizia passata sotto il rullo lento del buon giornalista perplesso.
mmilan
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