Gli scritti sul giornalismo hanno molto in comune con il giornalismo stesso: l'ambito di riferimento è quello della labilità, del tempo che passa e si lascia alle spalle in un batter d'occhio fatti, dati, realtà. Ne è il perfetto esempio Il giornalismo culturale di Giorgio Zanchini, dato alle stampe per la prima volta nel 2009 e bisognoso di aggiornamento a soli quattro anni dalla pubblicazione. Nella nuova edizione del 2013, infatti, la prefazione chiarisce subito come i tempi della rivoluzione digitale in atto impediscano di adagiarsi sugli allori. Il mondo della comunicazione e dei media si evolve costantemente, e con esso si evolvono i modi di fare e di intendere il giornalismo culturale. Giornalismo culturale di cui Zanchini può parlare a ragion veduta, essendo egli giornalista e conduttore radiofonico di RAI Radio3.
Interessante il punto di partenza,
nient'affatto scontato: cosa si intende per giornalismo culturale? Cosa si intende
per cultura? L'autore fa notare come il termine “cultura” sia «tra i più
complessi e polisemici dell'intero vocabolario», come con il tempo abbia via
via inglobato al suo interno tutta una gamma di attività umane che prima non
venivano considerate culturali in senso stretto. La storia del giornalismo
culturale non può essere isolata da quella del giornalismo, e Zanchini ne
racconta le fasi principali, partendo dalle gazzette del Settecento, passando
per la Terza pagina, le riviste, gli inserti culturali, fino ad approdare ai
blog letterari. E non c'è solo la carta, la parola scritta: anche in radio si
fa giornalismo culturale, anche in televisione, anche sul web. All'aumentare
dei media, il giornalismo culturale ha saputo adattarsi e si è rivelato transmediale,
e l'autore ne dà abilmente dimostrazione con dovizia di esempi.
È anche di mercato che si parla, in questo libro, e di come il
giornalismo debba farci inevitabilmente i conti, oggi come tre secoli fa.
Zanchini non ce lo nasconde: i dati non sono incoraggianti, soprattutto per
quanto riguarda gli italiani e le loro abitudini di lettura. Pochi lettori
forti, pressoché infinite fonti, testate, firme desiderose di farsi leggere e
consultare. In modo particolare adesso, con tutto ciò che internet ha da
offrire, può risultare davvero difficile barcamenarsi in questo mare di
notizie, informazioni, recensioni e riflessioni. Ed è qui che entra in gioco il
mediatore, il giornalista culturale: «sono molti a sostenere che la realtà sia
troppo complessa e la giornata delle persone troppo limitata perché venga meno
il bisogno di intermediari». Con una tale sovrabbondanza di contenuti si sente
più che mai il bisogno di qualcuno in grado di aprire la strada, di fare da
guida.
Giorgio Zanchini
Il giornalismo culturale
Carocci, Roma 2013, 160 pp.
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