Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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26 novembre 2016

In libreria

Franco Recanatesi
La mattina andavamo in piazza Indipendenza
Cairo editore, Milano, 2016, 384 pp.

 Descrizione
«Il nostro obiettivo è superare nelle vendite il Corriere della Sera.» Quando, nell’autunno del 1975, Eugenio Scalfari annunciò che la sua nave pirata prossima al varo, battezzata la Repubblica, avrebbe battagliato con l’incrociatore di via Solferino che da un secolo solcava i mari indisturbato, fu accolto da risolini di scherno. E invece…
Questa è la storia di un quotidiano che dopo appena undici anni – esempio unico al mondo – ha toccato il primato delle vendite nel proprio Paese. L’appassionante testa a testa fra i due grandi giornali – che da allora non si è mai arrestato – si svolge parallelamente a una delle fasi storiche più tumultuose e drammatiche conosciute dall’Italia, segnata da terrorismo, scandali epocali, furiose battaglie civili e politiche.
Mentre la Repubblica compie quarant’anni, un giornalista che nel quotidiano di piazza Indipendenza ha ricoperto ogni ruolo racconta quella straordinaria avventura. Partendo da lontano: il felice incontro fra i due protagonisti, Eugenio Scalfari e Carlo Caracciolo, la loro passione per la carta stampata, il tentativo di coinvolgere Montanelli, fino alla realizzazione del grande sogno cullato per oltre vent’anni. Dalla complicata gestazione alla volata verso il milione di copie. Il clima eccitato, teso e goliardico della redazione, ma anche i tormenti e i contrasti, gli amori e i tradimenti. Le minacce brigatiste. Le vicende pubbliche e private dei suoi più celebri giornalisti: i litigi Pansa-Bocca, i capricci di Biagi, il pianto della Aspesi, gli scherzi di Guzzanti, le fughe di Forattini e Terzani. E quella volta che Scalfari, in lacrime, chiese aiuto a Beethoven.
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