Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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15 novembre 2008

Spagna, il governo approva il piano per il rientro dei migranti

MADRID - Il consiglio dei ministri spagnolo ha approvato venerdì scorso un decreto legge sul ritorno volontario in patria degli immigrati rimasti disoccupati. Il piano, annunciato già nei mesi scorsi, prevede agevolazioni per il rientro in patria dei disoccupati extracomunitari, che potranno ottenere il pagamento di tutte le indennità di disoccupazione capitalizzate - il 40% al momento della partenza, e il restante 60% al rientro nel Pase di origine,ma passati trenta giorni dal primo pagamento - se lasceranno il Paese. “Il nuovo piano di ritorno è volontario e potranno aderire coloro che lo vogliono o che credono di poterne trarre beneficio”, ha affermato il ministro del Lavoro e dell'Immigrazione Celestino Corbacho nella conferenza stampa al termine della riunione settimanale del consiglio dei ministri a Madrid. Corbacho ha precisato, inoltre, che la nuova legge è rivolta agli “extracomunitari provenienti da quei Paesi con i quali la Spagna ha già sottoscritto accordi bilaterali in materia di sicurezza sociale. La Vicepresidente del governo spagnolo, Marìa Teresa Fernandez de la Vega, ha ricordato che sono 19 i Paesi che hanno accordi con la “Seguridad Social” spagnola. Tra questi molti sono gli Stati latinoamericani tra cui la Colombia, il Perù, il Brasile e l’Ecuador. Il decreto, secondo il ministro Corbacho, sarà operativo alla fine di ottobre o all’inizio di novembre. Dal primo annuncio del piano ad oggi, le stime del governo spagnolo sul numero di immigrati che ricorreranno al programma sono diminuite, passando da 100.000 a 87.000 cittadini non comunitari. Chi aderisce al programma di rientro perde il permesso di soggiorno e lavoro e non può ritornare in Spagna prima di tre anni. “Non apprezziamo questa nuova legge – spiega Raúl Jiménez, portavoce dell’Associazione ispano-ecuadoriana Rumiñahui - . Molti studi e ricerche dimostrano che piani simili sono falliti. Penso, inoltre, che questo decreto sia legato alla crisi del momento, e questo è molto triste”.

Fonte: http://www.metropoli.repubblica.it/ (22 settembre 2008)

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