Antonio Ferrari e i retroscena delle sue grandi interviste
Sgretolamento non è una semplice raccolta di interviste,
ma molto di più. In primis è l’emblema di parte della lunga carriera di un grande
giornalista italiano, Antonio Ferrari.
Firma illustre del “Corriere della Sera”, dopo aver seguito gli anni del
terrorismo italiano, Ferrari è passato all’estero. Prima in Europa e nell’Est
comunista, poi nei Balcani, in Medio Oriente e in Nord Africa. Ferrari racconta
le sue interviste più salienti ai grandi leader politici, quei burattinai
che nel bene o nel male hanno deciso le sorti di un delicatissimo decennio
storico come quello degli anni Ottanta. Con uno stile semplice e un linguaggio
affabile, tra ironia e autoironia, Ferrari ci insegna che cosa significa essere
giornalista. Coraggio, arguzia, sagacia sono solo alcune delle sue qualità. È un provocatore che non teme chi ha di fronte, poco
importa se si tratti di scavalcare la
censura romena per l’intervista a Ceausescu,
o di definire il primo ministro israeliano Yitzhak Shamir un terrorista,
o di sfidare i servizi segreti siriani con una intervista telefonica nella sua
stanza di albergo a Damasco al leader libanese Aoun. Una irriverenza e una
spregiudicatezza a volte punite, è il caso del suo avvelenamento a Bucarest e
il conseguente divieto di ingresso in Romania in quanto “persona non gradita”.
Ferrari non ha paura
di ammettere che oltre al merito più volte ha contribuito anche una buona dose
di fortuna. È alla fortuna infatti che attribuisce la sua più cara intervista,
quella a Helmut Schmidt, ormai ex cancelliere della Repubblica Democratica
Tedesca.
Dalle sue parole trapela la voglia di verità, spesso però una verità ben nascosta negli intrighi politici internazionali, tanto
che per trovarla il giornalista rischia di diventare una pedina di un gioco
pericoloso. Fa riflettere il suo incontro con il giornalista turco Mumcu alla
fine della guerra fredda a proposito dell’attentato a papa Giovanni Paolo II e
la presunta pista bulgara. Durante una cena Mumco confessa:
Le voci degli intervistati compaiono senza filtro, a nudo, facendo emergere inattese verità o sorprendenti bugie. Una in particolare colpisce e diverte. È
il 4 ottobre del 1985, poche ore dopo dell’attentato israeliano al quartier
generale dell’OLP a Tunisi. L’intervista è rivolta
al leader palestinese Arafat che alla domanda su cosa stesse facendo nel
momento dell’attentato risponde:
Benedetta Federica
Rovero
Antonio Ferrari
Sgretolamento. Voci
senza filtro
Jaca Book, Milano, 2013, pp. 175.
Nessun commento:
Posta un commento