Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

_________________

Scorrendo questa pagina o cliccando un qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie presenti nel sito.



21 gennaio 2011

Chi è il vero lettore?


“In Italia si legge poco” , “ i giovani non leggono”, “ è tutta colpa di internet e della televisione”.. questi sono i luoghi comuni che ormai sono entrati nell'opinione pubblica italiana. Giovanni Solimine con questo saggio, vuole cercare di smascherarli e, con numerosi dati ricavati da indagini dell'Istat, Censis, Ipsos ecc vuole riuscire a delineare la figura del vero lettore. Se ci chiedono di descrivere fisicamente e caratterialmente il “lettore”, pensiamo subito al classico secchione con gli occhiali, isolato, con pochi amici e scarsa vita sociale, che non segue la moda e non ha la ragazza, se si tratta di una femmina pensiamo alla studentessa modello, bruttina, che passa ore e ore in biblioteca. In realtà non è così.
Il vero lettore, il divoratore di libri, quello che, secondo i dati Istat, supera i 12 libri all'anno, è una persona forte, compresa in una fascia d'età inferiore ai 34 anni o superiore ai 65, sicura di sé, realizzata economicamente, che occupa una posizione di prestigio in ambito lavorativo, che ha una forte vita sociale e interessi culturali, frequenta teatri e cinema, guarda la televisione e naviga in internet. Il risultato è l'opposto dell'ideale che è entrato nell'opinione pubblica. Per arrivare a delineare questa figura, l'autore ha analizzato numerosi fattori che influenzano il profilo del lettore: livello d'istruzione, area geografica, stabilità economica. Può sembrare banale e scontato, ma i risultati delle ricerche riportano un maggior numero di lettori al Nord, soprattutto nelle regioni: Veneto, Lombardia,Piemonte; leggono più le donne che gli uomini, leggono più i laureati. È considerato lettore, secondo l' Istat, chi, almeno una volta all'anno ha comprato e letto un libro, un po' poco per definirsi tale, infatti vengono suddivisi in tre categorie: lettore forte, medio, basso o intermediario.
Il dato che preoccupa l'autore è che negli ultimi 15 anni la percentuale dei lettori si trova in una fase di stallo, ferma tra il 40% e il 45%, nonostante l'aumento del tasso di scolarizzazione. Nel terzo capitolo si scaglia contro i luoghi comuni che circolano attorno a questo argomento. Sono sempre più numerose le accuse mosse ad internet e alla televisione, mentre i dati dimostrano che i lettori abituali vanno spesso al cinema e comunque partecipano alla vita culturale e sociale molto più dei non lettori. Certo, internet ha attirato l'attenzione di tutti, ma non si è sostituito al libro o al quotidiano di informazione, tutto sta nel modo in cui il lettore si rapporta ad esso. Limitarsi a internet per informarsi sui fatti, o guardare notiziari al posto che leggere quotidiani, è dannoso, ma integrare le conoscenze con questi mezzi è costruttivo.
Anche l'affermazione "ai miei tempi si leggeva di più" viene controbattuta utilizzando numerosi dati: non solo i figli leggono più dei genitori, ma sono anche una generazione multitasking, ovvero in grado di utilizzare pc, cellulari, tv, i pod, radio; il 40% dei più giovani trova proprio in rete lo stimolo per comprare un libro, sono sempre di più gli scrittori che nei loro siti sponsorizzano e vendono i loro libri on-line, non a caso Internet Bookshop è il secondo sito, nella graduatoria nazionale, dopo Media World. Nell'ultima parte del saggio, l'autore cerca di analizzare le cause di questo triste disinteresse verso la lettura e cerca di proporre nuove soluzioni. Emerge un dato di sconforto dalle interviste fatte a giovani tra gli 11e19 anni: “leggere non è alla moda, se leggi sei sfigato e perdi tempo, leggere è noioso, leggere costa troppo.” Questa situazione è più sentita al Sud e in zone dove il livello di scolarizzazione è più basso. I giovani d'oggi preferiscono occupare il tempo libero uscendo, guardando la cosiddetta tv spazzatura, reality, comprando videogiochi, di sicuro più costosi di un libro, il cui prezzo non supera i 20 euro a copertina.
Cambiano i tempi, cambiano le mode, cambiano i gusti. L'abbandono della lettura, non a caso, avviene dopo i 14 anni, quando non ci si sente più obbligati a leggere per la scuola. Le soluzioni proposte da Giovanni Solimine sono rivolte ai giovanissimi, a coloro che non hanno ancora imparato a leggere: pediatri, maestre d'asilo, dovrebbero consigliare le neo mamme a leggere fiabe e racconti ai loro figli, avvicinandoli già nella tenera età al senso di lettura; non si dovrebbe puntare a sollecitare i lettori forti, ma incoraggiare i lettori medi, spingendoli a leggere uno o due libri in più per raggiungere il livello alto, altre soluzioni riguardano l'ambito economico, la possibilità di scaricare le spese dei libri, agevolare le famiglie con minori possibilità economiche e non sperperare capitali in pubblicità che non riescono ad attirare l'attenzione, ma puntare al rinnovo e alla modernizzazione delle biblioteche con figure adeguate e specializzate, rendere l'idea di lettura come un momento piacevole e non imposto severamente da professori che non si preoccupano se i classici sono adeguati o meno a giovani studenti.
Chiara Cruciani

Giovanni Solimine
L'Italia che legge
Roma-Bari, Laterza, 2010, 173 p.
*link al sito dell'autore Giovanni Solimine 


____

Nessun commento:

Archivio blog

Copyright

Questo blog non può considerarsi un prodotto editoriale, ai sensi della legge n. 62/2001. Chi desidera riprodurre i testi qui pubblicati dovrà ricordarsi di segnalare la fonte con un link, nel pieno rispetto delle norme sul copyright.