Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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09 febbraio 2011

... Noi che abbiamo visto Genova ...

"[....] "Cotesto accadde a chi visitò Genova non cercando altro in essa che le memorie del suo passato, cosa che, come per Genova, accade per ogni altra città. Ma le sensazioni sono ben diverse quando il viaggiatore, invece di non far altro che passare guardando intorno intorno, si fermi, e, lasciato in disparte il passato, si metta a considerare le condizioni attuali di Genova: allora un senso prima di meraviglia, come di chi trovi qualche cosa di molto piacevole là dove non si aspettava, e poi un senso di affettuosa stima prende l'animo, e questa stima e questo affetto crescono, grandeggiano e si rassodano in ragione del tempo che in Genova si passa. È vezzo volgare dir male dei Genovesi, chiamarli uomini diversi, gretti, avari, speculatori, alieni da ogni colore intellettuale, municipali, egoisti, rivoluzionari. Eh! buon Dio! I Genovesi hanno certo, come tutti gli uomini di questo mondo i loro difetti; ma credete, sarebbe una gran fortuna per la patria nostra, se tutti i cittadini delle tante città non avessero altri difetti se non quelli dei Genovesi. I difetti dei Genovesi sono il vanto, e, direi quasi, la esagerazione dei loro pregi, ma sempre i difetti si vanno dileguando e i pregi crescono. Una delle prime cose che grandemente ammira nei Genovesi chi incomincia a fare con essi più intima conoscenza, è l'amore per la famiglia, il pensiero delle cose domestiche, l'affetto alla casa. Quanti uomini si fanno, senza mai trovarsi una risposta, questa domanda tanto significativa: — Dove passare le mie serate? Questa domanda pel Genovese non esiste: il Genovese si ammoglia giovanissimo, e la sera, che è di tutta la giornata il solo tempo del suo riposo, la passa in famiglia, presso la moglie che ricama, con una bambina sui ginocchi che comincia i distinguere le lettere dell'alfabeto sull'abbecedario, e un figliuolo accosto più grandicello che armeggia contro le frazioni decimali. La sera è pel Genovese il solo tempo del riposo, perchè tutta la giornata è per esso consacrata al lavoro! L'abito del lavoro! L'amor del lavoro! Ecco una grande, una feconda, una somma virtù dei Genovesi! Il Genovese non è postulante, non è importuno col Governo, cerca intorno a sè le sorgenti della propria sussistenza e le trova, e quando son troppo scarse, mette in un paio di casse il suo bagaglio e s'imbarca tranquillamente per l'America, d'onde in breve, nel maggior numero dei casi, torna abbastanza ricco per dar opera a nuove imprese. Centomila liguri campano in America, preparando là alla madre patria, se questa ne saprà trarre profitto, una ricchissima sorgente di ricchezza e di forza. Genova pei suoi edifizi è la città più leggiadramente costrutta d'Italia, e una ventina di quei suoi grandi palazzi contengono tante ricchezze artistiche quali non si trovano altrove. Nessuna città italiana più di Genova ha dato sviluppo alle scuole del popolo, elementari, serali, domenicali. Genova, coi soli mezzi forniti da privati cittadini, mantiene una scuola di musica, una scuola di disegno, una scuola di scultura, tutte frequentatissime. Quella striscia di terreno dominata dal monte e bagnata dal mare che si chiama Liguria, alberga la gente più operosa di tutta Italia. Qui gli esempi d'uomini nati in povertà e segnalatisi per ricchezza, dottrina, valore letterario od artistico, traffici condotti con intelligenza, ardite navigazioni, onore fatto alla patria in lontane contrade, abbondano più che in ogni altra nazione. Ed è molto desiderabile che taluno fra i tanti Liguri che con amore coltivano le lettere e le patrie istorie, si accinga a raccogliere così fatti esempi e divulgarli in Italia a comune vantaggio."
Michele Lessona, 1869

* La citazione è tratta dal volume di Michele Lessona, Volere é potere, pubblicato nel 1869, pp. 380-383 . Il libro è scritto con lo stile di un vero e proprio reportage attraverso tutta l'Italia; l'autore passa in rassegna le città dell'Italia appena unificata descrivendo le caratteristiche e gli stili di vita della popolazione con sicura efficacia.
* link al testo completo edizione elettronica del 2008 Progetto Manunzio.
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