Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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06 luglio 2014

La bisaccia del giornalista

Fausto Pellegrini è un giornalista della RAI,  per molti versi è un idealista ,un visionario leggermente rivoluzionario, con il suo “libretto”, La bisaccia del giornalista, propone una visione del giornalista romantica, legata al giornalismo della  vecchia scuola. Per l’autore l’aspetto etico  morale è inscindibile, in questo libro  è preponderante la rivendicazione del giornalista al servizio della comunità, del giornalista al servizio   dei cittadini, del giornalista al servizio del popolo, del giornalista al servizio   di coloro che non possono difendersi, del giornalista al servizio   dei più deboli.
L’autore è un vero fautore dell’articolo 21 della Costituzione repubblicana, la libera manifestazione del pensiero. Tutti ricordano i tragici fatti del G8 di Genova, probabilmente ai più il nome di Fausto pellegrino non dirà niente, questo giornalista, con RAI News, ha partecipato alla divulgazione degli eventi di quel caldo luglio 2001, mentre il “potere del palazzo” forniva la “sua” versione dei fatti, contemporaneamente RAI News smentiva, sbugiardava senza tema di smentita, la “storia ufficiale degli avvenimenti”. Fotografie e video, provenienti da molti giornalisti professionisti e da molti “citizen journalist”, hanno contribuito a riscrivere la storia, una storia fatta di immagini emblematiche, crude e violente, immagini che hanno mostrato l’aspetto più becero dell’animalità degli esseri umani. Immagini di persone, uomini e donne, ragazzi e  ragazze, bambini minorenni,  inermi e isolati, picchiati selvaggiamente da  quattro, cinque, sei “individui”,  con la “divisa” e/o in “borghese”, con il manganello, con gli “anfibi”, “individui” che dovevano proteggere i cittadini, “individui” che hanno infangato la divisa. Grazie a tutti quei contributi à stato possibile ricostruire i fatti nella loro drammatica essenziale brutalità, dall’omicidio di Carlo Giuliani alla “macelleria messicana”, degna del peggiore governo dittatoriale cileno, della scuola Diaz.
Sicuramente non è un testo semplice, però è un libro che permette di squarciare il velo di alcuni fatti avvenuti nel corso di questi ultimi trent’anni; sono presenti molti riferimenti alla famosa loggia massonica Propaganda 2 del “venerabile” Licio Gelli, con alcuni retroscena della “Agenda” del “Maestro” muratore. Leggendo il libro traspare sicuramente l’aspetto “complottistico” dell’autore, anche se corroborato da informazioni reali e verificabili. Per esemplificare l’autore ricorda che molti degli avvenimenti italiani degli ultimi vent’anni, sembrano seguire quanto scritto nell’agenda di Licio Gelli, inclusa la flessibilità lavorativa, inquadrata da Pellegrini come eufemismo della meno attrattiva precarietà lavorativa, del lavoro in generale e del lavoro giornalistico in particolare, è un libro che denuncia, è un vero e proprio “J’ACCUSE” verso un sistema che sta smembrando i diritti dei cittadini, un sistema che sta svendendo i diritti dei giornalisti, troppo spesso  malpagati, spesso pagati “in nero”, talvolta “suicidi a 41 anni  per non riuscire più a vivere con 6 miseri euro al pezzo, quando pubblicato”.
È un libro forte, controcorrente, è un libro scritto da un “Giornalista” per i futuri “Giornalisti”, è un libro che apre la visuale su di un mondo che, ai non addetti ai lavori, è oscuro e indecifrabile. Non è solo un libro, è un supporto e, contemporaneamente, un monito ai giornalisti di domani, è un manuale di pronto utilizzo, è una cassetta degli attrezzi utile per sopravvivere nella “jungla”, pericolosa e disseminata di ostacoli, di chi vuol fare il Giornalista impegnato, per il Giornalista che vuole dare voce ai più deboli, per il Giornalista che preferisce una lenta e dissestata strada di campagna alla veloce autostrada, è un manuale pratico per il Giornalista che preferisce “godersi” il viaggio, il tragitto dal punto di partenza al punto di arrivo, con il ghiaccio e con la neve invernali, con la pioggia primaverile e autunnale, con il caldo sole estivo: insomma, per dirla brevemente, è un libro per chi vuole fare la differenza, per chi sceglie di fare davvero il “Giornalista”.
Jon Harald Bjornsen




Fausto Pellegrini
La bisaccia del giornalista
Viareggio, editore Dissensi, 2012, 150 pp.


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