Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

_________________

Scorrendo questa pagina o cliccando un qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie presenti nel sito.



Visualizzazione post con etichetta Scaffale amico. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Scaffale amico. Mostra tutti i post

18 giugno 2023

In libreria

 Graziano Cetara
Milena Sutter, verità e misteri sul delitto del biondino della spider rossa
Minerva edizioni, Bologna, 2023, pp. 328.
Descrizione
L'autore ricostruisce in modo definitivo, con testimonianze e documenti fino ad oggi inediti, i fatti che portarono alla morte della figlia tredicenne del re della cera per pavimenti, Arturo Sutter – industriale svizzero, genovese di adozione –, rapita all’uscita da scuola, strangolata e poi lasciata affondare in mare. Era il 6 maggio 1971. Il libro racconta dei misteri che ancora restano dopo la morte di Lorenzo Bozano, passato alla storia come il “biondino della spider rossa”, stroncato da un infarto a 76 anni mentre, in libertà vigilata, nuotava all’Isola d’Elba il 30 giugno 2021. Il giornalista Graziano Cetara riannoda i fili della memoria, attraverso le pagine mai lette prima del diario di Milena e le parole, dopo cinquant’anni di silenzio, della madre Flora e del fratello Aldo. Un volume che rievoca la tormentata biografia dell’assassino, le testimonianze e gli indizi che contribuirono alla sua condanna all’ergastolo, con foto inedite dal fascicolo d’inchiesta e istantanee in bianco e nero dei migliori fotografi di quegli anni, a comporre il quadro di una vicenda che scosse l’Italia intera che da allora non ha mai più dimenticato.
Graziano Cetara, genovese, è il capo della Cronaca di Genova de “Il Secolo XIX”, giornalista d’inchiesta, testimone da più di vent’anni dei principali fatti della cronaca nera e giudiziaria della sua città.

___

06 dicembre 2022

Scaffale amico

 Edoardo Milan
La storia attraverso il Lunêri di Smémbar
novembre 2022, 48 pp. (formato kindle).
Descrizione
Il Lunêri di Smémbar è stato una presenza costante nelle case dei romagnoli e lo è tuttora in quelle di molti, anche se oggi, indubbiamente, non ha più l’importanza che aveva in passato, quando costituiva uno dei pochi mezzi di informazione di massa, in particolare nelle campagne. Il Lunêri mi accompagna fin dall’ infanzia, poiché in casa era una presenza costante, che si ripeteva anno dopo anno.

*link alla scheda di presentazione e all'estratto.

___

26 marzo 2021

In libreria



Giovanni Mari
Genova vent'anni dopo. 
Il G8 del 2001. Storia di un fallimento
People, Busto Arsizio, 2021,
Descrizione
A vent’anni dal G8 di Genova, dai gravi fatti che hanno offuscato il summit e che lo hanno reso – questi sì – una svolta definitiva nella Storia d’Italia, Giovanni Mari, giornalista genovese e testimone, ripercorre i vari fallimenti che hanno connotato quell’esperienza, rendendola unica e irreversibile: il fallimento degli otto Grandi, del governo italiano, dell’intelligence, delle forze dell’ordine, della politica italiana tutta, e poi ancora della magistratura, dei mass media e, infine, anche del movimento noglobal. Una sconfitta che pesa su tutti. Questo libro è un sincero e amaro giudizio di valore che, a distanza, parla del bisogno di una dolorosa rielaborazione che conduca passo passo a una verità difficile. Il contributo di Mari getta una luce diversa sulla lettura di quel terribile snodo che ha verosimilmente segnato la rappresentanza politica e le dinamiche di piazza di questo Paese nel nuovo Millennio.
____

16 marzo 2021

In libreria

Emanuela Mortari
Connessione a rischio
Another Coffee Stories Editore, Milano, 2021

Descrizione
L'incontro fortuito con un uomo affascinante sul treno che la sta riportando a casa cambierà la vita di Gloria Ferrari, trent'anni, programmatrice di videogame. Il tentativo di rintracciarlo a tutti i costi, con lo scopo di sedurlo, ricorrendo alle sue conoscenze informatiche, si trasformerà in uno dei tanti gialli che Gloria ama leggere. Questa volta, però, la protagonista sarà lei. Impulsiva e testarda, Gloria si ritroverà invischiata in una partita molto pericolosa insieme a colui che fino a poco tempo prima era uno sconosciuto. Tra ricatti con pesanti violazioni della privacy e ricerche legate alla bioinformatica, Gloria si troverà a rischiare la propria vita. Al suo fianco, per tirarla fuori dai guai, ci saranno gli amici di sempre. Minacce, segreti, delusioni e un crescendo di colpi di scena in questo mystery contemporaneo, ambientato in una Genova ferita.
____


28 ottobre 2019

In libreria

Paola Setti
Non è un paese per mamme. Appunti per una rivoluzione possibile
All Around Edizioni, Roma, 2019, pp. 224.
Descrizione
Sarà un Paese di mammoni, ma l’Italia non è un Paese per mamme. Non lo è prima di tutto per il lavoro, sempre più difficile da conciliare con la famiglia a meno di non esser ricchi o dotati di nonni da schiavizzare. Non lo è, inoltre, per i partner che le donne hanno al fianco, ancora così restii a condividere la fatica del lavoro di cura da sfigurare malamente nel confronto con i maschi nord europei. Non lo è nemmeno per i servizi che mancano, né per l’idea stessa di città né, in ultimo, per un problema culturale. A dispetto di tante, troppe parole sulla maternità, alle donne che fanno figli viene in sostanza detto: hai voluto la bicicletta? Adesso pedala. Da sola e in salita. Un viaggio nella vita delle lavoratrici, mamme e non, attraverso i loro racconti, le difficoltà incontrate, qualche buona idea da replicare e dati e interviste a esperti e studiosi su lavoro e diritti. Spunti per fare una necessaria rivoluzione nel paese mammone che non ama le mamme
Paola Setti, giornalista, è nata a Genova. Ha lavorato per vent’anni in agenzie di stampa e quotidiani. Poi ha fatto il Cammino di Santiago. Oggi ha due figli, un marito e un cane. Questo è il suo primo libro.

____

28 giugno 2018

Genova in libreria

Alberto Giordano - Mirella Pasini
I ciechi dai ghetti ai diritti
L'Istituto David Chiossone dal 1868 al 2018

Il Mulino, Bologna, 2018, pp. 280.

Descrizione
Fondato nel 1868, pochi anni dopo l’Unità d’Italia, l’Istituto Chiossone di Genova per i ciechi e gli ipovedenti celebra il suo centocinquantenario. Basato su una puntuale ricerca documentaria, questo volume ne ricostruisce il percorso, nel suo evolversi insieme con la storia sociale, urbanistica e amministrativa della città. In un continuo confronto tra storia locale e storia nazionale, gli autori seguono le metamorfosi di un’istituzione ispirata alla scienza e alla solidarietà, secondo i principi di David Chiossone, fondatore dell’Istituto e protagonista della vita letteraria, scientifica e politica del Risorgimento. Da collegio per giovani non vedenti ad asilo-ricovero per i «poveri ciechi» di fine Ottocento, da istituto inserito nel sistema assistenziale nel ventennio fascista alla crisi degli anni della contestazione, fino alla rinascita come centro polifunzionale, scientifico e assistenziale, della riabilitazione, le vicende del Chiossone esemplificano le trasformazioni delle istituzioni assistenziali dalla filantropia alla beneficenza, dall’assistenza statale alla stagione dei diritti.
Alberto Giordano insegna Storia delle dottrine politiche e Storia dell’opinione pubblica all’Università di Genova. È membro della Commissione per l’edizione nazionale degli scritti di Luigi Einaudi. Tra le sue ultime pubblicazioni, i volumi Le regole del buongoverno (2016) e Il primato della politica (2018). Mirella Pasini insegna Antropologia filosofica ed Etica della comunicazione all’Università di Genova. Ha coordinato ricerche nazionali e internazionali nell’ambito dell’etica pubblica e sociale. Alla figura di David Chiossone ha dedicato il volume La mente e il cuore. David Chiossone e l’etica sociale dell’Italia unita (2007).

*link all' Indice  del libro.
___

25 maggio 2017

In libreria

Sergio Splendore
Giornalismo ibrido.
Come cambia la cultura giornalistica italiana
Carocci, Roma, 2017, 144 pp.
Descrizione
Il cambiamento dell’ecologia dei media, cioè degli strumenti di comunicazione che tutti noi abbiamo a disposizione per produrre e ricevere informazioni, comporta la trasformazione non solo della tecnologia, ma anche dei processi e dei modi in cui le news sono raccolte, filtrate e distribuite, delle logiche professionali attraverso cui i giornalisti operano e delle retoriche che utilizzano per legittimare le loro scelte. La professione giornalistica muta a un ritmo che prima le era sconosciuto e l’identità professionale diventa più incerta. Il libro offre una visione articolata e complessa della professione giornalistica nell’Italia contemporanea, esplorando le conseguenze dell’aumento dei canali attraverso cui si distribuisce l’informazione, della possibilità di archiviare e gestire un flusso di dati sempre maggiore e del dialogo sempre aperto con i lettori. Fintanto
che le forme più innovative di produzione di informazione erano relegate ai margini, il modo di fare giornalismo risultava pressoché immutato. Nel momento in cui in Italia si è imposta una commistione tra pratiche innovative e tradizionali, sono cambiati anche il campo giornalistico e il peso delle sue principali determinanti: l’economia e la politica


Indice
Ringraziamenti
Introduzione
Sul giornalismo e i giornalisti, ovvero come si costruisce ciò che è importante sapere. Il giornalismo e le sue trasformazioni. Perché studiare i giornalisti. Il giornalismo e la costruzione della realtà. Il campo giornalistico e i suoi confini
1. Il cambiamento come normalità
La ricerca sul giornalismo che si trasforma / Il giornalismo digitale: dove sono i taccuini? / Le voci dei lettori / Il data turn: forme di giornalismo orientate ai numeri / Innovazione e confini del campo in Italia
2. Giornalismo italiano e ibridazione dei suoi confini
Le percezioni del cambiamento / Professione giornalistica e boundary-work / La centralità (e l’ambivalenza) di Google / Processo, tecnologia e prodotto: lì dove tutto cambia (e si normalizza) / Professionalità e notizia
3. Percezione del ruolo, ideologie e valori professionali
Oltre il modello normativo / Valori professionali, percezione del ruolo e stili di produzione / Lo spazio valoriale del giornalismo italiano / It was next (l’unicorno esiste) / L’ibridazione riflessiva come momento di transizione
4. Di che materia è fatto il mondo? Le fonti di notizia
Come (di)mostrare quello che accade / Chi ha diritto d’accesso ai media / L’uso delle fonti e la ricostruzione di una presunta realtà / La cornice delle fonti: istituzionali vs alternative / I fattori epistemici e la questione della post-verità
Conclusioni.
I confini ridefiniti della professione giornalistica italiana. Gli orientamenti professionali cambiano, le fonti restano. Ibridazione e cultura giornalistica italiana. Giornalismo e società
Appendice metodologica
Bibliografia
___

10 dicembre 2015

In libreria



Pejman Abdolmohammadi - Giampiero Cama
L'Iran contemporaneo. 

Le sfide interne e internazionali di un paese strategico
Mondadori Università, Milano, 2015, 296 pp.

Descrizione
L'Iran è un paese chiave. La sua posizione, il suo rango e il suo retaggio culturale fanno sì che esso eserciti una notevole influenza sulla stabilità o meno del mondo e dell'area medio-orientale. Paese dall'identità complessa e talora contraddittoria (tra oriente e occidente, tra modernità e tradizione), esso ha esercitato questa funzione in modo ambivalente nel corso della storia. La sua politica estera, infatti, è stata per molti anni anche un riflesso dei cambiamenti avvenuti al suo interno. Attualmente, l'Iran è retto da una Repubblica islamica, un curioso esemplare di "regime ibrido". Le sue dinamiche, tra l'altro, hanno spesso anticipato importantissimi e più ampi sviluppi a livello globale. Così come, ad esempio, la rivoluzione khomeinista del 1979 ha dato il via alla diffusione dell'islamismo politico, l'onda verde del 2009 ha preceduto le "primavere arabe" di due anni dopo. Questo volume intende fornire ai lettori un agile, ma approfondito, strumento di analisi per facilitare la comprensione di questa nazione, enigmatica e non facilmente decifrabile, ma tra le più decisive per il nostro futuro. Con Prefazione di Lucio Caracciolo.

13 marzo 2015

Morire d'amianto

Sabato 14 marzo 2015, ore 9, nella Sala Maggiore del Comune di Pistoia, presenterò il mio libro "Morire d'amianto a Pistoia. Il caso Breda e l'informazione", discutendone con il sindaco Samuele Bertinelli. Il lavoro, che ha avuto origine dalla mia tesi di laurea, è stato pubblicato da Settegiorni Editore grazie al contributo della Fondazione Valore Lavoro di Pistoia e della Cgil Toscana. La mattinata proseguirà poi con una tavola rotonda dal titolo "Le parole per dirlo: l'amianto tra cronaca, reportage e romanzo". Al dibattito prenderanno parte Alberto Prunetti (scrittore, autore di Amianto. Una storia operaia), Giampiero Rossi (giornalista de Il Corriere della sera, autore di La lana della salamandra), Silvana Mossano (giornalista de La Stampa, autrice di Malapolvere) e Silvano Balestreri (giornalista, docente di Teorie e tecniche del linguaggio giornalistico presso l'Università di Genova, nonché relatore della mia tesi). Nella locandina trovate il programma completo della mattinata. Io vi aspetto. Sono sicura che sarà una mattinata intensa e piena di emozioni (per me sicuramente!)
Valentina Vettori


Valentina Vettori
Morire d'amianto a Pistoia. Il caso Breda e l'informazione
Settegiorni editore, Pistoia, 2015.


___

14 ottobre 2014

Genova in libreria

Marco Fantasia
Una storia sorridente
La RAI di Genova raccontata dalle origini

Chiavari, Internòs edizioni, 2014, 112 pp.
Descrizione
Fu l'annunciatrice Lea Landi a coniare l'espressione "una storia sorridente" per descrivere la sua esperienza a Radio Genova, quella che sarebbe poi diventata la sede regionale Rai per la Liguria.  Furono sorrisi soprattutto all'inizio, quando l'aspetto pionieristico dominava su qualunque difficoltà. E parliamo di difficoltà non da poco, nella Genova che usciva dalla guerra e che proprio attraverso le frequenze della "sua" radio apprese dell'avvenuta liberazione, grazie agli impianti sottratti alla guerra dall'eroico Franco Tommasino.  Una storia che finalmente viene alla luce (certamente incompleta, certamente da arricchire ancora) grazie ai ricordi e ai documenti di Cesare Viazzi, che per tanti anni cruciali fu giornalista, caporedattore e infine direttore della sede.  Dalle prime trasmissioni solo radiofoniche all'avvento della tv, da Marzari a Provenzali, dal teatro radiofonico ai telegiornali di oggi, il libro prova a raccontare, senza pretese di esaustività, piccole e grandi storie dei tanti personaggi che hanno fuso la loro vita con quella della sede.
 Marco Fantasia è nato a Genova. Dopo una solida formazione nell'emittenza locale genovese, mette piede per la prima volta alla Rai di Genova con un contratto di due mesi ed arriva all'assunzione definitiva dopo undici anni di precariato. È stato conduttore del tg regionale e dell'edizione ligure di Buongiorno Regione. Dal 2012 lavora nella redazione di Milano di RaiSport, prevalentemente come telecronista e conduttore dei notiziari.

____

31 maggio 2014

Scaffale amico







Nel 2009 Giorgio Silvestri aveva pubblicato il volume  I media della diaspora italiana. Dal bollettino al blog (Marenostrum, 2009), per il suo secondo libro ha scelto la forma del romanzo per continuare ad indagare nella  storia lenta dell'Italia migrante.  Protagonista è una famiglia italo-spagnola il cui capostipite, Giovanni Battista Picasso, nel 1872 partì dal porto di Genova  per raggiungere la Spagna in cerca di fortuna. Nel tempo i Picasso si affermarono diventando  esponenti di rilievo della comunità italiana in Spagna, partecipando anche alla fondazione della Camera di Commercio Italiana per la Spagna, nel 1914. Per questo il libro Cento esce in collaborazione con la stessa Istituzione  a ricordo del primo centenario, in edizione bilingue. Giorgio Silvestri, nato a Recco (Genova) nel 1984  si è laureato in Scienze Politiche all'Università di Genova nel 2008 e ha conseguito il Master in Giornalismo organizzato da El Mundo-Unidad Editorial, S.A. e Universidad CEU San Pablo nel 2009. Dopo la laurea si è stabilito a Madrid dove ha svolto tirocini presso l'Ambasciata d'Italia in Spagna e la Camera di Commercio e Industria Italiana per la Spagna. 
Per saperne di più vedi la newsletter sul sito di  Co.mit.es 
  

Link al Blog di Giorgio Silvestri Dal Bollettino al Blog

26 marzo 2013

Donne sindacaliste

Laura Tosetti
Susanna Camusso. Carriera e linguaggio di una donna nel sindacato
Roma, Edizioni Ediesse, 2013, 213 pp.


Il libro sarà presentato a Genova mercoledì 27 marzo 2013.




Laura Tosetti ha conseguito la laurea magistrale con lode e dignità di stampa in Informazione ed Editoria all’Università degli studi di Genova, è segretaria della FILT CGIL di Genova.
 
____

12 febbraio 2013

Scaffale amico

Laura Tosetti
Susanna Camusso. Carriera e linguaggio di una donna nel sindacato
Roma, Edizioni Ediesse, 2013, 213 pp.
Descrizione
Il 4 novembre 2010 Susanna Camusso viene eletta segretario generale della CGIL: è la prima donna nella storia del sindacato confederale italiano a ricoprire tale incarico. Quali condizioni hanno reso possibile quest’avvenimento? Quali cambiamenti ha portato nell’azione sindacale? Il volume vuole offrire qualche risposta a queste impegnative domande attraverso una serie di interviste a testimoni privilegiati, a partire dalla stessa Camusso e da Guglielmo Epifani e Sergio Cofferati, passando per opinion leader come Maria Latella, Paolo Serventi Longhi, Roberto Mania, Enrico Cisnetto. E riporta i risultati di una ricerca sull’analisi del linguaggio di Susanna Camusso: espressioni linguistiche, sfumature di senso, metafore lessicali offrono uno spaccato inedito del modo di porsi di fronte ai problemi del mondo sindacale di un segretario generale che è «anche» donna.
Laura Tosetti ha conseguito la laurea magistrale con lode e dignità di stampa in Informazione ed Editoria all’Università di Genova, è segretaria della FILT CGIL (la categoria dei trasporti) di Genova con la responsabilità della logistica.

____


10 novembre 2012

Scaffale amico

Nella sezione Scaffale amico sono segnalati i libri pubblicati nel corso del tempo da studenti e laureati; alcuni di questi sono nati da tesi di laurea discusse con diversi docenti della Facoltà.

Luca Rolandi (a cura di), Il futuro del Concilio. I documenti del Vaticano II: un tesoro da riscoprire", Torino, Effatà, 2012.
Maura Fioroni, I colori di Cuba. Un'isola che cambia, Piombino, edizioni Il Foglio, 2011.
G. Cereseto, Anna Frisone, Laura Valdese, Non è gioco di ragazze. Femminismo e sindacato: i coordinamenti donne FLM. Roma, 2009
Giorgio Silvestri, I media della diaspora italiana. Dal bollettino al blog, Madrid, Editrice Ibérica de Cooperacion Europea, 2009.
Monica D'Ascenzo - Giada Vercelli, Donne sull'orlo della crisi economica. Diventa manager di te stessa: impara a vedere rosa e non resterai al verde, Milano, Rizzoli, 2009 - link alla scheda del libro
Pejman Abdolmohammadi. La Repubblica Islamica dell'Iran: il pensiero politico dell'Ayatollah Khomeini, Genova, De Ferrari editore, 2009.
Marco Coscione (cur.,)
America Latina dal basso. Storie di lotte quotidiane Milano, Punto Rosso, 2009
Enrico Masnata, Questo posto è un inferno, Napoli, Cento Autori, 2009 (link alla scheda del libro)
Sergio Splendore, Sociologia del format. Dall'idea al prodotto televisivo, Milano, Unicopli, 2009.
Marta Borsi, Donne e lavoro femminile in prima pagina. La Spezia 1861-1946, La Spezia, 2008 (edizione a stampa della tesi di laurea)
Andrea Catanzaro, Paradigmi politici nell'epica omerica, Firenze, Centro editoriale toscano, 2008.
Vittorio Pezzuto, Applausi e sputi. Le due vite di Enzo Tortora, Milano, 2008 (Link alla scheda del libro)
Lara Piccardo,
L'Europa del nuovo millennio. Storia del quinto ampliamento (1989-2007), Bologna, CLUEB, 2008
Giacomo Amadori - Fabio Ghioni, Undicesimo: non spiare. Telecom: retroscena di un'inchiesta senza fine, Milano, 2007
Ilaria Cavo, La chiamavano Bimba. Anna Maria Franzoni nei racconti di chi l'ha conosciuta, Milano, 2007
Ilaria Cavo, Diciasette omicidi per caso. Storia vera di Donato Bilancia, il serial killer dei treni, Milano, 2007
Diego Curcio, Rumore di carta, Genova, Red@zione, 2007 ((Link alla scheda del libro)
Stefania Ponzone e Domenico Romano (cur.), Fiat 500. Storia di una passione, Imperia, 2007
Davide Bressanin, ...Come piace a me, Imperia, 2006 (romanzo)
Andrea Carpi, Weekend Genova & acquario, Genova, 2006
Alfredo Chiatello, La strada muta, Palermo, 2006 (romanzo)
Luca Rolandi (cur.), Testimoni del Concilio: il racconto del Vaticano 2. nell'esperienza dei protagonisti, Cantalupa, 2006
Simona Calissano, “L’Operaio Ligure” e la Federazione Operaia Cattolica Ligure, 1884-2004, Genova, 2004.
Stefania Ponzone -Marco Timossi , Un sentiero per il cuore, Imperia, 2004
Raffaella Grassi et altri, Le storie del Novecento, 2001, 2002 (racconti)
Maurizio Monero, Nicola Vallinoto, e Andrea Sandra Europa anno zero. Dalla Carta dei diritti alla Costituzione”, Genova, 2002
Andrea Carpi-Filippo Curti, Focaccia doc. Tradizioni & sapori di Liguria, Genova, 2000
Luca Rolandi - Merloni - Gian Michele, Nicola Montemanni (1803-1850) ed il suo tempo, Ovada, 2000
Luca Rolandi, cur., Agnes, Pier Giovanni. Il Vangelo nella storia: editoriali, commenti e note del direttore de Il Popolo di Tortona (1979-1998) Soveria Mannelli, 2000
Luca Ghiglione, Il giornalismo sportivo a Genova, Genova, 1998 (edizione a stampa della tesi di laurea)
Raffaella Grassi, Territori di fuga. Il cinema di Gabriele Salvatores, Alessandria 1997
Luca Rolandi - Lucia Enrici (cur.), 1946-1996, cinquant'anni de "Il nostro tempo": mezzo secolo di storia nelle pagine di un settimanale cattolico, Villanova Monferrato, 1997
Luca Rolandi, Il Vangelo dei fatti: il settimanale cattolico il Popolo di Tortona nella sua storia centenaria, Voghera, 1996

25 giugno 2012

Ricordando Luciana

Luciana Garibbo
Politica, amministrazione e interessi a Genova (1815-1940)
Milano, Franco Angeli, 2001, 368 pp.
Descrizione
Il volume, edito per iniziativa della Facoltà di Scienze Politiche e del Dipartimento di Ricerche Europee dell'Università di Genova in onore dell'Autrice, raccoglie una serie di saggi che offrono nel loro insieme, attraverso un panorama inedito della storia di Genova e della sua classe dirigente tra ottocento e novecento, un originale paradigma interpretativo della storia locale. Il primo ampio saggio, che qui si pubblica per la prima volta, ricostruisce nelle sue linee generali la cultura politica della città tra età moderna e contemporanea. Centrale, in questo come in altri saggi, è l'analisi della gestione del Comune visto come centro e rappresentazione della vita della città. Attraverso la ricostruzione dell'organizzazione del potere e del governo della città si evidenziano i complessi percorsi culturali attraverso cui la classe dirigente risponde alle sfide poste dal mutamento, a partire dal difficile adeguamento delle élite della antica e libera repubblica oligarchica, importante alternativa mercantile e repubblicana ai regimi assoluti imperanti in Europa, al più modesto ruolo di rappresentanti di interessi locali nella struttura accentrata dello Stato piemontese prima ed italiano poi. Nelle diverse fasi del periodo considerato il Comune rappresenta non solo il tramite del rapporto tra comunità locale e Stato, ma anche il centro di organizzazione della struttura del potere cittadino per i legami che intercorrono tra amministratori ed élite economiche ed intellettuali locali e nazionali. Attraverso la ricostruzione delle diverse maggioranze espresse dal consiglio comunale si sono individuate le culture politiche egemoni nella città, verificando inoltre il rapporto tra le scelte culturali, amministrative, economiche delle sue classi dirigenti e le istanze provenienti dalla società. Si tratta quindi di una storia insieme politico-amministrativa, culturale e sociale, che si snoda tra istituzioni e consenso.
Luciana Garibbo (1930-2012) ha insegnato Storia dei movimenti e dei partiti politici presso la Facoltà di Scienze politiche dell'Università di Genova dal 1972 al 1997 ed è stata, fino al 1993, direttore dell'Istituto ligure per la storia della Resistenza e dell'Età contemporanea. Fra le sue pubblicazioni vanno, soprattutto, segnalate: La neutralità della Repubblica di Genova (1972); Élites e masse dall'Unità al periodo giolittiano (1980); Dimensione storica e forme di conoscenza (1989); Origine struttura e funzioni del partito unico nel regime fascista (1992).
*Link all' Indice del volume.

20 maggio 2012

In libreria

Il futuro del Concilio. I documenti del Vaticano II: un tesoro da riscoprire
a cura di Luca Rolandi
Torino, Effatà, 2012, 144 pp.
Descrizione
"La riconciliazione della Chiesa con l’età moderna è stata la riconciliazione con l’uomo, non solo con gli uomini e le donne di “questo tempo”, ma di tutti i tempi. Questo dicono i testi del Concilio. E la cosa da scoprire è proprio questa: che un Concilio che sembrava dovesse provvedere alla Chiesa e alla sua riforma, ha trovato la sua strada verso il futuro aprendo un nuovo grande discorso sull’uomo. Il primo atto di onestà verso il Concilio è dunque ora proprio quello di riprendere in mano i documenti. Ed è gran merito di questo libro riproporli e aver chiamato a raccolta diverse competenze per restituirne il significato e il valore" (Dalla Introduzione di Raniero La Valle).
Il volume raccoglie interventi di Raniero La Valle, Giuseppe Militello, Roberto Repole, Paolo Gheda, Paolo Tomatis, Marco Tosatti, Maria Teresa Pontara Pederiva, Giacomo Galeazzi, Andrea Tornielli, Fabrizio Mastrofini, Luis Badilla Morales, Marco Ronconi, Gabriele Corini, Serena Sartini, Gianni Gennari, Gian Mario Gillio, Giorgio Bernardelli, Giovanni Ferrò.
Luca Rolandi, giornalista e dottore di ricerca in Storia sociale e religiosa, è autore di saggi su personaggi e vicende del movimento cattolico in Italia. Ha lavorato a Rai Educational, nelle redazioni di «La Stampa», «Il Secolo XIX» e «Il Sole 24 Ore». Attualmente è redattore del portale d’informazione globale sulla Chiesa cattolica VaticanInsider.LaStampa.it. Per Effatà ha pubblicato Testimoni del Concilio. Il racconto del Vaticano II nell’esperienza dei protagonisti (2006) e Gian Paolo Brizio. La politica al servizio del territorio (2010).
___

21 gennaio 2012

Scaffale amico

Francesca Astengo
Le grandi firme della critica televisiva in Italia (1954-2000)

Tesi italiane, 2012.

Introduzione

"Faccio un’ipotesi. La televisione è arrivata soltanto quarant’anni fa. Loro sono un po’ distratti. Si sa come sono fatti, gli intellettuali. Tanto intelligenti, ma anche un pochino lenti. Non si sono ancora accorti che è stata inventata."
BENIAMINO PLACIDO


Sergio Saviane era solito dire, con il suo brillante e generoso anticonformismo, che la critica ha una figlia legittima che si chiama satira. Apparentemente – e il lettore si accorgerà di quanto questo avverbio sia fondamentale per cambiare continuamente l’ordine delle carte, già ben rimescolate, di questa tesi – la matrice teorica del “giudizio”, autonomo e autoritario, lega a filo doppio le due discipline esegetiche. In realtà, nessun cittadino del “secolo dei media” si sentirà disposto a negare, se interpellato, che tra satira e critica scorre un fiume immenso, di autorevolezza e di credibilità, di stroncature indorate dall’alto e di trovate geniali miseramente cestinate. Non vi è dubbio, nella prassi e nella storia, che tra Francesco De Sanctis, il buco nero da cui nacquero Benedetto Croce e tutta la scuola critica italiana del Novecento, e Bobo - per citare il personaggio da vignetta forse più famoso - intercorrono differenze non ignorabili, che fomentano l’interpretazione della presunta filiazione individuata dal critico dell’”Espresso” in termini essenziali di grandezze. La satira è più piccola, pesa meno, parla a bassa voce anche quando urla, perché sa di pronunciare parole meno degne; la critica, dall’alto – e in molti casi è pur vero – della sua scienza infusa e sterminata, ha il pollice di Cesare, decide cosa è vivo e cosa deve morire.
Tutto vero, se si tralascia la critica della televisione. Il “convitato di vetro”, come amava chiamarlo Luciano Bianciardi nel simposio del suo divano, sconvolse da subito sia le caratteristiche estetiche a cui le accademie erano abituate, sia quelle temporali. D’improvviso, nei pochi giovedì che servono al televisore per raggiungere i salotti più comodi della penisola, s’instilla il bisogno di analizzare uno spettacolo innovativo e inconsueto e di renderlo fruibile, allo scritto sul quotidiano del mattino, tralasciando che l’evento è ormai passato per sempre.
Parole buttate al vento, la critica televisiva.
Al vento nella dimensione in cui, come Umberto Eco coglie dal principio, la televisione non è arte e gli strumenti dell’estetica tradizionale non possono rovistare tra la monnezza. Al vento perché chi non è scoliaste di un fenomeno creativo puro, non ha nessun diritto di essere annoverato nell’Olimpo della critica e il suo giudizio perde, istantaneamente, ogni brillio di verità e di autorevolezza. A queste deformazioni congenite del mezzo televisivo si aggiunge, prepotentemente, lo spunto virale del pregiudizio. Non solo – si legge tra le righe nei giorni paleotelevisivi – la televisione è poca cosa e per giunta brutta, ma, per occupare il suo palinsesto, è costretta a filtrare e triturare le “cose che contano”. È il caso degli sceneggiati televisivi tratti dai grandi classici della letteratura che si rialzano, alla fine del round, sempre stanchi e tumefatti; fa la stessa fine, con implicazioni logistiche oltre che etiche, il cosiddetto “teatro televisivo”, snaturato dalla compressione del palcoscenico e del loggione in venti pollici piatti. Infine, anche l’arte più bistrattata prima dell’avvento, salvifico, della tv e ultima ruota del carro dell’evoluzione umana – per come era considerato all’inizio del secolo, non è un nostro giudizio -, il cinema, ha le sue rimostranze da fare. Perché il cinema, anche se trasmesso in televisione, resta cinema ed è competenza del critico cinematografico.
Si sarà compreso, a questo punto, che le “grandi firme” di cui si parla nel titolo difficilmente furono considerate tali nel pieno della loro attività. C’è chi per sposare la televisione diventò asceta, come Ugo Buzzolan nel suo stanzino, c’è chi, come Achille Campanile, fu, forse per sua fortuna, sempre considerato “altro” e preso poco sul serio, come se l’etichetta da “umorista” che gli erano valsi i suoi strabilianti romanzi fosse la patente per uscire dai giochi. Sergio Saviane fu sempre tacciato d’alcolismo; Beniamino Placido fu ferocemente invidiato. Anche dopo la riforma della Rai e, in seguito, il crollo del monopolio che spalanca le porte dell’etere alle emittenze private, se la televisione è lentamente e progressivamente accettata, la critica resta una spina nel fianco. Suoi delatori, che prima erano gli intellettuali di cartello e i settori culturali dei giornali che fanno opinione, diventano nientemeno che gli addetti ai lavori. Via Teulada, corso Sempione, viale Mazzini e il Babuino sono fortezze stravaganti e blindate, da cui l’informazione esce rimasticata e addolcita secondo i voleri di palazzo, mentre l’intrattenimento fa la muffa nei suoi schemi del passato.
Ritornando all’affermazione iniziale di Saviane, credo che la filiazione da lui individuata volesse suggerire ben altro. La critica, ma solo il magnifico e pessimo mondo della televisione ha saputo dimostrarlo, conserva al suo interno una radice comune a quella della satira. L’aveva dentro in origine, ma i secoli di bambagia a cui la connivenza, derivata dal necessario scambio, con le arti riconosciute e affermate l’hanno fatta scivolare nell’oblio dei velluti e degli ori. La critica, avendo a che fare con la televisione, deve tornare a combattere e quel che di satirico si nasconde nei soldati di questa battaglia – soldati apocalittici e soldati integrati – è la capacità di togliersi i guanti e sporcarsi le mani.
Edoardo Sanguineti, nella sua Critica in poltrona (1978), incalza la polemica brechtiana contro la critica teatrale definita “culinaria” – quella che nella lingua catodica si traduce in anteprime, promozioni, interviste, servilismi – suggerendo che il critico perfetto, quello che la scampa, dovrebbe essere un po’ miope e un po’ presbite; non solo difettato, ma anche distaccato e sornione. Il recensore ideale, per Sanguineti, va a teatro con un grosso sigaro e si guarda bene dal dimenticarlo, evitando di farlo spegnere sebbene sotto i suoi occhi scorrano le meraviglie più stupefacenti sulla faccia della terra. Il critico televisivo – l’esempio è illustre e arguto – dev’essere tutto questo e anche, suo malgrado, turarsi il naso. Solo con i sensi appositamente allenati si coglie il giusto atteggiamento verso un media così controverso, che racchiude in sé istanze artistiche poco palesi e discutibili, che si impone, per natura, il fine irrealizzabile di essere al contempo “popolare” – con tutti i difetti che la definizione si porta appresso dai meandri reconditi dell’attestazione della grande cultura – e di qualità. La denuncia del critico televisivo, che non sviscera dal proprio contesto le discussioni sul metodo e sui paradigmi che sono propri della critica sui generis, si scontra con poteri che vanno aldilà dello spettacolo, che si addentrano nella più viva lotta politica e che toccano da vicino le corde della manipolazione dell’opinione pubblica e della propaganda neanche troppo subliminale.
Parole controvento, la critica televisiva.
Lo scopo di questo lavoro è, in sostanza, quello di fare criticamente chiarezza sulle figure - Luciano Bianciardi, Achille Campanile, Sergio Saviane e Beniamino Placido – che sole, o quasi, hanno saputo, con stratagemmi, convinzioni e disposizioni spesso opposte, atterrare nell’arena dello spettacolo televisivo per sconfiggere il pregiudizio e denunciare, senza mai scendere a compromessi, i sotterranei accordi, le viltà e le contraddizioni di trent’anni d’Italia, fuori e dentro la tv.
Una precisazione è doverosa per quanto riguarda l’apparato del lavoro. Storie della critica televisiva ne sono state scritte alcune. L’obiettivo, in questa sede, era duplice e nasceva dalla necessità del confronto che proprio i testi-guida, di fine ricercatezza e memorabile suggestione, hanno saputo stimolare. Si è cercato, con i pochi mezzi a disposizione, di conservare, e se possibile, ampliare la sistematicità propria del testo di Elena Dagrada (A parer nostro. La critica televisiva nella stampa quotidiana in Italia, 1992) che è il vero punto di partenza di questa tesi ma, focalizzandosi in maniera più tecnica sul contesto degli anni ’90 e sulle specifiche editoriali delle testate, si conforma come un libro per gli addetti ai lavori. Questo non vuole esserlo e si ripropone, senza ambizioni, di abbozzare le linee guida, storiche e interpretative, che al lettore “esterno” possano suggerire almeno un’idea del contesto in cui si muovono i nostri personaggi.
In secondo luogo - e il rimando va alla brillante ricostruzione famigliare della critica televisiva redatta da Nanni Delbecchi (La coscienza di Mike, 2009) - si è sentito il bisogno di ridurre la fortunatissima parte aneddotica dei racconti dei critici, per dare invece più spazio ai testi e all’analisi, essenzialmente letteraria, dello stile e della composizione, come il corso dei miei studi umanistici mi ha reso propensa a fare.
La conclusione, tutta personale, è un invito alla rilettura di questi autori che non meritano di essere dimenticati. Mai come oggi la loro parola è attuale, il loro stile raggiante, il loro insegnamento una guida per sopravvivere alla modernità. Non solo televisiva.
Francesca Astengo

*Francesca Astengo si è laureata in Informazione ed editoria (laurea magistrale) presso l'Università degli studi di Genova con la tesi ora pubblicata da Tesi italiane. Il libro è acquistabile sul sito tesi italiane.it.
_____

15 dicembre 2011

Scaffale amico

Maura Fioroni,
I colori di Cuba
Piombino, Edizioni Il foglio, 2011, 130 pp.
Descrizione
I colori di Cuba non è un saggio e neppure un romanzo, ma è il classico reportage narrativo, un racconto partecipe di una viaggiatrice che non si nasconde dietro alle ideologie e non pensa di avere in tasca verità preconfezionate. Maura Fioroni per tre mesi osserva un mondo nuovo, si immerge in un panorama insolito, si nutre di un sogno che non è suo, vive una realtà difficile da capire. Ma lo fa in mezzo alla gente, ascoltando, parlando, chiedendo informazioni e cercando di soddisfare tante curiosità. Tra le pagine di questo libro incontrerete personaggi che cercano di modificare un difficile presente, ma non mancano Mariela Castro, Raúl, il fantasma di Fidel, Che Guevara e il sogno d’un uomo nuovo. L’autrice incontra Yoani Sánchez e raccoglie il suo parere insieme a quello di Elio Menzione, ambasciatore italiano a Cuba. Non esprime opinioni, ma racconta fatti, trasmette immagini e comunica sensazioni. Un libro utile per un primo approccio con la vera Cuba, fuori da troppi facili schematismi. [Gordiano Lupi].
Maura Fioroni (Albenga, 1981). Laureata in Scienze Politiche all'Università di Bologna con la tesi La percezione della stampa italiana nei confronti di Cuba. Ha conseguito una seconda laurea in Editoria, Comunicazione Multimediale e Giornalismo (Università degli studi di Genova), con la tesi Ventiquattro ore dopo. Yoani Sánchez: una voce alternativa a L’Avana. Ha collaborato al quotidiano online "Il Ponente". Il suo primo libro, I colori di Cuba, è un mix di pensieri, frutto di una permanenza a Cuba e del suo interesse verso l’isola. Vive ad Alassio.
*link al sito dell'Associazione Culturale Il Foglio.
___ 

13 dicembre 2011

In libreria

Alberto De Sanctis
La fede ribelle
Molfetta (Ba), edizioni la meridiana, 2011, 188 pp.
Descrizione
Nessuno conosce “il punto di vista di Dio”. Quindi non è legittima la pretesa dell’uomo di farsi Dio. Per questo bisogna opporsi all’attitudine che induce a sostituirsi a Dio, rigettare la ragione propensa a creare nuove schiavitù, rispondere a un potere che si va disumanizzando. Si ritiene, specialmente nel contesto italiano in cui il cattolicesimo è maggioritario, che la religione predisponga ad un atteggiamento accomodante se non addirittura connivente rispetto al potere. Ma così si rendono marginali tutti quegli aspetti del cristianesimo che muovono da un’irriducibile conflittualità col potere. Per questo si è spesso trascurata la rilevanza di una critica religiosa del potere – anche di matrice cattolica – che ha svolto invece una funzione sociale e politica importante. Proprio muovendo da presupposti religiosi, questa critica ha saputo contrastare il potere, ogniqualvolta abbia rivestito i panni del totalitarismo e dell’autoritarismo. Nell’opporsi a queste due tipologie di potere degenerato, la critica religiosa ha individuato come suo bersaglio sia le deviazioni imputabili alle chiese e ai cleri, sia quelle dovute a certi approcci politico-ideologici. Il perno intorno cui ruota questo volume, inconsueto e spiazzante, è l’analisi del fattore religioso o della religiosità come critica del totalitarismo e dell’autoritarismo. Come una guida essenziale e, dunque, indispensabile, i contributi raccolti, che coprono un arco temporale compreso tra la prima metà dell’Ottocento e la fine del secondo millennio, passano in rassegna le coscienze libere che hanno osato, non solo in nome di una fede liberante ma anche contro ogni soggezione complice col potere. Si tratta di figure più ortodosse e altre meno scontate, come Romano Guardini, Luigi Sturzo, Jacques Maritain ed Emmanuel Mounier, poi ancora Mirza Agha Khan Kermani, il movimento Cartista, Ernesto Buonaiuti, Carlo Rosselli, Simone Weil, Aldo Capitini, Samuel Ruiz, Pier Paolo Pasolini e Fabrizio De André.
Alberto de Sanctis è professore di Storia delle dottrine politiche all’Università di Genova. Ha al suo attivo diverse partecipazioni a convegni nazionali e internazionali e saggi pubblicati su varie riviste e in volumi collettanei. Si è interessato di problematiche relative al rapporto tra religione e politica, approfondendo lo studio del pacifisimo e della nonviolenza.
___





07 dicembre 2011

Scaffale amico

Luca Policastro
I segreti dell'etere. Storia e stile del giornalismo della radio
Civitavecchia, Prospettiva editrice, 2011, pp. 157.
Descrizione

Le caratteristiche dell'odierno linguaggio radiofonico sono dovute da un lato alle peculiarità tecniche del mezzo, dall'altro all'evoluzione dell'ascolto in un'epoca, la seconda metà del ventesimo secolo, che ha visto la nascita e L'affermazione della televisione. Questo libro, dopo aver ripercorso le principali tappe evolutive della radio (da Marconi alla BBC, dalle radio libere alla radio digitale), vuole fornire le basi teoriche per comprendere a fondo gli ingredienti del flusso radiofonico, punto di arrivo di questa evoluzione. Vengono esaminati infine alcuni dei più importanti radiogiornali trasmessi quotidianamente sul territorio italiano, allo scopo di evidenzare i meccanismi che ne regolano la stesura, anche alla luce dei moderni software di messa in onda.
L'autore Luca Policastro (La Spezia, 1986) è dottorando in Lingue, culture e tecnologie dell'informazione e della comunicazione presso l'Università degli Studi di Genova, dopo aver conseguito la laurea in Giornalismo culturale ed editoria presso lo stesso ateneo. Autore e dj presso alcune emittenti radiofoniche locali, si interessa di radio, didattica delle lingue straniere e delle scienze, musica e sport di resistenza.
*link al sito di Prospettivaeditrice.
_____



Archivio blog

Copyright

Questo blog non può considerarsi un prodotto editoriale, ai sensi della legge n. 62/2001. Chi desidera riprodurre i testi qui pubblicati dovrà ricordarsi di segnalare la fonte con un link, nel pieno rispetto delle norme sul copyright.