L'ignoranza delle persone colte
Fazi, Roma, 2015, pp. 180.
Descrizione
Diretto, paradossale, provocatorio: così appare Hazlitt nel suo saggio
sull’ignoranza delle persone colte, un gioiello nell’arte dell’essay, di
argomento filosofico, morale, letterario o legato all’esperienza quotidiana, il
cui modello riconosciuto e tuttora inarrivabile è Montaigne. In questo libro
dello scrittore e critico inglese, amico di Stendhal e dei maggiori poeti del
suo tempo, sono raccolti sette dei numerosi saggi appartenenti a Table-Talk, la
rubrica che l’autore tenne sul «London Magazine» dal giugno 1820 al dicembre
dell’anno successivo: tutti testi di sconcertante attualità e caratterizzati da
un’alta dose di humour, specie se letti oggi, alla luce del presente. Oltre
alla riflessione Sull’ignoranza delle persone colte, intervento argutamente
eccentrico, che dà il titolo al volume, tanti sono gli aspetti della vita
affrontati dal saggista-filosofo: dall’analisi del genio incompreso
(contrapposto all’uomo d’azione e quindi di successo) al ritratto dello
scrittore elegante (e perciò “effeminato”), dalla critica ai gruppi di potere
(tra cui i consigli comunali e le università) agli svantaggi della superiorità
intellettuale (sulla raffinatezza d’animo che si scontra puntualmente con un
mondo ignorante), fino al tema universale della paura della morte e ai suoi
risvolti tragicomici con i lasciti testamentari.
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